Brindisi, 14/05/2010

FIM Cisl per la sicurezza sul mondo del lavoro

La Segreteria della FIM CISL territoriale, a fronte delle decisioni assunte nell’ultimo congresso provinciale di avviare una campagna di sensibilizzazione in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, il 3 aprile del 2009 aveva sollecitato, prima ancora che si sottoscrivesse il protocollo d’intesa per la legalità in prefettura, attraverso lettera raccomandata, gli organismi competenti in materia di provvedere alle dovute visite, previste dalla legge, in tutti i cantieri dove si applica il contratto metalmeccanico, a partire dalle aziende all’interno del petrolchimico.
Tale richiesta era motivata dalle preoccupazioni espresse, sia dal dibattito congressuale sia dagli interventi oltre che dalla scrivente segreteria, che non tutte le imprese stessero applicando il nuovo decreto legislativo del 9 Aprile 2008, n. 81 e successive modifiche.

In particolare si chiedeva di approfondire e certificare:
• Visite di assunzione • Visite periodiche
• Libretti sanitari
• Consegna dispositivi di protezione individuale
• Programma informazione e formazione(aggiornamento e prova dell’avvenuta formazione)
• Verbali di riunione antinfortunistiche
• Auto certificazione relativa alla valutazione preventiva dei rischi imposta dall’art .4 comma 11 in relazione al comma 2 del D. lgs 626/1994
• Agenti chimici
• Valutazione rumore
• Valutazione vibrazione
• Rischio incendio
• Sopralluoghi in cantiere del medico competente
• Contrasto lavoro irregolare
• Documento unico di valutazione dei rischi da interferenza (DUVRI)

Tutte le imprese al 31.12.2008 avrebbero dovuto inderogabilmente integrare il documento valutazione rischi con le nuove prescrizioni introdotte dal testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, che ha sostituito in tutto e per tutto l’abrogato decreto legislativo 626/94.
Ulteriormente tra i nuovi adempimenti da assolvere al 31.12.2008 c’era anche l’obbligo di attribuire data certa al documento di valutazione dei rischi.

Sino a oggi, pur troppo la FIM CISL constata che non un solo accertamento è stato effettuato nei confronti delle imprese di cui la stessa ha fornito allegato elenco agli organi competenti, ma che si continua a disattendere il protocollo d’intesa per la legalità, la sicurezza e la regolarità del lavoro sottoscritto in prefettura il 5 ottobre 2009.
Infatti si continua a non vigilare sugli appalti e subappalti che rappresentano un settore d’importante criticità in materia di sicurezza, ma anche sul piano della legalità, dove le grandi committenze private e pubbliche, soprattutto nel polo chimico ed energetico ricorrono.
Si continua ad assistere all’assegnazione di appalti con offerte al ribasso che mettono in discussione l’occupazione e le attività di aziende che rispettano la sicurezza, la legge e i contratti nazionali di lavoro, a favore invece di altre dove l’unico parametro di valutazione considerato da parte delle committenti è “ l’offerta economicamente più vantaggiosa, ” non attribuendo adeguata rilevanza agli aspetti relativi alla tutela della salute, della sicurezza, la legalità e la qualità del lavoro.
Eppure non ci vuole molto a capire che se una offerta è particolarmente fruttuosa chi se ne avvantaggia potrebbe risparmiare sul costo del lavoro, sulla spesa per la sicurezza e la salute dei lavoratori e riciclare soldi in nero.
Come anche potrebbe accadere che pur di economizzare i costi, il lavoro eseguito non sia conforme a quello richiesto dal capitolato di appalto, ma le committenti o non controllano e quando lo fanno è troppo tardi, perché nel frattempo le aziende oneste o hanno chiuso i battenti o si sono trasferite, lasciando a casa i lavoratori.

Ma bisogna anche chiedersi perché non fanno i necessari sopralluoghi?
Nel petrolchimico, a mo’ di esempio, si è scoperto che un’azienda aggiudicataria di appalto aveva battuto la concorrenza perché aveva evaso contributi per migliaia di euro all’INPS, nessuno è intervenuto per reintegrare le aziende escluse e i lavoratori che avevano perso il posto. E’ vero anche che molte imprese sono state sanzionate e inserite nella black list, ma è pur vero che nell’ENI per essere richiamati e aggiudicarsi l’appalto basta cambiare denominazione aziendale.
Per questo la FIM invita il tavolo di Concertazione Permanente costituito presso la Prefettura a dare seguito alla sperimentazione per attuare l’anagrafe delle imprese virtuose, esorta la Confindustria a formalizzare congiuntamente alle organizzazioni sindacali di categoria verbali aziendali dove si evidenzia anche l’adesione volontaria dell’azienda ai Sistemi di Gestione della Salute e Sicurezza sul lavoro.
Perché solo attraverso questa scelta si potrà stabilire la volontà dell’azienda a rispettare le leggi oppure di continuare ad agire in piena discrezionalità.
Inoltre la FIM ritiene prioritaria l’Anagrafe Provinciale degli RLS/RLST, l’istituzione di una banca dati della formazione e dei formatori e l’avvio di un coordinamento dei responsabili della formazione di sicurezza.
Ma giudica più importante di ogni altra cosa il punto 4 dell’accordo attinente i controlli poiché solo così si potrà garantire il rispetto della legalità, la sicurezza e la regolarità del lavoro, senza queste verifiche ogni azienda continuerà ad agire in piena autonomia.
Pertanto la FIM chiede che ognuno faccia la sua parte, affinché ci siano più ispezioni e più risorse professionali ed economiche a disposizione, se si vuole seriamente contrastare l’illegalità, il fenomeno del lavoro nero e irregolare e prevenire gli infortuni sul lavoro.
O dobbiamo attendere che accada un altro infortunio mortale per intervenire???
La Segreteria della FIM infine raccomanda tutte le RSU/RLS a sorvegliare sul rispetto delle leggi e a denunciare qualsiasi forma di abuso che possa aumentare l’illegalità e ridurre la sicurezza sui luoghi di lavoro.

COMUNICATO STAMPA FIM CISL