Ostuni, 21/03/2006

Irrigazione con acque reflue: il Sindaco scrive alla Corte dei Conti

La mancata attivazione dell’impianto di trattamento e riutilizzo delle acque reflue rivenienti dal depuratore di Ostuni ha fatto perdere la pazienza al sindaco della Città Bianca, Domenico Tanzarella che nei giorni scorsi ha scritto un esposto nel quale sottolinea le mancanze e ritardi su un’opera realizzata con soldi pubblici e ancora ferma.

L’esposto è stato inviato al Procuratore Generale presso la Corte dei Conti di Bari oltre che al Commissario delegato per l’emergenza ambientale in Puglia, all’Autorità ATO, servizio idirco di Bari, ai Prefetti di Bari e Brindisi e al Presidente della provincia di Brindisi.
“Il Comune di Ostuni” scrive il Sindaco “è proprietario di un impianto di trattamento delle acque depurate effluenti dal depuratore cittadino per il loro successivo reimpiego in agricoltura. Detto impianto si compone di alcuni manufatti (fabbricati, vasche, impianti elettromeccanici) situati in adiacenza allo stesso depuratore comunale situato in contrada S. Toce e di una conseguente rete di tubazioni che ha lo scopo di condurre l’acqua trattata sino ai singoli poderi da irrigare”. L’impianto è stato costruito a seguito di un finanziamento per circa £.2.900.000.000 concesso dalla Regione Puglia a valere sulle risorse del POP 1994-99 ed è stato collaudato in data 20.11.2001.

In ordine alla gestione dell’impianto, con decreto n.276/CD/A del 9/08/2002 (allegato 1) il Commissario Delegato per l’emergenza ambientale in Puglia stabiliva di affidare all'A.Q.P. S.p.A. la gestione dell'impianto di affinamento, previa esecuzione delle prove funzionali. Successivamente il Comune di Ostuni avrebbe provveduto con propria struttura operativa alla distribuzione delle acque affinate. Ciò per “avviare con immediatezza l’erogazione del servizio irriguo” al fine “del superamento dell’attuale emergenza idrica nel comparto agricolo”.
Lo stesso provvedimento riservava al Commissario la definizione del riparto degli oneri di gestione e manutenzione nonché del sistema tariffario per l'utilizzo delle acque reflue. Sicché, in definitiva, il Commissario Delegato disponeva l’immediato avvio dell’importante servizio, senza che lo stesso fosse condizionato da difficoltà di carattere burocratico o finanziario (da risolvere nel prosieguo e, comunque, dopo l’attivazione dell’impianto).

“E’ da evidenziare” continua il Sindaco “che la distribuzione irrigua affidata al Comune di Ostuni si attua solo se l’AQP provvede a trattare le acque e le rende idonee al loro spargimento sul terreno. Il Comune di Ostuni e l'A.Q.P., con verbale conclusivo in data 21/07/2003 completavano con esito positivo le verifiche funzionali per l'assunzione in gestione dell'impianto di affinamento da parte dello stesso A.Q.P.. “A partire da tale data” continua Tanzarella“ e per oltre due anni, il Comune ha cercato invano di concordare con A.Q.P. le modalità ed i termini per la presa in consegna dell’impianto di trattamento, senza però ottenere alcun risultato”.

Al fine di superare questa fase di inconcepibile enpasse, l’ATO è giunta persino a convocare, con nota prot. 471/06 del 16.2.2006, una riunione per il 28 febbraio 2006 tra Commissario Delegato, Regione Puglia, Comune di Ostuni, Provincia di Brindisi e A.Q.P. (allegato 14) Sennonché, in maniera francamente ancor meno comprensibile, il Commissario delegato, con nota prot. 662/CD/A del 24.2.2006 (allegato 15) ha chiesto il rinvio della Conferenza, in quanto la stessa andava previamente concertata col Commissario medesimo.

“L’esito di questa paradossale vicenda” sottolinea il Sindaco di Ostuni “è che, ad oggi, l’impianto risulta del tutto inutilizzato, il Comune ha già sostenuto spese per diverse migliaia di euro al fine di reintegrare le attrezzature danneggiate o asportate da ignoti, con grave danno per la collettività e nonostante l’esistenza di un atto del Commissario Delegato – tuttora vigente - che ne ordina l’immediata attivazione. Ulteriore conseguenza è quella derivante dalla circostanza che lo stato di abbandono in cui versa l’impianto (terminato, ormai, da quasi tre anni e mai messo in funzione) sta creando ulteriori intuibili danni alla struttura. In definitiva, l’inottemperanza di AQP all’ordinanza del Commissario Delegato e, in ultima analisi, l’inerzia dello stesso Commissario ad esigerne il rispetto, sta creando danni di non poco momento sia sul piano economico che su quello legato all’attivazione del servizio irriguo in favore dell’agro ostunese. La vicenda, se ulteriormente prolungata, rischia dunque di trasformarsi nell’ennesimo esempio di spreco delle risorse pubbliche e di mal governo delle strutture realizzate con notevoli costi”.

COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI OSTUNI
PROVINCIA DI BRINDISI