Brindisi, 21/05/2005

Questione energetica: perchè non coinvolgere il governo?

Il sindaco Mennitti ed il presidente della provincia Errico, hanno annunciato pochi giorni or sono che il lavoro dei tecnici nell’ambito del tavolo nato per la rinegoziazione delle convenzioni, è terminato.
Tocca ora alla parte politica, quindi agli stessi capi delle istituzioni locali, fare quadrato e arrivare alla firma delle nuove convenzioni.
Vale la pena chiedersi: con quale risultato?
Mennitti ed Errico parlano di un abbattimento delle emissioni massiche di almeno il 50%, ma questi annunci sono stati contestati dalle stesse associazioni ambientaliste con Legambiente in testa. In realtà fino ad ora non si è parlato di diminuzione della produzione da parte di nessuno, quindi la domanda che sorge spontanea è: come si fa a diminuire la quantità di carbone da utilizzare e quindi le emissioni massiche se non si diminuisce la produzione?
Si è quindi a questo punto ipotizzato di convertire alcuni gruppi delle centrali elettriche brindisine a metano, ma questo apre un nuovo capitolo, visto che è fin troppo noto che l’energia elettrica prodotta a gas costa molto di più sul mercato di quella prodotta con un combustibile più economico come il carbone.
A questo punto il tiro si alza. Chi infatti deve decidere sulla commercializzazione dell’energia, non sono le società elettriche che la producono, bensi lo Stato italiano.
Ecco quindi che la trattativa sarebbe necessario spostarla a Roma, per non rischiare di firmare convenzioni che non solo non migliorano la situazione ambientale, ma che rischiano di essere disattese come la precedente del 2003.
E che spostare l’asse di discussione a Roma, sia indispensabile lo si evince anche dal passato, visto che, ricordiamo, la convenzione cui oggi, non a caso si fa riferimento, è quella del 1996, che fu firmata proprio a Roma.

Elda Donnicola
redazionale dal tg di Puglia tv del 21.05.05

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