Brindisi, 14/09/2010
Fotovoltaico, Sciarra e Di Schiena: "no ai megaimpianti senza riduzione del carbone"
Apprezziamo i ripetuti interventi del Presidente della provincia Ferrarese laddove lamenta l’uso selvaggio degli impianti fotovoltaici sul nostro territorio ed impegna la sua Amministrazione a porvi rimedio. Egli fa bene a denunciare la disordinata invasione di mini impianti fotovoltaici richiamando l’attenzione di chi dovere su possibili aggiramenti sule disposizioni di legge che prevedono la Valutazione di Impatto Ambientale.
Sorprende però l’assenza, nelle dichiarazioni del presidente Ferrarese, di uguale preoccupazione per la progettazione dei megaimpianti fotovoltaici di enorme estensione previsti a Brindisi dall’Enel e dalla 3M Energia e a San Pancrazio Salentino. Pur non ritenendo intenzionale tale lacuna, rivolgiamo invito al Presidente della provincia di volerla colmare facendo conoscere il suo pensiero anche su tali iniziative allo scopo di rassicurare l’opinione pubblica e quanti intravedono dietro le citate megacentrali il profilo di poteri e di logiche non certo in linea con gli interessi della nostra comunità.
Il fatto è che in Puglia, come di recente ha scritto l’ex assessore regionale all’ecologia Losappio, “lo sviluppo delle fonti rinnovabili non è stato accompagnato dalla riduzione della produzione da fossili indicata dal Pear”. Un guaio non da poco che vanifica il principale obiettivo della svolta pugliese in favore delle energie rinnovabili, sicché per fronteggiare questo pericolo occorre adeguare la normativa in materia allo scopo di condizionare, soprattutto nelle aree ad alta produzione di energia da fossile, le autorizzazioni alla realizzazione e all’esercizio di grossi impianti fotovoltaici a una preventiva e predeterminata riduzione dell’energia prodotta col carbone. Una riduzione che deve essere proporzionata non, come si è detto da più parti, all’entità della nuova produzione di energia rinnovabile ma alla primaria esigenza di limitare al massimo l’uso del carbone a tutela della salute dei cittadini.
Va quindi precisato con la dovuta chiarezza che a Brindisi la riduzione del carbone utilizzato deve essere operata guardando a tale combustibile in termini quantitativi a prescindere dal doveroso miglioramento della qualità del combustibile medesimo e dal necessario ricorso di più avanzate tecnologie. Esigenze queste che dovrebbero essere tenute presenti dalla proposta di legge regionale presentata da alcuni consiglieri del PD: una iniziativa rivolta soprattutto – così si è letto nelle dichiarazioni del consigliere Epifani – a semplificare le già agevoli procedure autorizzative e ad abbattere radicalmente – non si sa come - la quantità di agenti inquinanti nell’ambiente.
Dobbiamo infine lamentare che certe generiche sortite e talune artificiose espressioni, appaiono rivolte a lasciare le cose così come stanno col tentativo anche di dividere il fronte di opposizione al carbone. La Brindisi del cambiamento, che vuol giocare il suo futuro sul mare nonché sull’agricoltura e sul turismo, non può diventare la capitale d’Italia e (forse d’Europa) dell’energia né la vittima da sacrificare sull’altare del carbone.
Michele Di Schiena, Giorgio Sciarra
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