Brindisi, 25/10/2010
L'unità di colonproctologia in provincia di Brindisi
Pochi sanno che in Puglia sono operativi soltanto 4 unità di colonproctologia ed uno ha sede, da alcuni mesi, nelle strutture ospedaliere ASL di San Pietro Vernotico e Mesagne. A dirigerla è il dott. Giovanni Greco, come risulta nel sito web del SIUCP (società italiana unitaria di colonproctologia) www.siucp.net. Le altre sedi pugliesi: Acquaviva delle Fonti (Ente Ecclesiastico Osp. Generale Regionale “F. Miulli”), Andria (Ospedale “L. Bonomo”) e Foggia (P.O. di San Severo “T. Masselli Mascia”).
L’attività del servizio è finalizzata alla diagnosi e terapia delle patologie organiche e funzionali che colpiscono la regione anale perianale e del pavimento pelvico. Si pensi, tra l’altro, alla diagnosi e cura delle emorroidi e della stipsi e alla colonscoscopia per la prevenzione sui tumori del colon. Presso la struttura ASL diretta dal dott. Giovanni Greco viene indicato un percorso diagnostico-terapeutico valido, efficace e specifico per ogni paziente e nei casi ove risulti necessario l’appropriatezza dell’intervento chirurgico.
Il coordinamento dell’unità di coloproctologia di nuova istituzione è stata assegnata al dott. Giovanni Greco dal consiglio direttivo della SIUCP in rapporto all’impegno costante sulla prevenzione ed in riferimento al curriculum formativo (specialista in Proctologia presso l’Università di Marsiglia-Francia) sulle patologie anorettali e tenendo conto del numero degli interventi chirurgici eseguiti in sala operatoria.
Per quanto riguarda il pavimento pelvico, quando la valutazione clinica è adeguatamente strutturata – dichiara il dott. Greco – essa può portare alla diagnosi nella maggior parte dei pazienti ed identificare al tempo stesso quella minoranza di casi che necessitano di indagini più sofisticate di tipo radiologico e urodinamico. Parallelamente all’iter diagnostico anche l’impostazione della terapia è progressiva. A volte già semplici cambiamenti delle abitudini di vita e di assunzione dei liquidi, oppure terapie comportamentali come la rieducazione alla funzione anale o vescicale si dimostrano sicuri, semplici ed efficaci. Il primo approccio terapeutico è generalmente di tipo conservativo, mediante la riabilitazione o la terapia farmacologia; ciò consente di selezionare pazienti con problemi più complessi che necessitano invece di un trattamento di tipo chirurgico.
COMUNICATO STAMPA ASL BRINDISI |