Brindisi, 17/03/2006

Confsal, convenzioni: "accordo in tempi brevi e con meno carbone"

Antonio Acquaviva, segretario provinciale della Confsal, ha inviato una lettera aperta al Sindaco di Brindisi, Domenico Mennitti avente ad oggetto “considerazioni attorno alle convenzioni da stipulare con le societa’ produttrici di energia per il funzionamento delle centrali elettriche.
Di seguito il testo integrale del documento:

Preliminarmente si osserva che è positivo il raggiungimento di posizioni comuni tra gli enti locali brindisini – Comune e Provincia – sulla necessità di giungere in tempi brevi ad accordi con gli enti energetici – Edipower, Enipower, Enel Produzione – che dovrebbero porre fine ad una vertenza ormai venticinquennale. Anche perché la divergenza sui tempi è superata dalla conoscenza della bozza del piano energetico regionale e le indicazioni di massima sulla delicatissima questione.
In una zona industriale dichiarata “ad alto rischio ambientale”, una potenza complessiva di 5.000 MW appare sovradimensionata rispetto alla ristretta estensione territoriale che, per giunta, trovasi nelle vicinanze del centro abitato. Quindi è da escludere ogni tentativo di aumentare ancora la potenza del polo energetico con la costruzione di una nuova piccola centrale di 430 MW avanzata, a quanto sembra, da Edipower.
Ad avviso della Confsal occorre giungere ad una riduzione delle emissioni massiche e, per quanto riguarda la centrale di Brindisi Sud, sono positivi i ventilati stanziamenti per nuovi impianti di desolforazione e depolverazione dei gruppi a carbone.
Da garantire ancora per i futuri appalti, ma sempre nei limiti della normativa vigente, una corsia preferenziale per le imprese locali.
Negli accordi da stabilire la conservazione degli attuali livelli occupazionali, diretti ed indiretti; per questi ultimi l’impegno da parte delle aziende elettriche di inserire nelle gare la clausola del passaggio dell’intera forza lavoro occupata nelle ditte subentranti negli appalti. Investimenti aggiuntivi per la ricerca di fonti rinnovabili appare indispensabile.
Alla luce della volontà da parte del Comune di Brindisi – condivisa anche da Provincia e Regione - di voltare pagina rispetto al passato con la realizzazione di quella “Città d’Acqua” che rappresenterebbe il “nuovo modello di sviluppo” indirizzato soprattutto sullo sviluppo delle attività portuali ( turismo, traffico passeggeri, traffico crocieristico, ecc.), si osserva che la movimentazione del carbone – passato negli anni e senza alcun controllo e accordi tra le parti interessate da due ad otto milioni di tonnellate/anno e suscettibili ancora di un ulteriore aumento, di ceneri e gessi - ha condizionato e continua a condizionare pesantemente il traffico all’interno del porto con una negativa commistione con il traffico passeggeri e merci. E’ una situazione assurda dalla quale bisogna assolutamente uscire spostando la movimentazione di tutti i combustibili all’esterno del porto con la realizzazione di un “porto industriale”. Una proposta avanzata dalla Confsal quasi un anno fa ed oggi fatta propria dagli enti locali con la firma – lunedì 13 febbraio scorso – del “Programma di intesa istituzionale per Brindisi”.
Ulteriore considerazione: l’assioma “più carbone, più occupazione” non è per niente condiviso dalla Confsal. Lo dimostra il fatto che, pur aumentando negli anni l’utilizzo del carbone, l’occupazione non è per niente aumentata. Nessun danno occupazionale, quindi, se si giunge in maniera graduale, ma significativa, ad una drastica diminuzione dell’utilizzo del combustibile con una riduzione della potenza complessiva delle centrali.

COMUNICATO STAMPA CONFSAL