Brindisi, 18/05/2005
Università a Brindisi, Forum: "deve farsi realtà"
Il problema della istituzione a Brindisi di un polo Universitario è strettamente connesso all’elaborazione ed alla progressiva attuazione di un diverso modello di sviluppo economico centrato sulla valorizzazione del porto, dell’agricoltura e del turismo e capace di dare impulso al settore aeronautico e ad attività industriali in grado di affermarsi sui nuovi mercati globalizzati con produzioni specializzate e di qualità. Senza ricerca, senza nuove tecnologie e senza competenze professionali non c’è nuovo sviluppo ed è per questo che la questione-Università si pone a Brindisi come un impegno fondamentale da portare avanti col necessario approfondimento scientifico, ma anche informando e coinvolgendo i cittadini che non possono essere relegati nel ruolo di semplici spettatori di quanto accade (o talvolta purtroppo non accade) nelle istituzioni che li rappresentano.
Ci facciamo perciò carico di rendere nota la cornice giuridica da tener presente in ordine alla istituzione di nuove Università e che fa largamente riferimento al D.P.R. n. 25 del 27\1\98 e cioè al Regolamento recante disciplina dei procedimenti relativi allo sviluppo ed alla programmazione del sistema universitario, in attuazione dell’art. 20 della L. 59 15\3\97. Tale programmazione si articola nelle seguenti fasi: un decreto ministeriale che con scadenza triennale determina gli obiettivi del sistema universitario e le finalizzazioni delle risorse finanziarie; un successivo decreto che individua iniziative da realizzare nonché Università, Facoltà e Corsi di Laurea da istituire, risorse da attribuire e ripartire sulla base del Decreto precedente, delle proposte formulate da Università, soggetti pubblici o privati, di pareri forniti dai centri regionali di coordinamento, di relazioni tecniche predisposte da altri organismi; successivi decreti che vanno emanati sulla base di quelli precedenti per disciplinare modalità di attuazione e tempi di realizzazione in ordine alla istituzione di nuove facoltà o nuove Università.
Così come riteniamo utile richiamare l’attenzione di tutti sui primi passi fatti in direzione della istituzione della locale Università. Dopo il tentativo del C.U.B. (Consorzio Universitario Brindisino) di avviare l’Università a Brindisi, le nuove amministrazioni provinciale e comunale di Brindisi hanno meritoriamente ripreso in esame tale questione avviando contatti con le Università di Bari e Lecce.
E’ stato costituito un “tavolo tecnico per il polo brindisino della conoscenza” composto da Politecnico di Bari, Università di Bari, Università di Lecce, provincia di Brindisi, comune di Brindisi, Camera di Commercio. Tale “tavolo tecnico”, riunitosi alla fine del 2004, ha ipotizzato la istituzione a Brindisi di 5 corsi di laurea: Economia (con indirizzo di economia del mare), arricchito da elementi relativi alle esigenze del settore agro-alimentare e turistico; Informatica; Ingegneria industriale (con specializzazione in ingegneria aeronautica); Storia, Scienze e Tecniche dell’industria culturale; Beni Culturali – Architettura (con specializzazione in archeologia marina).
Il suddetto “tavolo” ha poi istituito 5 ulteriori “tavoli tecnici” per approfondire le problematiche relative alla istituzione dei rispettivi corsi. Tali approfondimenti sono stati raccolti in un progetto complessivo denominato “Polo brindisino della conoscenza” che è stato esaminato in febbraio dal Comitato Regionale Universitario Pugliese che non ha accolto le indicazioni contenute nella proposta ed ha chiesto ulteriori approfondimenti. Questo Comitato non è stato finora riconvocato né si hanno notizie relative agli adempimenti richiesti. Circa un mese addietro abbiamo solo letto sulla stampa alcune puntualizzazioni di amministratori locali in ordine all’autonomia dell’eventuale polo brindisino in dissenso con l’Università di Lecce ma non si sono registrati successivi sviluppi.
Chiediamo perciò alle istituzioni locali se si sono fatti passi avanti, in quale direzione e con quali possibilità di successo. Perché proposte e progetti sono sempre confrontabili ed hanno senso costruttivo se sfociano in scelte precise e concrete: ciò che invece non è ammissibile è che le difficoltà o le polemiche blocchino gli itinerari intrapresi e tutto venga congelato o rinviato.
A noi sembra di primaria importanza l’approfondimento e la messa a punto della “realtà” che deve nascere, precisando con quali obiettivi di studio e di ricerca, con quali risorse umane, professionali e finanziarie e con l’utilizzo di quali strutture logistiche. Ciò che rileva insomma è che l’istituendo sistema universitario sia di qualità e cioè dotato di competenze, laboratori e tecnologie tali da attrarre i giovani. Si possono perciò realizzare sinergie importanti e si può costituire una rete di collaborazioni. Il fatto è che l'Università degli Studi serve a far raggiungere i più alti livelli di istruzione alla popolazione ma serve anche – come abbiamo detto - a fare ricerca e cioè ideazione, sperimentazione e progettazione.
Ed è proprio per questo che i settori di interesse indicati dal “tavolo tecnico” costituiscono proposte che riteniamo pertinenti con settori economici da sviluppare nel nostro territorio. Interessante appare, in particolare, la ipotesi della realizzazione nella Cittadella della Ricerca di un corso di laurea in ingegneria biomedica che potrebbe contare sulla presenza in quel parco tecnologico di numerose realtà di ricerca, di laboratori e del vicino polo sanitario. Una ipotesi che, in qualsiasi forma attuata, potrebbe attivare energie e competenze già presenti ed attirarne di nuove producendo un avanzamento culturale della collettività e dello stesso sistema sanitario locale con comprensibili benefici anche per gli ammalati.
L’autonomia dell’eventuale polo è senza dubbio un valore da perseguire ma se non fosse possibile raggiungerlo al momento costitutivo può diventare un risultato da conseguire in tempi medio lunghi e per “gemmazione” come è accaduto per la gran parte delle università italiane. L’autonomia la vogliamo tutti ma ciò che è importante è che le garanzie che essa assicura siano soddisfatte anche qualora non fosse possibile assicurarla immediatamente.
Per quanto ci riguarda, torniamo a ribadire che la questione del nuovo modello di sviluppo e quella ad essa collegata della istituenda Università devono essere certo oggetto di un’attenta riflessione politica e di un competente studio tecnico ma anche e soprattutto devono essere temi sui quali deve esprimersi la partecipazione popolare con orientamenti, indicazioni e suggerimenti.
Giancarlo Canuto – Giovanni Caputo – Michele Di Schiena – Raffaella Guadalupi –
Teodoro Marinazzo – Domenico Mitrotti - Achille Noia – Mario Panessa –
Michele Polignano – Maurizio Portaluri – Fortunato Sconosciuto
COMUNICATO STAMPA FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO
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