Brindisi, 19/05/2005

Dipietrangelo a Vendola: una strategia condivisa per l'AQP

Il dopo elezioni ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica, grazie anche agli interventi di Vendola, il futuro ed il ruolo dell’acquedotto pugliese, banco di prova per la qualità del governo della cosa pubblica del centro sinistra pugliese.
Si parla tanto in questi giorni di gestione, di vertici da nominare, ma nessuno affronta i ritardi nella realizzazione delle opere, l’impoverimento delle professionalità e risorse umane, le difficoltà di mercato ed i gravi problemi che sono sul tappeto e che il centro sinistra si troverà ad affrontare dopo il 30 giugno, quando l’amministratore unico Francesco Divella passerà la mano.
In più occasioni il presidente Vendola ha ribadito il proprio “no alla privatizzazione”. Giusto. Anche se mi sembra un falso problema dal momento che dietro la sua porta non c’è traccia di alcuno che chieda la privatizzazione.
Nessuno però si è chiesto: quanto vale l’Aqp?
Chi sarebbe interessato ad acquistarlo?
E poi, con i problemi che si ritrova è proprio privatizzabile?
Un accordo di programma di un miliardo di euro rimasto sulla carta, proroghe continue di incarichi, mancata cantierizzazione delle opere (cottimi , ricerca perdite , telecontrollo, potabilizzatore di Conza, grandi reti di adduzione, lavori per gli impianti per la nuova depurazione). Il tutto condito da un accavallamento di competenze tra Ato, Aqp ,Aqp-progettazioni, struttura commissariale e nucleo di valutazione della regione, che non ha fatto partire nessuna delle opere previste dal piano d’ambito.
I Comuni non hanno potuto provvedere a risanare le reti idriche,il cemento amianto rimane nelle condutture. Le risorse rimangono inutilizzate, mentre aumenta la tariffa anno dopo anno senza migliorare in Puglia il servizio idrico integrato.
I pugliesi continuano infatti a pagare una tariffa “sovradimensionata” tra le più alte d’Italia, aumentata tra l’altro di un 7% per il 2005, illegittima in quanto non corrispettiva di investimenti che, se pur programmati, non sono stati realizzati.
E’ necessario invece valutare che cosa è oggi l’AQP, quanto valga effettivamente e che cosa deve fare per garantire agli utenti pugliesi un servizio idrico integrato, efficace e moderno.
Oggi l’AQP, senza strategia, perde competitività ogni giorno che passa rispetto agli altri soggetti industriali del settore, che fino a qualche anno fa guardavano ad esso come un punto di riferimento e un concorrente molto competitivo.
I requisiti e le referenze dell’AQP di qualche anno fa hanno perso valore, mentre gli altri competitori nazionali ed esteri ne hanno acquistato, acquisendo clienti e gestioni. L’AQP è rimasto fermo, mentre gli altri suoi concorrenti sono andati avanti.
L’AQP si è ridotto ad essere solo un modesto gestore del servizio idrico integrato nell’ambito della Puglia, garantito da una concessione che, se i Comuni continueranno a confermare, durerà fino al 2018!
Non c’è impresa al mondo che possa fare investimenti senza avere i soldi! E l’AQP non può farlo, perché non ha le risorse!
Si rischia di perdere i fondi disponibili (quelli del POR e dell’intesa istituzionale di programma) per mancanza di cofinanziamento da parte dell’AQP e per i ritardi delle progettazioni e delle gare. Come sarà possibile infatti rendicontare entro un anno opere che non sono neanche partite e che potrebbero essere appaltate nel migliore dei casi nel 2006? La grande operazione dei “bond” che hanno di fato portato 250 milioni di euro nelle casse dell’Aqp per cofinanziare le opere , altro non è che un ulteriore debito, oltre che un vincolo finanziario pesante sull’operatività e sulla competitività dell’AQP. Neanche un euro delle risorse del “bond” è stato speso ed il rischio che un abbassamento del “rating” provochi l’immediata restituzione del prestito non è poi così lontano .
L’AQP, uscendo dalle partecipate con cui aveva vinto alcune gare in Italia, ha scelto la strada dell’autoridimensionamento. Scelta questa che avrà una ricaduta positiva sul bilancio 2004.
Ma l’AQP, a seguito di questa operazione e per i ritardi accumulati, è fuori mercato. Renderà poco praticabile non solo qualsiasi privatizzazione, ma anche il suo stesso rilancio in campo nazionale ed internazionale.
La sua funzione e operatività sono ormai limitate solo alla Puglia. Altro che grande competitore nazionale e internazionale a cui tutti pensavano per il suo futuro. Oggi, realisticamente, l’AQP non è appetibile, non è interessante e competitivo rispetto a quanto avvenuto nel settore della gestione dell’acqua. Qualcuno azzarda che il valore dell’AQP sia o possa divenire addirittura di segno negativo.
Bisogna allora ricostruire una strategia condivisa per riprendere in mano le sorti dell’AQP e per dare ad esso una prospettiva.
Come? Innanzi tutto vanno coinvolti i Comuni in una discussione strategica per rivedere sia il piano d’ambito, sia la concessione che scade nel 2018, affrontando con gli stessi il loro ruolo nell’AQP e il rapporto con esso (canoni di concessione, ecc.).
Il coinvolgimento dei Comuni è decisivo, altrimenti faranno bene gli stessi a trovare altre soluzioni, altre forme, altri interlocutori per la gestione di reti e impianti di cui restano proprietari.La discussione va allora riaperta seriamente prima che altri ritardi pregiudichino irreversibilmente non solo il futuro, ma la stessa esistenza dell’AQP.
E’ necessaria una nuova strategia, indipendentemente dai nuovi vertici che saranno nominati. Un amministratore unico, un Cda? Poco importa la scelta. Importante è avere alla guida dell’Aqp una o più persone competenti, capaci, con deleghe pine di agire, profondi conoscitori dei problemi, in grado di recuperare il tempo perduto, di cantierizzare le opere previste dal piano d’ambito, di riorganizzare e di mettere ordine in una Società oramai priva di motivazione e di strategia.
Certo Vendola mi perdonerà se alla sua affascinante visione che ha del “bene acqua” da me, tra l’altro condivisa, ho voluto prosaicamente aggiungere queste mie considerazioni sulla “eredità” che ci lascia Fitto e Francesco Divella.

Carmine Dipietrangelo
Segreteria Regionale DS
Responsabile Enti Locali ed Istituzioni

COMUNICATO STAMPA DS PUGLIA