Brindisi, 09/06/2005
Porto di Brindisi: un mare di parole
Nel comitato portuale del 20 maggio i componenti hanno praticamente sancito la continuazione di un sistema di scarico del gpl che e’ in netto contrasto con le direttive stabilite anni or sono, fin dal 1998, dal decreto di attuazione del cosiddetto decreto “Severo bis”.
Ne abbiamo parlato gia’ in nostri precedenti servizi e ci preme tornare sull’argomento perche’ e’ un chiaro esempio di come a Brindisi tutti sappiano parlare bene ma poi, quando si tratta di passare al concreto, non si e’ capaci di concludere nulla.
E cosi’ passano gli anni, i finanziamenti restano sulla carta e nessuno si preoccupa di attivarli.
E’ il caso di cui ci stiamo occupando da tempo e cioe’ lo spostamento del terminal per lo scarico del gpl, fissato fin dal 1998, finanziato regolarmente e rimasto nel dimenticatoio. Ed ancora oggi a distanza di ben sette anni, si continua a vivere alla giornata rinnovando autorizzazioni senza imporre neppure un piccolo adeguamento alla normativa esistente.
E cio’ che lascia perplessi e’ il fatto che sia il comune che la provincia non abbiano inteso porre alcun vincolo al momento in cui hanno espresso il loro assenso al rinnovo di tale attivita’.
Che si tratti di uno scarico pericoloso e’ fuori di dubbio e che non sia compatibile con la cosiddetta idea di sviluppo che hanno le due amministrazioni per il nostro porto e’ altrettanto sicuro.
Ed allora? L’unica giustificazione che si puo’ trovare e’ che non si vuole togliere lavoro al porto, ma almeno programmare una inversione di tendenza, darebbe un segna le di coerenza alla citta’.
Ed allora non lasciamo che i sogni vadano per conto loro, ma operiamo in modo concreto, a dimostrazione che si crede realmente in quello che si dice.
Nei prossimi giorni ci sara’ un convegno assai importante su Brindisi citta’ d’acqua. Quale migliore occasione per cominciare intanto a cambiare la tendenza fin qui portata avanti e porre dei vincoli a quelle attivita’ che sono in contrasto con la vocazione turistica che tanto si propaganda, a parole. Costruiamo subito, e non fra trent’anni, il nostro cambiamento e soprattutto cominciamo a farlo con atti concreti, imponendo agli operatori dei vari settori, di porre mano al portafoglio per dare una organizzata al nostro porto. Altrimenti facciamo solo poesia: e soprattutto non diamo autorizzazioni senza vincolarle ad investimenti per le infrastrutture.
Basta poco per cominciare. Ce lo dice un operatore del porto, come si puo’ operare in concreto, e subito, senza bloccare posti di lavoro ma cominciando a separare le attivita’ pericolose da quelle turistiche.
Resta comunque il fatto che entrambe le amministrazioni, Comune e Provincia, quando si recano ai comitati portuali, dovrebbero avere rappresentanti che sappiano bene come comportarsi, evitando di porre in essere comportamenti in contrasto con quanto intendono programmare.
Mario Scotto
dal Tg di Puglia tv del 9.06.05 |