Brindisi, 04/05/2006

Cappellini risponde alle accuse di Errico

Il presidente della Provincia Michele Errico ha cercato ripetutamente di mettersi in contatto con me e il fatto che non ci sia riuscito è presto chiarito. Dopo avergli organizzato la campagna elettorale che lo ha portato all’attuale incarico, ho avuto modo di incontrano tre o quattro volte.
In tali occasioni abbiamo parlato di questioni che riguardavano impegni programmatici della Provincia, strumenti da utilizzare per attivare le scelte e cosa fare per i 33 lavoratori precari dell’Ente. Però ho dovuto constatare che quanto concordato in ogni circostanza il giorno dopo, purtroppo, aveva il valore della carta straccìa.
Per quanto riguarda il problema del prelievo di sabbia dal nostro litorale per destinarlo a quello leccese non avevo certo bisogno della telefonata di Errico per intervenire positivamente sull’assessore Minervini.
In effetti a lui mi sono rivolto per chiedere e ottenere che ci fosse la sospensione di qualsiasi ipotetico atto autonizzativo affinché della questione si iniziasse a parlare congiuntamente tra Regione, Provincia e Comune di Brindisi e Provincia e Comune di Lecce.
Era questa strada del dialogo che Ernico avrebbe dovuto intraprendere anche per dimostrare coerenza con quel progetto bellissimo di Grande Salento.
Invece è contraddittorio il comportamento messo in atto dal presidente Errico perché da un lato innalza un muro alle richieste delle istituzioni leccesi e dall’altro cerca di costruire con esse il cosiddetto Grande Salento.
Queste contraddizioni le ho registrate anche in altre decisioni.
Ne voglio elencare alcune.
Oggi si parla di programmazione sui fondi comunitari 2007-2013 e non si ha alcun progetto concreto rispetto alle scelte da fare.
Accordo di programma. Quello vecchio non si è concretizzato ma bisogna ammettere che era frutto di concertazione tra istituzioni e forze sociali e prevedeva impegni e risorse finanziare pari, per dirla in lire, ad oltre mille miliardi per Brindisi e provincia. Oggi siamo fermi ad un’intesa istituzionale di programmazione con la Regione, certamente positiva perché interviene su settori strategici (università, conoscenza e innovazione tecnologica), ma è ben poca cosa (circa cento miliardi di lire) rispetto alla totalità degli investimenti previsti dal precedente Accordo.
Sono in sintonia con quanti sostengono che l’impegno delle risorse finanziarie non può essere annientato dalla costruzione del porto industriale a Cerano. E’ necessario il ritorno alla polifunzionalità del porto di Brindisi ma è necessario che questa scelta non sia solo vincolata ai fondi comunitari. Il problema va portato al nuovo Governo e in quella sede, partendo da una concertazione sullo sviluppo locale, si aprano un tavolo di confronto e trattative tra Regione, Governo e Enti locali.
C’è il problema delle convenzioni con le aziende elettriche la cui assenza determina la libertà totale da parte delle stesse aziende di fare i propri interessi.
Intanto non si attivano i finanziamenti da 500 miliari di lire per il ciclo combinato Edipower e non si è riusciti, ad oggi, a fare in modo che, seriamente e concretamente, siano diminuite le quantità di carbone bruciata.
Il problema rigassificatore. Tutti diciamo di non volere l’impianto a Capo Bianco ma ad oggi non si attiva un vero tavolo di confronto fra tutti i soggetti, Istituzioni, imprese e organizzazioni sindacali, affinché questo problema non sia affrontato solo con le carte bollate ma invece ritorni all’interno della politica, la sede naturale per assumere decisioni definitive e condivise.
L’accordo di programma sulla chimica, al netto del progetto Bartolini, era ed è necessario realizzarlo perché se non hai lo strumento e quindi il contenitore non puoi attivare i contenuti.
Questi esempi credo siano sufficienti per avvalorare la mia convinzione sul fatto che i consiglieri regionali, sia di maggioranza che d’opposizione, vadano coinvolti preventivamente e non certo solo quando il problema assume dimensioni emergenziali. Soprattutto in una provincia come la nostra, che registra purtroppo circa 80mila disoccupati, ciò è necessaria.
Non è facendo proclami che si contribuisce alla soluzione dei problemi vitali del territorio.
Errico, ad ogni modo, sia certo che in sede regionale i consiglieri espressi dal popolo brindisino sanno fare valere con determinazione gli interessi del proprio territoria.
Sappia inoltre che Vendola e Giunta regionale sono consapevoli delle difficoltà economiche e sociali della Provincia di Brindisi ma a Bari e al Governo nazionale bisogna andare con progetti chiari, condivisi e partecipati.
Nei prossimi giorni la Margherita di Brindisi farà un incontro con i propri rappresentanti in Consiglio e Giunta provinciale per fare il punto della situazione politica ed amministrativa. Non è possibile che molte delle scelte riguardanti le singole realtà cittadine non debbano essere discusse e decise preventivamente nel partito. Da questo esame poi, ovviamente, trarremo le conclusioni.

COMUNICATO STAMPA VINCENZO CAPPELLINI
Presidente Gruppo Consiliare La Margherita al Consiglio Regionale