Brindisi, 21/05/2005
Nasce il Comitato “Scienza & vita”
In vista del referendum che vuole modificare alcuni punti essenziali della Legge 40/2004 sulla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), è nato il Comitato “Scienza & vita”.
Vi hanno aderito 121 personalità del mondo scientifico, culturale, professionale, politico e associativo, credenti e non credenti, accomunate dalla volontà di impedire il peggioramento della legge 40.
Oggi i sostenitori del referendum intendono travolgere la legge 40.
Il Comitato “Scienza & vita”, invece, la vuole difendere perché possa essere pienamente attuata. Per tale ragione suggerisce di non andare a votare.
In tutta Italia continuano ad aderire sempre più nuovi comitati locali e anche a Brindisi si è costituito il Comitato “Scienza e Vita” al quale hanno aderito numerose associazioni, movimenti e gruppi che riconoscono che la legge 40, Norme in materia di procreazione medicalmente assistita, intende tutelare al massimo grado possibile, nell’attuale contesto culturale e storico, i valori della vita, fin dal suo concepimento, della salute e della ricerca scientifica. In realtà, l’embrione “è uno di noi” (Comitato Nazionale di Bioetica, 1996), e ciascuno di noi – è persino banale dirlo - oggi è, oggi vive, solo perché la sua vita, quando era un embrione,
non è stata manipolata e soppressa.
Prima della legge la donna veniva sottoposta a un bombardamento ormonale tale da farle produrre una grande quantità di ovuli che venivano tutti fecondati e congelati. Gli embrioni avanzati venivano utilizzati per la sperimentazione o addirittura eliminati, nonostante la scienza e il buon senso affermino che l’embrione fin dal concepimento è già un essere umano.
Oggi la legge permette di realizzare al massimo tre embrioni da impiantare subito nella donna evitando così il congelamento e la produzione di embrioni in soprannumero. Tutti gli embrioni hanno diritto alla vita e non possono essere eliminati. Questo intervento graduale mira anche a tutelare la salute della donna.
Prima della legge potevano accedere alle tecniche di procreazione artificiale anche donne anziane (le mamme-nonne), ed era possibile condurre gravidanze per conto di altri (uteri in affitto).
Oggi la legge consente la procreazione artificiale solo a coppie di adulti sposati o conviventi, di sesso diverso, entrambi viventi, in età potenzialmente fertile.
Prima della legge era possibile produrre embrioni utilizzando ovuli e spermatozoi provenienti da persone estranee alla coppia e che rimanevano anonime.
Oggi la legge consente di produrre embrioni esclusivamente con gameti appartenenti alla coppia degli aspiranti genitori garantendo al bambino genitori certi e conosciuti.
La legge, pur imperfetta, è condivisibile nei suoi principi ispiratori, che coincidono con le convinzioni esposte e con i principi della Costituzione italiana, ed è per questo che non andremo a votare. Tale legge:
- è stata approvata dal Parlamento italiano dopo un lavoro parlamentare protrattosi per tre legislature ed accompagnato sia da numerosi studi anche a livello internazionale ed avviati in Italia fin dal 1984, sia da un forte coinvolgimento della cittadinanza attiva;
- rispetta le indicazioni formulate dal Parlamento Europeo e dal Consiglio d’Europa;
- esprime il dovere degli Stati di dare ai figli il meglio di se stessi e perciò, oltre alla doverosa attenzione al desiderio degli adulti di avere un figlio, deve essere garantito il rispetto del diritto alla vita, fin dal suo concepimento,alla famiglia e all’identità di ogni figlio anche se generato con le tecniche artificiali.
L’abrogazione anche parziale della legge reintrodurrebbe in Italia il cosiddetto “far west procreatico”.
Il Comitato “Scienza & vita” dice NO all’uso del referendum su materie decisive per il futuro dell’uomo: la vita non può essere messa ai voti.
Lo strumento del referendum è inadeguato per intervenire su un tema così delicato e complesso e finisce per banalizzarlo. Il “non voto” è una modalità consapevole per manifestare la propria contrarietà ai quesiti proposti. La legge 40/2004, frutto di un lungo e approfondito lavoro parlamentare, pur imperfetta, è condivisibile nei suoi principi. Per questo vogliamo evitare che una minoranza di cittadini la peggiori. I quesiti referendari, con i quali sono state raccolte le firme, sono ingannevoli: fanno intravedere la possibilità di terapie per le quali non esistono neppure le premesse, o si dichiarano a favore della salute della donna mentre produrrebbero l’effetto contrario.
Il Comitato “Scienza & vita” ( www.comitatoscienzaevita.it/ ) si pone l’obiettivo di divulgare e rendere accessibili tutte le informazioni inerenti al referendum e ai suoi quesiti, per dare sostegno a quanti, nel rispetto della vita, intendono difenderla.
Dott. Antonio Caretto Coordinatore Comitato “Scienza e Vita” Brindisi
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