Brindisi, 10/05/2006

Dipietrangelo (Ds): "inerzia e disinteresse di chi amministra porto e territorio"

Sul porto di Brindisi si registra un iperattivismo a “parole” che spesso si trasferisce sulle pagine dei giornali. In tal modo, prospettando soluzioni irrealizzabili, si generano delle attese che rischiano di rimanere tali.
Il riferimento, in particolare, è alla possibilità di realizzare un nuovo porto. Viene da chiedersi, allora, se non sia il caso di cominciare a discutere delle vaste aree dell’attuale struttura portuale che continuano ad essere inutilizzate o, in alternativa, totalmente asservite al traffico di carbone.
Le responsabilità sono facilmente a chiaramente individuabili nella gestione del porto in questi anni.
Certo, non è chiaro se il presidente dell’Autorità Portuale ha danneggiato Brindisi per favorire Bari o se tutto è semplicemente riconducibile ad una sostanziale incapacità.
Sta di fatto che oggi il nostro porto è “morto” e che Brindisi è tagliata fuori dalle dinamiche nazionali, pur essendo stata a lungo la prima città portuale della Puglia.
Avanzare, quindi, in questa fase, la proposta di realizzazione di un porto industriale (soluzione che, a dire il vero, affascina non poco anche chi scrive) significa ignorare che molti esperti in materia hanno dimostrato che l’intera fascia costiera situata a sud di Brindisi subirebbe notevoli danni dal punto di vista ambientale.
Ed è una follia anche ipotizzare l’utilizzo dei fondi strutturali 2007/2013, visto che i meccanismi di erogazione delle risorse sono legati a doppia mandata a regolari bandi di selezione ed agli assi strategici che la Regione Puglia riterrà opportuno individuare per determinare concrete ipotesi di sviluppo del territorio.
E non vale a nulla andare in giro per uffici regionali alla ricerca di sostegni su questioni che sono sottoposte a procedure comunitarie e soprattutto prospettando ipotesi non discusse nelle sedi politiche ed amministrative territoriali, ma semplicemente oggetto di qualche pur valida tesi di laurea.
Noto, a tal proposito, molto avventurismo, tanta superficialità e sinanche una certa ignoranza in merito ai criteri di utilizzo dei fondi comunitari.
Ritengo, inoltre, che qualsiasi ipotesi di nuove infrastrutture va subordinata alla rielaborazione del Piano regionale dei Trasporti, atteso che il vecchio è risultato sin dal primo momento inadeguato e quindi inattuabile.
Nel Piano dovrà essere indicato il ruolo della portualità pugliese e, per quanto ci riguarda, quello del porto di Brindisi (tenendo conto che tra una decina di anni le aree portuali attualmente destinate all’approvvigionamento di combustibili per il petrolchimico e per le centrali potrebbero essere molto più ridotte).
I Democratici di Sinistra lo hanno detto a chiare lettere durante i lavori della Conferenza programmatica regionale, ipotizzando soluzioni credibili ed attuabili in materia di logistica e di porti e garantendo, per il futuro, un impegno preciso in termini di realizzazione degli impegni che si andranno ad assumere.
Certo, tanto interesse presenta anche i suoi lati positivi, visto che Brindisi ha bisogno di una nuova stagione di protagonismo, ma tutto questo deve tener conto degli obiettivi della programmazione regionale e delle procedure, per evitare che si parli a vuoto e che, pertanto, si sprechi altro tempo prezioso.
Bisognerebbe pensare, ad esempio, a come assegnare e specializzare le aree disponibili, con l’obiettivo di valorizzarle e, allo stesso tempo, individuare le aree retroportuali da porre a servizio della funzione del porto che deve essere sempre più pensato come porto del Salento, integrato con l’hub portuale di Taranto. Per fare questo è necessario il coinvolgimento degli operatori portuali, così come occorre individuare vettori nazionali ed internazionali interessati al nostro porto ed alle sue principali attività, cioè alle merci, ai containers e ai passeggeri. Per questi ultimi, sarebbe opportuno tenere conto della congiuntura internazionale che ha fatto lievitare il costo del gasolio per determinare un nuovo interesse degli armatori di navi superfast per i collegamenti con la Grecia.
Ma su tutto questo inerzia e disinteresse di chi amministra territorio e porto sono sin troppo evidenti.

INTERVENTO DI CARMINE DIPIETRANGELO - SEGRETERIA REGIONALE DS