Brindisi, 27/07/2005
Documento Ds sulla valutazione proposte del nuovo Pro
DOCUMENTO DELLA COMMISSIONE DEI DEMOCRATICI DI SINISTRA SULLA VALUTAZIONE DELLE PROPOSTE DEL PIANO SANITARIO IN PROVINCIA DI BRINDISI.
“ La campagna di ascolto” messa in atto dai Democratici di Sinistra della provincia di Brindisi sui problemi della sanità ha prodotto un interessante contributo con la presentazione di proposte in occasione di due incontri pubblici e con i documenti presentati dai componenti della Commissione di lavoro espressione delle diverse realtà territoriali e professionali.
Gli argomenti qualificanti che sono scaturiti dai documenti discussi nell’ultima riunione di martedì 19/07/05 possono essere riassunti nei seguenti punti.
• L’organizzazione sanitaria della Puglia precedente il Piano Sanitario Regionale e il Piano di riordino ospedaliero 2002 aveva prodotto notevoli ritardi nella qualificazione del modello di sanità assegnando alla Puglia importanti primati negativi a livello nazionale ( alto tasso di ospedalizzazione, alta percentuale di ricoveri inappropriati, forte mobilità passiva intra ed extra regionale, alta spesa farmaceutica, blocco delle assunzioni di ruolo per quattro anni e di acquisizione di tecnologie…..).
Questo modello organizzativo richiedeva un forte impegno programmatorio per dare un segnale di cambiamento. I cambiamenti prodotti ad oggi dal Piano Sanitario 2002 - 2004 e dal Piano di Riordino Ospedaliero 2002 hanno accentuato i disservizi non incidendo minimamente sulla riqualificazione del Servizio Sanitario Regionale. Questa fase di riorganizzazione si è concentrata solo sulla chiusura di molti reparti ospedalieri internistici e chirurgici e sull’accorpamento di più ospedali mortificando l’attivazione di nuovi reparti di alta specialità per acuti e reparti di riabilitazione e lungo-degenza. In provincia di Brindisi, in base al P.R.O. 2002, non risultano attivi circa 500 posti letto rispetto ai 1848 posti letto previsti ( 4,6 per 1.000 abitanti ). Da questa valutazione deriva che anche con i nuovi parametri di 4,5 posti letto per 1.000 abitanti la provincia di Brindisi non verrebbe ulteriormente penalizzata. Questa importante riduzione di posti letto ha prodotto l’incremento della mobilità intra regionale (18.683 pazienti nel 2004 per un equivalente economico di 48 milioni di €) specie per alcune aree fortemente penalizzate
( 3.614 abitanti di Fasano si sono ricoverati nel 2004 in ospedali di altre province ).
È stato ribadito che non c’è nessuna volontà di tornare al vecchio modello organizzativo con la riapertura di reparti che non potevano garantire qualità e sicurezza per gli operatori e per i pazienti.
Il nuovo P.S.R., e di conseguenza il nuovo P.R.O., deve interpretare un nuovo modello di organizzazione sanitaria che privilegi l’organizzazione del Distretto ( completamente ignorata in questi tre anni di applicazione del Piano Sanitario ) nella prospettiva della integrazione funzionale con l’attività ospedaliera e inserito in una organizzazione a rete integrata dove viene tutelato il percorso diagnostico-terapeutico del paziente.
La forte critica che come D.S. abbiamo messo in atto alla presentazione del P.R.O. e soprattutto nella sua fase di applicazione non nasconde nessuna “ difesa del passato” ma punta invece ad una nuova riqualificazione del modello organizzativo.
• Il modello organizzativo deve essere articolato in ogni singola A.S.L. ( in prospettiva una A.S.L. per ogni provincia più le due Aziende miste Ospedale Università) partendo da direttive e linee guida regionali in merito al bacino di utenza dei Distretti Socio Sanitari ( da 50.000 a 100.000 abitanti in rapporto alla dislocazione geografica e al numero di comuni presenti ), al numero di posti letto per acuti e per riabilitazione, alla tipologia di specialità per macro area e alla definizione dei Dipartimenti di Emergenza - Urgenza di primo e secondo livello da integrare con il sistema territoriale 118. Bisogna evitare di definire a livello centrale l’organizzazione e i posti letto dei singoli reparti.
La Commissione ritiene, in considerazione della dislocazione geografica dei comuni della provincia e della necessità di distribuire in maniera capillare (più vicina al paziente) l’organizzazione della medicina territoriale di ripristinare l’organizzazione in sei distretti (Distretto n°. 1 Brindisi 93.013 abitanti , Distretto n°. 2 Fasano - Cisternino 51.668 abitanti ,Distretto n°. 3 Francavilla – Oria - Ceglie - Villa Castelli - S. Michele 88.969 abitanti, Distretto n°. 4 Ostuni – Carovigno - San Vito 69.836 abitanti , Distretto n°. 5 Mesagne – Latiano - Torre S.S - Erchie 64.636 abitanti, Distretto n°. 6 San Pietro V. – Torchiarolo - S. Pancrazio – Cellino - S. Donaci 45.503 abitanti).
Importanti contributi sono stati portati per quanto riguarda la funzione del Distretto Socio Sanitario e per la medicina territoriale. Sempre per quanto riguarda i servizi territoriali di notevole importanza appare l’attenzione sulla gestione dei pazienti portatori di patologie respiratorie croniche fortemente invalidanti e che necessitano di assistenza domiciliare con forte integrazione con l’attività ospedaliera.
Il forte impegno verso l’attività del Distretto si deve concretizzare con importanti investimenti nell’aggiornamento delle tecnologie, nella riqualificazione e formazione del personale e nella informatizzazione. Elemento qualificante di questa nuova visione è rappresentato dalla integrazione fra attività ospedaliera e attività del Distretto. Il luogo di integrazione e di sintesi è rappresentato da una Struttura Ospedaliera Distrettuale ( Presidio Sanitario Intermedio, Presidio Sanitario Distrettuale) . Con questa nuova prospettiva bisogna reinventare gli ospedali che in provincia sono stati fortemente penalizzati dal precedente P.R.O. ( Fasano, Ceglie, Mesagne, San Pietro V. ).
Funzionale a questa nuova organizzazione appare la diffusione dei Piani di Settore per tutte le prestazioni ed attività sanitarie a pertinenza mista e che sono il fulcro della attività assistenziale: diagnostica di laboratorio, diagnostica per immagini, fisioterapia e riabilitazione, servizio 118 e servizio farmaceutico. Altrettanto importante appare l’attuazione dei dipartimenti che devono essere necessariamente misti ospedale- territorio.
In questa gestione di riqualificazione ed integrazione dell’attività ospedaliera e territoriale andranno valutate possibili forme di accorpamento di strutture ambulatoriali e di miglior utilizzo del personale e delle apparecchiature( economicità del sistema) favorendo il contributo degli specialisti ospedalieri nell’ambito territoriale.
• La Commissione ritiene che la medicina ospedaliera deve farsi carico, nell’ambito della macro area provinciale, di dare risposte ai bisogni assistenziali in tema di emergenza urgenza, acuzie e post acuzie. Sono stati forniti importanti contributi in merito alla Rete Integrata Ospedaliera. Gli interventi hanno valorizzato , in maniera diversa, le singole realtà ospedaliere sempre nell’ottica di una più razionale distribuzione delle attività nell’ambito provinciale. Un nuovo assetto della Rete Integrata Ospedaliera deve superare i limiti del vecchio P.R.O. ( ospedale con specialità Mediche e ospedale con specialità Chirurgiche, Pronto Soccorso attivo senza specialità e servizi di supporto) per identificarsi sempre di più con le esigenze “dell’utenza reale” e privilegiando il percorso diagnostico-terapeutico e la continuità assistenziale del paziente.
Subito dopo la seconda conferenza di servizi dell’ASL 2001 del 4/03/05 Carmine Dipietrangelo presentò una valutazione dettagliata sui posti letto previsti ed attivati nei Presidi Ospedalieri. Emergeva il dato preoccupante che in provincia di Brindisi non erano stati attivati circa 300 posti letto ( per lo più posti letto delle alte specialità tipo cardiochirurgia, chirurgia toracica, oncologia, gastroenterologia, rianimazione, UTIC….). Lo standard derivante dalla previsione del P.R.O. 2002 è pressochè sovrapponibile allo standard di riferimento fissato dalla conferenza Stato Regione nell’accordo del 23/03/05 pari a 4,5 posti letto per 1.000 abitanti ciò significa che in una futura rimodulazione della rete ospedaliera la provincia di Brindisi non dovrebbe avere ulteriori tagli. E’ vero invece che lo standard attuale di posti letto complessivamente attivati è addirittura inferiore allo standard previsto dalla Conferenza Stato Regioni del 23/03/05. la carenza riguarda 321 posti letto per acuti e 168 posti letto per lungo degenza e riabilitazione.
La riorganizzazione ospedaliera in provincia di Brindisi presuppone la revisione normativa della programmazione sanitaria sull’intero territorio regionale finalizzata a garantire una più efficiente ed equa distribuzione sul territorio delle strutture, delle unità operative, e più in generale delle risorse.
A questo proposito si ritiene che un nuovo assetto della rete ospedaliera, possibilmente più razionale e rispondente alle esigenze dell’utenza reale debba essere frutto della sintesi di due prospettive di programmazione:
1. una programmazione di tipo “ orizzontale”, finalizzata a definire la distribuzione dell’offerta dei servizi in relazione alle aree di bisogno. Sarà rivalutato il concetto di Macro Area che deve necessariamente identificarsi con il territorio della provincia ( in futuro con il territorio dell’ASL-provincia ). Sarà necessario adottare i modelli organizzativi per le strutture ospedaliere e le unità operative, provvedimentio necessario per garantire la necessaria uniformità assistenziale nonché il corretto uso delle risorse aggiuntive regionali per il finanziamento degli istituti contrattuali della dirigenza.
2. una programmazione di tipo “ verticale “ per ridefinire il dimensionamento funzionale dei presidi ospedalieri , distinguendo la destinazione di ambito territoriale secondo una classificazione “ top down”:
a. presidio ospedaliero con funzione di valenza regionale : sede di DEA II livello (Ospedale Perrino Brindisi)
b. presidi ospedalieri con funzione di valenza aziendale : sede di DEA di I livello ( Ospedale Francavilla – Ostuni )
c. presidi ospedalieri con funzione di valenza distrettuale : sede di Pronto Soccorso Attivo con “ discipline generaliste per acuti “ ( Ospedali Fasano – Mesagne – S. Pietro V. – Ceglie M.).
d. presidi ospedalieri con funzioni di gestione della cronicità ( Ospedale di Cisternino)
In una seconda fase della riorganizzazione della rete ospedaliera conseguente alla implementazione di servizi ed alla realizzazione di un nuovo Ospedale tra Ostuni e Fasano ( Ospedale Brindisi nord ) che superi i limiti strutturali e logistici degli attuali ospedali si può ipotizzare l’accorpamento dei due Ospedali di Ostuni e Fasano. In questo modo si eviterebbero grossi investimenti per la messa a norma dei vecchi ospedali secondo i criteri dell’accreditamento.
Infine si è ribadito che la “rivoluzione “ del servizio sanitario regionale necessita di operatori sanitari “nuovi” e qualificati in discontinuità con le vecchie logiche di “appartenenza” e di selezione dei dirigenti . A questo proposito si invita l’Assessore Regionale alle Politiche della Salute a rivedere i criteri di selezione dei Direttori di Unità Operativa ( ex Primari ) così come è già avvenuto in altre regioni in modo da ridurre la discrezionalità
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