Brindisi, 04/04/2003

Lisco (CD): la guerra pone in secondo piano i contrasti locali

Riceviamo e pubblichiamo un intervento del coordinatore del Centro Democratico Dott. Franco Lisco.
Questi sono giorni che mai avremmo voluto vivere, convinti della vittoria della razionalità, della coscienza civile e della speranza sulle conflittualità, le ingiustizie, la prevaricazione senza confini del potere. In questo caso, purtroppo, la politica della mediazione, del confronto, dell'" uso nobile" della diplomazia ha fallito di fronte all'ineluttabilità di eventi bellici che tra l'altro la "potenza mediatica" trasmette con puntualità infallibile.
Entrando nelle nostre ansie, nelle paure, nelle coscienze di chi non intende rimanere inerte rispetto ad un conflitto da cui possono scaturire conseguenze spaventose ed inimigginabili. Peggiori dell'attuale scenario in terra irachena che vede già una miriade di morti tra i civili, persone costrette a vivere senza cibo e corrente elettrica, nell'incubo quotidiano di una guerra devastante, senza pause.
L'impegno della coscienza civile non si fermerà confidando in una nuova risoluzione Onu che possa bloccare miracolosamente i gravi errori statunitensi.
Quella coscienza che anche nel nostro territorio, attraverso l'azione del Coordinamento Provinciale dei Comitati per la pace, unisce tutti, gente comune, associazioni, politici, tutti i ceti sociali in una lotta esaltata dalla fede e da "sani ideali". Azione che vede naturalmente tra gli aderenti anche il Centro Democratico, movimento nato soprattuto con l'intento di essere vicino alle istanze della gente comune. E come non pensare al fatto che ogni contrasto politico locale passa in secondo piano di fronte a centinaia di migliaia di esseri umani che vedono, i questi terribili giorni, le proprie case e le infrastrutture civili distrutte e che hanno urgentemente bisogno di aiuti umanitari.
Il corteo pacifista a Brindisi, organizzato dal Comitato per la Pace, è stata l'ennesima dimostrazione di come non ci si voglia arrendere ad una guerra in cui i due massimi contendenti, Saddam Hussein e George Bush, dovranno fino in fondo confrontarsi con le loro immense responsabilità.
Non è più guerra "squisitamente tecnologica" ma stiamo arretrando ad una guerra "medieoevale". E' chiaro uno scenario in cui, alla fine dei conti, il "Diavolo Saddam" non perde ed il "potente Bush" non vince. In uno scacchiere bellico americano che perde via via i suoi obiettivi, quelli di spingere la popolazione assediata di Bagdad ad insorgere contro il Rais. Sono fermamente convinto che l'assedio via terra complicherà la situazione inasprendola. Il sacrificio della popolazione assediata troverà sicuramente solidarietà all'esterno da parte di altra popolazione diseredata che darà man forte con l'obiettivo di far resuscitare il "piccolo Davide" per abbattere "L'arrogante Golia".

Dalla redazione giornalistica di Puglia TV - Brindisi