Brindisi, 23/03/2005

Pastis: Errico risponde a Curto

Caro Senatore Curto,
in merito alla sua nota sulle vicende del Pastis è opportuno avanzare delle precisazioni. Innanzitutto è bene dire che le commissioni di indagine non sono uno strumento attivabile dalla Provincia di Brindisi per due ordini di motivi. Primo, la commissione di indagine non è prevista dal regolamento sul funzionamento dell’Ente Provincia se non per l’attività dell’amministrazione. Non credo, quindi, che chieda di indagare su attività delle precedenti Amministrazioni provinciali. Secondo, ma ancor più significativo, è il fatto che il diritto italiano non prevede alcuna possibilità che una società regolata dal diritto privato possa essere indagata da un’istituzione quale la Provincia se pur socia allo 0,24%.
L’Amministrazione provinciale ha, invece, un altro compito ossia quello di valutare se per il territorio sia un punto di forza o meno avere un parco Scientifico e Tecnologico e impegnarsi di conseguenza e se non sia necessario salvaguardare addetti ancor oggi coinvolti nella struttura. Prima di rispondere tuttavia è opportuno ricordare come i Parchi Scientifici e Tecnologici in Italia nascono negli anni '90 grazie a finanziamenti del Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica Obiettivo principale di queste strutture è la conduzione, la promozione e il coordinamento tra le attività del mondo della ricerca (Università, centri di ricerca, di formazione) e quello delle imprese. Le principali attività sono: trasferimento di informazioni e conoscenze tecnologiche al sistema delle imprese; qualificazione del sistema e delle strutture di ricerca e trasferimento tecnologico, e il potenziamento del loro collegamento con il sistema produttivo; partecipazione diretta ai programmi di cooperazione scientifica; facilitazione dell'accesso da parte del sistema imprenditoriale ai finanziamenti nazionali, regionali e comunitari a favore della ricerca e dell'innovazione. Questo è un Parco e questo è stato il Pastis con le sue luci ed ombre. Noi riteniamo che sia doveroso recuperare una struttura che possa assolvere a tali funzioni avendo altresì la consapevolezza che vi sono una serie di strumenti agevolativi di fonte comunitaria, nazionale e regionale che senza tale struttura non sarebbero intercettabili.
La Provincia è stato l’unico socio a presentare nella scorsa assemblea un piano di rilancio con una nuova missione, un nuovo conto economico ed una soluzione a quanti oggi sono ancora occupati in tale struttura.
L’approvazione di tale piano avrebbe garantito sicurezza e continuità della struttura e dei suoi lavoratori. Su tale piano, che è appunto la sintesi di cui egli parla accusando la Provincia di non aver fatto alcunché, i soci, eccetto alcuni tra i quali Enea, Università di Bari e Comune di Mesagne, hanno glissato irresponsabilmente. Se lo ritiene il Senatore può egli stesso leggere i verbali di assemblea dai quali emerge con chiarezza la posizione della Provincia. La Provincia ha espresso la sua volontà di ripianamento, guardando avanti e senza volgere lo sguardo indietro con l’obiettivo di recuperare una tradizione che ha fatto sì che nascesse un tessuto di imprese che oggi occupa centinaia di addetti e con l’obiettivo di conservare una prerogativa di Parco, ottenuta con apposito decreto ministeriale, quale soggetto utile per attrazione di risorse e fonte di nuovi investimenti privati. Non si capisce la sua affermazione sulle perplessità dei soci sul ripianamento del debito. E’ bene ricordare che i soci non sono un corpo estraneo alla società, sono i proprietari che esprimono a loro volta consiglieri di amministrazione, sindaci e consiglieri delegati che operano su mandato e per conto dei soci e che ad essi rispondono.
Il buono o cattivo operato dipende essenzialmente dai soci. Le risposte che i soci chiedono non possono che arrivare da essi stessi, ovvero da coloro che guidano e governano le società. Non si capisce a chi rivolga il suo appello visto che è difficile trovare un cittadino che non sappia come i poteri per la gestione delle società spettino per legge solo ed esclusivamente ai soci che li esercitano secondo quanto stabilito dal codice civile e dai relativi statuti societari.

Brindisi, 23/03/05

IL PRESIDENTE - ERRICO-