Ostuni, 05/10/2010
Suicidio disoccupato, Tomaselli (PD): "fallimento collettivo"
Ciò che con tristezza abbiamo letto con sempre maggiore frequenza negli ultimi mesi, nelle scorse ore si è materializzato troppo vicino a noi per non aggiungere alla tristezza e al dolore un grande senso di impotenza: il suicidio di Mino Nardelli a pochi chilometri dalla stazione ferroviaria della sua città è uno schiaffo che ci giunge troppo forte per poter anche solo immaginare che si tratti, per quanto grande, di una tragedia lontana.
Che un giovane della nostra terra, giunto a 38 anni dopo aver a lungo studiato, conquistato con sacrifici una laurea a pieni voti, sopportato lavori umili e non adeguati alla sua formazione culturale e professionale, scelga l'estremo gesto è il segno non solo della disperazione e dello sconforto ma, probabilmente, di una perdita di dignità che ogni uomo o donna vive nel suo intimo come un dolore insopportabile quando si perde la speranza per il futuro.
Certo, c'è il rischio di usare in queste ore parole tinte di inutile retorica, che appaiono vuote e lontane.
Eppure avverto tutta la inadeguatezza, l'insufficienza di una funzione "pubblica" di fronte a simili gesti che finora avevo appreso da lontano, in un crescendo angosciante che coinvolge lavoratori cinquantenni che perdono il posto di lavoro e privi di alcuna prospettiva di ritrovarne uno, giovani frustrati nei loro sogni irraggiungibili come il ventisettenne ricercatore universitario di Palermo, piccoli imprenditori in difficoltà come è avvenuto in Veneto. E ieri Mino Nardelli, qui a Ostuni.
Quanto è lontana la politica dalla vita reale di tanti: quella politica che dovrebbe assumere il futuro del paese, a cominciare dai suoi giovani, come l'assillo quotidiano a cui dare concrete risposte.
Una politica sempre più intrisa di meschinerie e di futili giochi incomprensibili ai più e, soprattutto, assolutamente inutili nella soluzione di alcuno dei problemi che il paese ha dinnanzi, a cominciare da quello più grave, il lavoro.
Mi è capitato spesso di ascoltare in questi anni, a giustificazione di una cattiva immagine della politica, che essa era lo specchio della società: di fronte ad un paese che soffre così gravemente dell'assenza di fiducia e di prospettiva, credo davvero, per quello che di misero la politica produce e per tutto ciò che non fa, che oggi essa è certamente peggiore della società che rappresenta.
La strada del suicidio è una scelta estrema, tremenda e inaccettabile! Il segno di un fallimento collettivo, di una società che, con sempre maggiore frequenza, esclude anzichè includere.
Non ho alcuna indicazione da dare, solo la speranza che Mino Nardelli non venga dimenticato come uno dei tanti fatti di cronaca e che ognuno di noi possa avvertire, insieme, un pò di rabbia e di frustrazione per una giovane vita che non c'è più.
COMUNICATO STAMPA SALVATORE TOMASELLI - SENATORE PARTITO DEMOCRATICO |