Brindisi, 05/06/2005
Rigassificatore: Giusy Carruezzo contesta l'articolo di SenzaColonne
Riportiamo la lettera di Giusy Carruezzo indirizzata al Direttore di “SenzaColonne”, in seguito ad un articolo, della giornalista Stefania De Cristofaro, apparso sullo stesso quotidiano locale in cui si titolava: "Gli ambientalisti del giorno dopo”.
Egregio Direttore,
L’articolo a tutta pagina di “Senzacolonne” dell’1.6.05, teso con un’elencazione di buoni e cattivi a creare un clima di caccia alle streghe sulle responsabilità del rigassificatore a Brindisi, parte da un’equazione fasulla non so se frutto di sprovvedutezza o di mala fede.
Perché troppo clamorosamente ingenua per essere bevuta.
Che cioè la calata dell’impianto a Brindisi fosse tutta legata nel 2001 ad un referendum consultivo cui il Comune avrebbe chiamato i brindisini, quando invece è risaputo che la decisione sul rigassificatore sulla base di una lettera d’intenti del ’99 e poi di una trattativa con gli inglesi era già stata assunta.
Che il rifiuto di tale referendum per mano di alcuni voltagabbana di allora, oggi ambientalisti, equivalse quindi ad accettazione del rigassificatore. Che quanti in Consiglio comunale non accondiscesero a quella possibilità di consultazione popolare e che magari come la sottoscritta continuano a battersi contro il rigassificatore, passerebbero perciò per i responsabili della scelta di questo impianto a Brindisi contro cui non ci sarebbe ormai più nulla da fare. Micidiale.
Si è voluto screditare la mia persona e il mio coerente impegno da sempre sul no al rigassificatore, e alla torcia plasma, e per il rispetto da parte dell’Enel della convenzione sulle centrali firmata dal sindaco Maggi nel 1996. Mettendo la sottoscritta alla stregua di chi - altro che proposta di referendum del 2001- si arrogò il diritto di andare a Roma in conferenza di servizi con il Governo a “firmare” l’accettazione del rigassificatore su Brindisi, senza uno straccio di autorizzazione dei rispettivi Consigli, in nome e per conto di tutti i cittadini di Brindisi di oggi e di domani.
E’ stato un abbaglio grosso. Un attacco del tutto gratuito a chi del rigassificatore a Brindisi non ha la minima responsabilità, che va ad intorbidire ulteriormente il clima politico in città in un momento tanto delicato del suo destino, quando ancor più ampie e intense si stanno facendo le indagini della Magistratura sulle vicende riguardanti le questioni ambientali e non solo. E, soprattutto, quando centinaia di famiglie vivono con la mannaia della cassa integrazione per scelte irresponsabili che non mi appartengono. A questo non ci sto.
I verbali delle delibere di Consiglio comunale n. 145 del 22 ottobre 2001 e n. 168 del successivo 21 novembre dimostrano la mia ferma opposizione, allora come ogg, al rigassificatore e spiegano perché una proposta di referendum sui temi ambientali delle centrali e sul rigassificatore fu bocciata con i voti della sottoscritta e dei consiglieri della stessa maggioranza e della più svariata estrazione politica, dai Ds a Forza Italia, ad An: perché si trattava solo di un referendum - farsa.
Portata all’attenzione del Consiglio da Rifondazione comunista, la proposta di delibera d’indizione referendum venne già in partenza tramutata dal sindaco in un semplice ordine del giorno per futuribili manifestazioni di volontà del Comune in materia. E polverizzata in quattro distinte votazioni dello stesso ordine del giorno: per un referendum, quello sul rigassificatore, assunto solo come “furbizia” a ratifica di un affare già fatto. Per non parlare poi dell’altro sulle centrali, che si voleva propinare ai cittadini di Brindisi con un quesito idiota, tipo: “Volete voi che l’Enel rispetti la convenzione per le centrali stipulata con il Comune nel ’96?”.
In realtà tutti sapevano che questa oscena proposta di referendum non sarebbe mai passata, anche perché occorrevano i due terzi dei voti del Consiglio. Ma al grande orchestratore in municipio, di questo referendum-farsa non importava nulla, esso era solo il fumo giusto per portarsi dietro, alle elezioni comunali del maggio 2002, anche gli ambientalisti, la stessa Rifondazione, lo Sdi e l’Asinello.
Come poi avvenne, con un finto programma basato sulla tutela dell’ambiente dal quale la sottoscritta non si fece incantare. Gli eventi di Consiglio che hanno poi definitivamente impedito questo fasullo referendum, l’inammissibilità dei quesiti, i ricorsi e la sentenza del Tar, e le diatribe sollevate dal Comitato dei garanti, mi sono estranei.
Ho combattuto con le mie piccole forze Antonino e il suo sistema di potere scendendo dal suo carro già nel 2000, mentre altri cominciavano a salirvi. Continuerò a battermi contro questo rigassificatore che - anche al di là della sua pericolosità intrinseca in una città già ad elevato rischio ambientale e di incidente rilevante – rappresenta il perpetuarsi del cancro mentale che sempre ha afflitto questa città: l’accattonaggio economico-politico e il piegare la schiena dei suoi governanti davanti ai poteri forti. Con l’ennesima preclusione di ogni progetto di sviluppo alternativo, senza più grandi impianti a rischio, imposti dall’alto, che hanno fatto di Brindisi oltre che la città dell’indolenza imprenditoriale, la pattumiera e il sito più pericoloso d’Italia.
E mi spenderò oggi più di prima perché nella restituzione del porto alla sua vocazione naturale di scalo per l’Oriente, sul lungomare e alla stazione marittima ritornino in particolare le navi - passeggeri per la Grecia. Mi spiace per chi lo dà già per acquisito, ma io sono sicura che per fortuna il rigassificatore non passerà. E ciò, grazie alla mobilitazione delle coscienze e delle istituzioni che hanno saputo avviare in maniera coraggiosa e per la prima volta proprio due uomini delle Istituzioni locali il presidente della Provincia Michele Errico e il sindaco Domenico Mennitti, con la passione e il sostegno di tutte le associazioni e i movimenti ambientalisti della città.
Giusy Carruezzo
già consigliere comunale socialista
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