Brindisi, 19/07/2003
Friolo interviene sui recenti danni all'agricoltura
Questo lungo periodo di siccità sta mettendo in ginocchio l’agricoltura. E’ possibile immaginare come l’assenza di piogge stia impoverendo le falde acquifere. Un dato aggravato senza dubbio dall’aumento del fabbisogno idrico nelle campagne. Accade, quindi, che proprio ora che risulta indispensabile un maggiore emungimento dalle acque del sottosuolo le falde risultano di minore consistenza a causa della mancata ricarica naturale costituita dalla piovosità. In questo scenario negativo dove i danni in agricoltura sono elevati si aggiungono quelli, certamente non meno importanti, all’ambiente. Cambiano sostanzialmente i valori medi stagionali, si creano quindi squilibri a cui nessuno, purtroppo, può porre rimedio poiché, come è facile immaginare, l’unica soluzione è nella speranza di pioggia. Nel frattempo agli agricoltori non resta altra scelta che aumentare i quantitativi d’acqua riversati nel terreno e ridurre i tempi di intervallo tra le irrigazioni rendendole cioè più frequenti. Ciò, oltre a provocare i danni già evidenziati, causa senza dubbio una maggiore spesa nei bilanci di produzione delle singole colture. Aumenta vertiginosamente, ad esempio, la spesa per l’acquisto del carburante per alimentare i generatori elettrici che alimentano le pompe sommerse dei pozzi artesiani. E su questo aspetto appare superfluo, perché noto a tutti, quanto sia progressivamente aumentato il prezzo del carburante. Spese esose anche nel caso in cui il prelevamento dell’acqua dai pozzi artesiani avvenga con l’utilizzo direttamente di energia elettrica. Questo maggiore fabbisogno non solo incide molto sulle tasche degli agricoltori ma contribuisce, purtroppo, anche sui temuti black out nell’erogazione di elettricità. Poiché, come dice un vecchio detto, al male non c’è fine, c’è da aggiungere un altro elemento di negatività. Il forzato emungimento di acqua dalle falde sotterranee e la mancata “ricarica” per assenza di piogge provocano anche un peggioramento della qualità della stessa. Infatti è scientificamente provocato che il ciclo negativo innescato causa squilibri pure nei valori dell’acqua innalzando, ad esempio, il livello di salinità. Un dato gravissimo che si ripercuote sia sul ciclo vegetativo delle piante che sul terreno, rendendo le prime meno produttive e vigorose e quindi anche più facilmente attaccabili dai parassiti e malattie. Il terreno, poi, subisce un graduale aumento della salinità e quindi di infertilità diventando sempre più arido e improduttivo contribuendo a dipingere quello scenario apocalittico che gli studiosi indicano con una sola parola: desertificazione. Forse è il caso di considerare un po’ tutto questo quanto ci rechiamo in piazza a comparare frutta e verdura e vorremmo gridare allo scandalo. La ragione, infatti, non è mai tutta da una parte.
COMUNICATO STAMPA DEL'AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI BRINDISI
Dalla redazione giornalistica di Puglia TV - Brindisi
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