Brindisi, 26/07/2005

Rigassificatore: lettera aperta al Vescovo di Brindisi Mons. Talucci


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Intervenendo nei giorni scorsi sulla questione del rigassificatore Lei ha detto di augurarsi «una grande intesa tra le parti per verificare in che modo questo investimento può entrare nel nuovo progetto di città ed in che modo può essere rivisto perché si conformi, come la parte al tutto, al progetto generale».
Par di capire, Monsignore, che l’intesa di cui Lei parla partirebbe da un punto fermo e dato per scontato e cioè dalla scelta in favore della realizzazione del rigassificatore sul nostro territorio. La trattativa dovrebbe perciò, secondo il Suo pensiero, avere ad oggetto solo la verifica del “modo” col quale conciliare la devastante opera, da Lei eufemisticamente definita «investimento», col nuovo modello di sviluppo progettato dalle amministrazioni locali. Ci spiace, Monsignore, dover rilevare che l’«intesa» da Lei consigliata è in sostanza una “resa” perché presuppone l’accettazione di un impianto che il Comune di Brindisi, l’Amministrazione provinciale, la Regione Puglia e la stragrande maggioranza delle nostre popolazioni considera, come ha dimostrato ancora una volta la grandiosa manifestazione del 25 luglio, assolutamente incompatibile col volto nuovo che si vuol dare la nostra comunità oltre che assai pericoloso per l’incolumità dei cittadini.
Sulle sue affermazioni si è puntualmente dichiarato d’accordo il Presidente della locale Associazione degli industriali dott. Ferrarese e questa è per noi la vera «intesa» che emerge ancora una volta dal Suo discorso mentre l’altra, la «grande intesa» da Lei auspicata che noi definiamo “resa”, non ha alcun senso, non sarebbe in linea con gli interessi generali e costituirebbe l’ennesimo e malinconico ritorno ai metodi di un logoro ed inglorioso passato.
Il Concilio Vaticano II, dopo aver ricordato che il fine dell’economia non consiste nella sola ricerca del profitto o del predominio, afferma che lo sviluppo economico «deve rimanere sotto il controllo dell’uomo e non si deve abbandonare all’arbitrio i pochi uomini o gruppi che abbiano in mano un eccessivo potere» essendo invece necessario che «il maggior numero possibile di uomini a tutti i livelli possa partecipare attivamente al suo orientamento» (“Gaudium et Spes”).
Una esortazione questa di alto valore religioso e di grande significato civile di cui dovremmo far tesoro tutti, credenti e non credenti, in questa delicata fase della vita di Brindisi, segnata indubbiamente da gravi problemi ma pervasa anche da promettenti novità e riaccese speranze.

Michele DI SCHIENA, Doretto MARINAZZO, Maurizio PORTALURI, Giorgio SCIARRA

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