Brindisi, 11/11/2010

L'Adoc sul molo crocieristico

Interveniamo nel dibattito avviato in città circa la realizzazione o meno di un molo crocieristico presso il castello Alfonsino tendente ad ospitare ben quattro navi di nuova generazione e che ha suscitato l’interesse anche di due grandi compagnie di navigazione MSC e Royal Caribbean.

Un dato importante, quindi, se non fosse per il fatto che Brindisi dispone già di infrastrutture sotto utilizzate che anzichè destinarle agli scopi per cui sono state realizzate hanno persino cambiato destinazione d’uso nel tempo. Parliamo della stazione marittima nel porto interno, ospitante uffici, che nulla a che invidiare anche a strutture più recenti e a noi vicine che registrano volumi di traffico crocieristico importanti.

Adeguamento delle banchine, realizzazione di silos parcheggio e adeguamento dei fondali sono i temi su cui ci si potrebbe impegnare per far funzionare l’esistente e non è poca cosa. Per chi ha vissuto l’esperienza di una crociera nell’area del Mediterraneo si è reso certamente conto come si possa fare turismo anche con strutture ridotte al minimo ma efficienti. Da noi invece si è abituati a pensare in grande proponendo progetti di certo meritevoli di apprezzamento ed attenzione ma di difficile realizzazione. Sarà un caso? Ci chiediamo ad esempio al di là delle pur importanti valutazioni circa l’impatto che il proponendo molo crocieristico dovrebbe avere con il complesso di “Forte a mare” quali siano le progettualità che sia Comune che Provincia mettono in campo, ad esempio, sui temi della viabilità.

Vi immaginate non quattro ma una sola nave con un minimo di quattromila tra passeggeri ed equipaggio che attracca a Punta Riso senza che vi siano sbocchi viari. Via Materdomini già “soffre” il traffico cittadino figuriamoci quello sostenuto di Pulmann e taxi. Non ne parliamo della S.P.41, meglio nota come Litoranea Nord, che già oggi non riesce ad accogliere le presenze estive dei bagnanti figuriamoci altro. Quindi la vera progettazione e voglia di cambiamento dovrebbe partire proprio dalle infrastrutture primarie e non viceversa con il rischio di vanificare, se saranno disponibili, milioni di euro di investimento. L’auspicio è che si riesca a coniugare il tutto. Una considerazione però è d’obbligo quella relativa all’idea maturata in città in diversi ambienti, anche politici, relativa ad una visione del turismo innocua ed in alternativa alle presenze “ingombranti” presenti nel territorio. Oggi si incomincia a valutare e a prendere coscienza che anche per il turismo la città dovrà scontare un prezzo oggi per le infrastrutture domani per i volumi di visitatori che andranno ad incidere sui importanti temi ambientali ( rifiuti, scarichi di depurazione ecc.).

COMUNICATO STAMPA ADOC BRINDISI