Brindisi, 13/01/2006
Treno della Memoria in città da domenica 15
In occasione del transito e della sosta a Brindisi dal 15 al 18 gennaio del Treno della memoria, proveniente da Lecce e poi diretto a Taranto, Bari, Barletta, Foggia, organizzato, nell’ambito del progetto Mai Più, dalla Regione Puglia, dalla Presidenza del Consiglio Regionale della Puglia, dalla Presidenza della Giunta regionale della Puglia, dall’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, ideato e prodotto dalla Farm, sabato 14 gennaio, alle ore 12, nella sala di rappresentanza del Palazzo della Provincia di Brindisi, si terrà la conferenza stampa di presentazione dell’evento, alla presenza del vicepresidente della provincia di Brindisi, Damiano Franco e dei consiglieri regionali Pietro Mita e Vincenzo Montanaro. Interverrà il docente universitario di Storia dell’arte contemporanea, Professore Massimo Guastella, curatore della installazione intermediale Durch den kamin (Attraverso il camino) realizzata nel carro 10 dall’artista brindisino Uccio Biondi, che sarà presente in sala.
Nel corso della conferenza stampa, infatti, sarà illustrata agli organi dell’informazione la mostra itinerante, multimediale di fotografie, video, documenti, installazioni, incontri, testimonianze, allestita in dodici carri merci per non dimenticare la Shoah, per la memoria, i diritti umani, per la pace, che inaugurata a Lecce lunedì 9 u.s sta riscuotendo un notevole successo di pubblico e di critica, a sottolineare la rilevanza didattico-educativa, storico-culturale e artistica delle tematiche esposte negli allestimenti del treno e nelle manifestazioni concomitanti.
Oltre la cartella stampa, ai giornalisti saranno consegnati ausili audiovisivi sulla mostra e sarà indicato il programma degli eventi culturali in occasione dei 4 giorni di presenza a Brindisi del Treno della memoria.
Si ricorda che il Treno della memoria sosterrà sul binario 1 della stazione ferroviaria di Brindisi e sarà visitabile da Domenica 15 a Mercoledì 18 gennaio dalle ore 9 alle ore 18.
In ricordo di Vincenzo Antonio Gigante
Nel pomeriggio, alle 16.00, nel vagone conferenze del Treno della memoria, alla presenza di sua figlia, Miuccia Gigante, sarà presentato il libro “Vincenzo Gigante detto Ugo. Un eroe brindisino”, di Stamerra, Maglio, Miano, edito dalla Hobos. (Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito www.hobos.it)
Alla memoria di Antonio Vincenzo Gigante, infatti, il treno della memoria ha dedicato un apposito spazio.
Nacque a Brindisi nel 1901. Fu tra i primi ad aderire al partito comunista nato nel 1921 a Livorno da una scissione del Psi. Operaio cementista, si trasferì con la famiglia a Roma partecipando attivamente alla vita sindacale degli edili. Nel 1925 iniziò la sua carriera di sovversivo e di rivoluzionario. Fu, in quell’anno, inviato dal partito comunista a Leningrado per frequentare la più importante scuola di partito, della cui organizzazione diventò uno dei dirigenti centrali più rappresentativi.
Dopo le ben note “leggi speciali” scelse la via della clandestinità. Viaggiò continuamente in Germania, Lussemburgo, Belgio, Francia e Svizzera. Molte furono le sue venute in Italia per organizzare il dissenso contro il regime fascista. Schedato come ”pericoloso”, e inseguito dalle spie dell’Ovra, la speciale polizia politica del regime, venne arrestato nell’ottobre 1933 nei pressi di Milano e condannato a 20 anni di galera dal Tribunale Speciale.
Nel 1943, al momento dell’armistizio, si trovava ancora recluso nel campo di concentramento di Renicci in Toscana dal quale scappò con un gruppo di prigionieri jugoslavi. Nell’impossibilità di scendere a Sud, si diresse verso la Venezia Giulia partecipando alla guerra contro i nazifascisti nelle file della resistenza jugoslava.
Richiamato a Trieste come rappresentante del partito comunista, nell’autunno del 1944, a seguito di una delazione, venne arrestato. Fu a lungo barbaramente torturato dai nazisti che volevano fargli confessare i segreti dell’organizzazione della resistenza. Non ci riuscirono. Di lui poi non si seppe più niente. Fu sicuramente ucciso e finì nel forno crematorio di San Sabba, a Trieste, l’unico campo di sterminio nazista in territorio italiano.
Gli venne concessa la medaglia d’oro al valor militare alla memoria.
|