Brindisi, 23/11/2004
Forum: contro le interpretazioni di comodo delle posizioni ambientaliste
Si continua strumentalmente ad attribuire al movimento ambientalista l’idea che esso voglia demolire gli impianti industriali esistenti e sia convinto che solo il turismo possa rappresentare uno sbocco lavorativo per i giovani e meno giovani disoccupati.
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Le associazioni ambientaliste non hanno mai detto sciocchezze del genere e hanno invece chiesto, restando inascoltate fino ad alcuni mesi addietro, la modifica degli attuali assetti dell’economia locale che per anni hanno “regalato” alle nostre popolazioni crescente disoccupazione, devastazione ambientale, gravi attentati alla salute dei cittadini e dei lavoratori con vittime fra questi ultimi che attendono ancora giustizia.
E ci hanno anche propinato collusioni fra ambienti deviati del potere politico ed il mondo degli affari.
Sono per anni caduti nel nulla i ripetuti inviti al cambiamento da parte delle espressioni più avvertite del mondo sindacale, culturale e religioso: lo sviluppo è diventato sempre di più una chimera, i licenziamenti hanno continuato ciclicamente a fioccare, la rassegnazione è diventata la carta di identità della nostra gente.
Quando la misura era ormai diventata colma e l’estrema involuzione di una politica sbagliata è stata messa in rilievo anche da certe eclatanti inchieste giudiziarie, c’è stato un moto di protesta, un risveglio di partecipazione democratica, una richiesta diffusa di rinnovamento che in qualche modo si sono fatte strada, sia pure fra tanti freni e ostacoli, durante la campagna elettorale e la consultazione amministrativa della primavera scorsa.
E ciò è avvenuto attraverso una serie di incontri, convegni, dibattiti, assemblee e grandi mobilitazioni popolari come quella in particolare della manifestazione del 27 marzo scorso.
Le Amministrazioni locali recentemente rinnovate hanno così potuto fare i primi passi verso un nuovo modo di fare politica tracciando i lineamenti di un modello di sviluppo economico che, razionalizzando e rendendo compatibili gli insediamenti industriali esistenti, sia capace di aprire nuovi spazi alla portualità, al turismo, all’agricoltura, all’artigianato e a tutte le altre attività, proprie soprattutto delle piccole e medie imprese, che possono valorizzare le vocazioni e le potenzialità locali.
Un progetto questo che ha seminato il panico nel vecchio partito trasversale del carbone, del rigassificatore e del ricatto occupazionale. Sono perciò scesi in campo tutti i portavoce del vecchio potere e si è scomodato anche Tony Blair facendogli scrivere a Berlusconi una seconda lettera a sostegno del rigassificatore.
I cittadini devono essere consapevoli di quale sia oggi la posta in gioco. La restaurazione o il cambiamento, il totale asservimento del nostro territorio a poteri esterni ed egemonici o l’apertura di una stagione di impegno civile e di evoluzione economica.
In quest’ottica il coordinamento di tutte le associazioni ambientaliste ha promosso per il 4 dicembre prossimo una grande manifestazione popolare come primo atto di una mobilitazione permanente a sostegno dei progetti di cambiamento.
COMUNICATO STAMPA FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO
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