Mesagne, 08/08/2005
De Francesco (Ds): Curto e Canuto uniti nella lotta
Se fosse stata riportata in un libro la storia politica di Mesagne dal dopoguerra ai giorni nostri, risulterebbe in maniera chiara come la politica in questa Città sia stata animata da grandi passioni e da personaggi, di varia formazione politica, dalla rilevante caratura la cui influenza ha superato spesso i confini eminentemente locali, per approdare persino nel Parlamento della Repubblica.
Grandi battaglie politiche ed ideali hanno animato la nostra comunità almeno sino alla fine degli anni Novanta, mantenendo sempre alto il profilo della contesa tra le parti.
Nella seconda metà degli anni Novanta avviene che prende forma, quasi alla chetichella, ad opera di un piccolo Movimento, una sorta di fabbrica di veleni che viene prontamente utilizzata da una destra in difficoltà per pianificare una campagna di diffamazione e di calunnia nei confronti del gruppo dirigente dei Democratici di Sinistra altrimenti imbattibile sul terreno politico-elettorale.
L’esercizio preferito di certi ambienti pseudopolitici della Porta Piccola e di certi ritrovi sembra essere per qualche anno quello di addebitare quote azionarie di società a quell’esponente, quote azionarie di aziende a quell’altro, ricchezze accumulate a quell’altro ancora.
L’avvento della Giunta Sconosciuto ha il merito, tra le altre cose, di sopire questi veleni e di aprire una fase di governo amministrativo priva di questi influssi venefici. Almeno per tre anni. E sino a quando un Assessore della sua Giunta, titolare della delega all’Urbanistica ed al Centro Storico, non consegna alla Storia, si fa per dire, attraverso stampa amica o compiacente, una serie di esternazioni, non si capisce ancora bene quanto influenzate dalla calura africana, tese a dimostrare che nell’Amministrazione Comunale di Mesagne, e quindi nella politica mesagnese, vige un sistema di potere, egemonizzato ovviamente dai Democratici di Sinistra, che poggia le basi sul possesso della delega al Bilancio e quella al Personale.
I riferimenti più corposi per rafforzare tale teorema indicano in Faggiano Sindaco (1992-1996) ed in Franco Sindaco (1996-2002) gli architetti principali di tale sistema di potere. Noi pensiamo più semplicemente ed anche più realisticamente che i mesagnesi ricorderanno Faggiano e Franco Sindaco per ben altro. Non si capisce al contrario per quale ragione ci si dovrebbe ricordare dell’Assessore in questione. Da più parti ci si è chiesto per quali motivi è stato fatto tanto rumore, soprattutto in maniera volutamente plateale.
Qualcuno ha scomodato la psicanalisi, qualcun altro la psichiatria, qualcun altro le categorie della politica. Qualcun altro ancora riconduce il tutto al fallimento politico e personale dell’azione di governo sin qui svolta da questi soggetti. Il dilemma è durato poco. Ci ha pensato l’ideologo del gruppo, Professor Canuto, a dissipare questi interrogativi messaggiando il mondo sulle intenzioni del movimento e chiedendo sponda a destra e a manca per esportare (sic!), se necessario in provincia e fuori provincia, la divulgazione di questo opprimente sistema di potere dei Democratici di Sinistra.
Veramente non si capisce perché questo gruppo non compia un atto di dignità politica nel segno della coerenza con quanto si denuncia, e non si schiodino da quelle poltrone alle quali sono abbarbicati da tredici anni. Sicuramente ne trarrebbe beneficio l’azione di governo che potrà traguardare al meglio questo scorcio di legislatura.
La posizione assunta da questo movimento, oggi come allora, ha solleticato l’interesse di una destra in letargo da anni, incapace di competere sul terreno politico, che si è buttata a capofitto su questo boccone succulento offerto dal movimento “A Sinistra”, ringraziando prontamente e doverosamente per bocca di Prettico (sempre lui) oggi come allora, perpetua anima in pena nel suo perenne girovagare.
Ma il massimo della delizia lo si è provato quando, a dimostrazione del fatto che l’ideologo Professor Canuto faceva sul serio sulle intenzioni di esportare fuori dai confini di Mesagne quella che si riteneva essere una querelle tutta paesana, si è scomodato nientepopodimenochè il Senatore Curto.
Il quale, forse per liberarsi la testa dai pensieri che gli danno le ultime realtà locali governate dal centrodestra (Francavilla, Fasano), decide di rivolgere le sue attenzioni alle questioni della Città di Mesagne. Oggi come allora (sempre lui) e lo fa alla sua maniera. Dicendo e non dicendo, alludendo, facendo illazioni senza sbilanciarsi più di tanto, precipitando infine nel grottesco. Denuncia un sistema di intimidazione ed intimidisce o tenta di farlo egli stesso. Fa riferimenti obliqui a rapporti parentali anomali. E va bene che egli se ne intende, ed anche parecchio, di rapporti di parentela. Invoca infine la Commissione Antimafia a Mesagne per il ripristino della legalità e per liberare la Città da una cappa politica condizionante ed ammorbante. Al Senatore Curto vogliamo cortesemente dire che la nostra classe dirigente ha incontrato più volte la Commissione Antimafia, a Roma e a Mesagne. Ne abbiamo sollecitato ed anche ottenuto il sostegno quando si è trattato di combattere e sconfiggere la criminalità organizzata. E tutto ciò è stato fatto con coraggio. Non abbiamo invece il più flebile ricordo di dove si trovasse a quei tempi il Senatore Curto, pur essendo parlamentare: certamente non al fianco della comunità mesagnese, come per fortuna è accaduto con altri parlamentari.
Ciò che è seguito alla prima stagione dei veleni è cosa nota. Sono stati sconfitti e, nella migliore delle ipotesi, ridimensionati, i soggetti che l’avevano ispirata.
Anche questa volta le scorciatoie scelte subiranno analoga sorte.
ERNESTO DE FRANCESCO
(CONSIGLIERE PROVINCIALE D.S.)
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