Brindisi, 05/10/2010
Cobas su riavvio gruppi Edipower
Il grido di allarme lanciato dal Sindacato Cobas nei mesi scorsi
relativo alla difficile situazione occupazionale in cui versano i
lavoratori della Centrale Edipower continua a trovare conferme.
Una difficile situazione a fronte della quale il Sindacato Cobas
dichiarerà lo stato di agitazione dei lavoratori dell’Edipower e
delle ditte appaltatrici a partire dal 10 Ottobre 2010.
La Direzione della Centrale ha infatti informato la RSU, in un
incontro avvenuto la settimana scorsa, che la Edipower avrebbe riavviato i 2 gruppi ancora in funzione nei primi giorni di Ottobre per poi spegnerli in coincidenza delle Festività Natalizie.
Il riavvio dei gruppi, sempre secondo la Direzione della Edipower, avviene in condizioni di perdita economica perché il prezzo di vendita è nettamente inferiore a quello di produzione.
Secondo noi queste affermazioni sono forse dovute al fatto che Edipower deve consumare del carbone già acquistato e da consumare obbligatoriamente per contratto in quest’anno.
La Direzione della Centrale ha inoltre affermato in questa
riunione che le previsioni di funzionamento dei gruppi per il 2011 sembrano essere addirittura inferiori a ciò che è avvenuto nel 2010.
Tutto questo sicuramente produrrà una situazione dal punto di vista occupazionale ancora più difficile di quella vissuta in quest’anno.
Ricompare quindi lo spettro della cassa integrazione che i
lavoratori dell’Edipower insieme a quelli delle ditte appaltatrici
respinsero nel Luglio 2005.
Intanto non è ancora iniziata la costruzione relativa alla
copertura del parco carbone e sembra che sia dovuta al blocco
degli investimenti da parte dei soci di Edipower.
Il Sindacato Cobas crede che il nuovo riassetto societario
della Edipower, previsto per Marzo 2010 con l’uscita di A2A e il quasi totale controllo del colosso Francese EDF con l’inglobamento in Edison di Edipower, abbia già provocato di fatto uno stop forse definitivo agli investimenti per Brindisi.
Investimenti che forse verrebbero di nuovo messi in moto solo a particolari condizioni di ricatto ambientale per la nostra città, come l’utilizzo di carbone ad un tenore di zolfo più elevato.
La oggettiva contrazione dei consumi, il nuovo ingresso in Puglia di nuove realtà produttive dell’ordine di migliaia di Megawatt, i mancati investimenti di Edipower, possono invece secondo noi portare alla soluzione di un trasferimento definitivo dei lavoratori a Cerano e alla chiusura di Brindisi Nord.
Il tutto con la formulazione di una intesa Enel –EDF , sulla
scorta di quell’inutile e dannoso accordo che hanno già realizzato sul nucleare.
E’ ora che gli enti locali e regionali aprano gli occhi sui nuovi
scenari energetici per formulare nelle convenzioni le soluzioni
più idonee a queste situazioni.
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