Brindisi, 05/02/2005
Medicina Democratica sui campi elettromagnetici
L' inquinamento elettromagnetico preoccupa giustamente i cittadini dei vari Comuni anche della nostra Provincia che si domandano quale siano lo stato delle ricerche ed i risultati studi epidemiologici nel settore.
L'Italia e' uno dei Paesi del mondo a piu' alta densita' territoriale di impianti elettrici. Nelle grandi aree urbane il livello della radiofrequenza è cresciuta di ben dieci volte rispetto ad alcuni anni fa' ed e' per questo che molti studiosi hanno approfondito gli effetti biologici e sanitari di
questo tipo di radiazioni.
Il Professore Pietro Comba, ricercatore del Laboratorio di Epidemilogia Ambientale dell'Istituto Superiore di Sinità, in
una revisione degli studi sinora pubblicati sull'argomento, conclude per la necessità della massima precauzione di fronte a campi elettromagnetici prodotti dalle antenne di vario genere.
Tale conclusione si basa sull'analisi di alcuni studi epidemiologici che analizzano la distanza dell'abitazione dagli elettrodotti ed il rischio di leucemia infantile.
Questo rischio risulta incrementato per esposizioni superiori a 0.4 microtesla che è l'unità di misura del campo magnetico.
Comba riporta inoltre le conclusione del National Radiological Protection Board inglese: "In assenza di una chiara evidenza di un effetto cancerogeno negli adulti o di una spiegazione plausibile della sperimentazione su animali o su cellule
isolate, l'evidenza epidemiologica non è a tutt'oggi abbastanza forte da giustificare la ferma conclusione che tali campi causino la leucemia infantile. Tuttavia a meno che futuri studi indichino che questo riscontro sia dovuto al caso o a qualche artefatto al momento ignoto, rimane la possibilità che esposizioni intense e prolungate ai campi magnetici possano
accrescere il rischio di leucemia infantile".
La revisione di Comba illustra anche i risultati di alcuni studi riguardanti disturbi neurocomportamentali determinati da esposizioni a lungo termine alle basse frequenze ed alcuni
eccessi di particolari tumori in popolazioni esposte, per motivi
professionali e residenziali (Radio Vaticana) alle radiofrequenze.
"L'insieme dei dati qui presentati porta a ritenere che effetti a lungo termine dei campi a bassa frequenza siano associati a livelli di esposizione superiori a 0.5 microtesla. Per quanto riguarda i campi a radiofrequenza le conoscenze sono più scarse e imprecise. E' proprio perchè mancano elementi
di valutazione dei possibili effetti a lungo termine mentre i livelli di esposizione tendono a salire che è necessario adottare politiche che contrastino questa tendenza imponendo riduzioni progressive delle esposizioni mentre si implementano studi e ricerche atti a fornire elementi per la valutazione del rischio". ( Comba P. Studi epidemiologici sui campi
elettromagnetici: evidenze di rischio e indicazioni per la prevenzione" in Epidemiologia e Prevenzione anno 26, luglio agosto 2003, 191-197).
Anche il Professore Angelo Gino Levis, esperto nel campo della ricerca sull'elettromagnetismo, ha ribadito in un recente convegno tenutosi a Pisa, che "le frequenze dei ripetitori UMTS interferiscono con l'organismo umano e provocano conseguenze che possono essere pericolose".
Il Professore Levis ha attirato l'attenzione sul fatto che "UMTS hanno una frequenza che superano i 2.200megahertz,di gran lunga superiore ai vecchi TACS che ne avevano 450 e ai 1.800 megahertz dei GSM di ultima generazione".. In particolare, ha sottolineato che "le alte frequenze artificiali causano fenomeni di risonanza e di interferenza con quelle biologiche, ad esempio l'elettroencefalogramma, l'elettrocardiogramma o la frequenza della pompa cellulare che regola il rilascio della quantità di calcio".
Medicina Democratica ritiene necessario che le popolazioni e gli
amministratori locali ricevano una informazione rigorosa e diffusa che sappia focalizzare i rischi derivanti dall'esposizione a questo tipo di radiazioni al fine di preservare il cittadino da ogni eventuale rischio per la salute.
L'inquinamento elettromagnetico costituisce una grave fonte di rischio per le persone esposte in quanto fortemente indiziato di causare diverse patologie, neoplastiche (tumori al cervello, alla mammella nei maschi, leucemie, tumori in altre sedi dell'organismo, come riscontrato soprattutto nei lavoratori e nelle lavoratrici con mansioni di macchinisti
delle ferrovie e nei lavoratori del settore elettrico) e non neoplastiche come, per esempio, le variazioni del ritmo cardiaco, la sterilità per l'uomo, la perdita visiva per opacità del cristallino che possono essere causate dall'esposizione a campi elettromagnetici a frequenza industriale di 50 Hertz (Hz), a radiofrequenza e alle microonde. (in "Medicina Democratica": numeri 141-143, pagine 3-4 e numero 98, pagine 9, 21-30 e 32-43).
In questi articoli della rivista sono riportate in maniera rigorosamente scientifica le principali disposizioni comunitarie, il quadro normativo nazionale, tabelle, diagrammi e un utile glossario, per facilitare la comprensione di alcuni termini. Un utile ausilio non solo per gli studiosi della materia, ma soprattutto per gli amministratori che devono tutelare la
salute dei cittadini.
Il materiale citato è a disposizione su rischiesta di quanti vogliono approfondire l'argomento.
Esistono a Brindisi attività di ricerca sui CEM condotte nel locale Liceo Classico "B. Marzolla", peraltro premiate a
livello nazionale nello scorso anno scolastico.
Medicina Democratica intende costituire un gruppo di studio per tenere aggiornate le conoscenze scientifiche sulla problematica e per questo invita chiunque (docenti,
studenti e cittadini in generale interessati) intenda partecipare
all'attività di ricerca a far pervenire la propria adesione all' indirizzo sottoindicato.
COMUNICATO STAMPA MEDICINA DEMOCRATICA |