Mesagne, 10/07/2010

Terrarossa: dieci domande all'Ass. all'Ambiente Nicastro

Come associazione TerraRossa, fin dalla costituzione, abbiamo affrontato le tematiche relative ai beni comuni in generale e in particolare abbiamo svolto un lavoro d’inchiesta sugli effetti devastanti del fotovoltaico selvaggio.
L’inchiesta ha preso la forma di un laboratorio itinerante nel Salento, abbiamo incontrato associazioni, amministratori, cittadini, registrato una grande attenzione e tanta sensibilità sulle tematiche ambientali ed energetiche.
A tante domande abbiamo provato a dare delle risposte, molte rimangono senza risposta, per l’assenza di interlocuzione e confronto tra il livello legislativo - in particolare per quanto di competenza della Regione Puglia - e i territori investiti dal fotovoltaico selvaggio.
Il 15 luglio abbiamo ottenuto un incontro con l’Assessore all'ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro. A lui rivolgeremo 10 domande che decidiamo di rendere pubbliche, perché la condivisione e la trasparenza sono parte integrante della nostra identità e del nostro metodo.

1) Le politiche che incidono radicalmente sull’ambiente, sul tessuto sociale ed economico di un territorio non dovrebbero essere calate dall’alto.
E’ stato criticato il metodo con cui sono stati imposti la Tav, il Mose e il Ponte sullo Stretto.
Per quale ragione la Regione Puglia, al momento dell’elaborazione della legge che abolisce la valutazione di impatto ambientale per impianti fino a 1 MW, non ha informato e coinvolto i territori?

2) E’ stata effettuata una valutazione della sostenibilità ambientale?
Come e in quale misura sono stati valutati i rischi ambientali ed idrogeologici?

3) E’ stata effettuata una valutazione della sostenibilità economica?
Sono stati valutati gli effetti su un’agricoltura in profonda crisi come la nostra?

4) Ci sono Comuni nei quali i campi coprono centinaia di ettari, per quale ragione la normativa non ha previsto dei limiti quantitativi sull’estensione?

5) Gli impianti a suolo sono realizzati quasi esclusivamente da multinazionali e grandi aziende estere, che realizzano profitti enormi con gli incentivi, frutto della fiscalità collettiva. Era difficile immaginare che la liberalizzazione degli impianti fino ad 1 MW avrebbe aperto le porte alla speculazione e che le mani sporche sarebbero calate sulle energie pulite?

6) Alcuni comuni hanno provato a limitare e regolamentare lo sviluppo dei campi fotovoltaici, perché sono stati lasciati soli contro le multinazionali e i loro uffici legali?

7) Nonostante il limite di 1 MW nascono ovunque impianti di svariate decine di MW, frutto dell’aggregazione di più DIA, a volte presentate dallo stesso soggetto attraverso società collegate. Questi impianti hanno un impatto ambientale enorme su vaste aree. La Regione è a conoscenza di questo fenomeno? Come devono comportarsi i comuni?

8) Perché in Puglia a monte di un enorme aumento dell’energia prodotta tramite risorse rinnovabili non c’è una sostanziale riduzione di quella prodotta con combustibili fossili, principalmente tramite la centrale a carbone di Cerano?
A fronte di quanto sta avvenendo sulle energie rinnovabili si può elaborare una politica del risparmi energetico?

9) Il governo Berlusconi intende far propria la legge regionale pugliese abolendo la VIA per impianti fino ad 1 MW su tutto il territorio nazionale.
C’è il rischio che l’intera penisola sia invasa dal fotovoltaico selvaggio?

10) Il Presidente Vendola all’inaugurazione della 61esima Fiera dell’Agricoltura a Foggia ha dichiarato che è arrivato il momento di smetterla di sostituire i campi coltivati con pale eoliche e fotovoltaico. La Regione Puglia vuole oggi confrontarsi con i comuni e la società civile? Intende bloccare il fotovoltaico sui terreni agricoli, solarizzare le città e incentivare l’autoproduzione?

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