Brindisi, 01/10/2003
Cobas Energia: Lo Stato deve tornare a fornire energia
Di seguito il testo integrale di un comunicato dei COBAS ENERGIA BRINDISI a firma di Roberto Aprile Sono molteplici le dichiarazioni di politici e Ministri italiani, attraverso testate giornalistiche e riprese televisive, che a causare il recente black out sia stata la scarsità di impianti di produzione di energia elettrica presenti sul territorio Nazionale e, pertanto, bisogna con urgenza costruire altre centrali possibilmente anche nucleari..
Tutto ciò non corrisponde al vero.
E' noto a tutti come un sistema di produzione e trasmissione di energia elettrica è influenzato istante per istante dai seguenti fattori:
- le disponibilità energetiche (idroelettriche, termoelettriche, ecc.);
- l'andamento del fabbisogno;
- eventuali perturbazioni di origine atmosferica;
- eventuali guasti .
Attraverso un'analisi delle teleinformazioni, mediante misure e segnali, lo stato del suddetto sistema subisce azioni correttive, che dovranno essere rapide e tempestivamente identificare il fenomeno in atto.
Si fa presente come giornalmente il coordinamento produzione e trasmissione preveda:
a) i diagrammi orari di produzione ;
b) macchinario in regolazione;
c) la riserva rotante.
A valle di queste informazioni, allora viene spontaneo chiedersi:
- Come mai le disponibilità energetiche degli impianti di produzione erano minime alle ore 3 e 30 ora del guasto? Si cercava di attingere un cospicuo numero di Mega Watt (si parla di 6000 da Francia e Svizzera) di energia dall'estero a prezzo più conveniente lasciando spenti impianti di generazione a ciclo-combinato che bruciano gas? Sono prevalse quindi ragioni economiche sulla sicurezza?
- Come mai un guasto esterno alla nostra rete elettrica Nazionale non è stato isolato in tempo utile dalle protezioni elettriche dedicate a tale scopo, visto che molte sono anche ridondanti?
- Come mai le cosiddette Centrali elettriche regolanti non hanno svolto il compito loro assegnato?
- Che fine hanno fatto le Centrali con le isole di carico capaci di assicurare energia in situazioni catastrofiche ad un limitato numero di utenti?
- Dove sono andate a finire quei piccoli gruppi Turbo-gas che in emergenza erano capaci di erogare energia in breve tempo, utilissima per avviare grandi impianti termo? Sono stati venduti forse all'estero per fare cassa?
A tutto ciò si aggiunge che parecchi impianti di distribuzione di energia vengono gestiti con protezioni obsolete e carenti sotto l'aspetto delle verifiche periodiche data la scarsità degli addetti (ex Servizio Misure e prove ).
Sono questi i veri motivi dell'increscioso evento, e non come ancora si sostiene che dovremo costruire altre Centrali Elettriche necessarie per il nostro fabbisogno energetico?
Non molto tempo addietro, all'indomani del black out americano, un noto Dirigente del Gestore della Trasmissione Rete Nazionale affermò con estrema certezza che: "In Italia un disservizio di tali dimensioni e portata era umanamente impossibile sia per la presenza di un infallibile Sistema di Controllo Nazionale capace di gestire i diversi Servizi di ripartizione del carico, che per come sono state realizzate le principali linee A.T.".
Sarebbe bene per il prossimo futuro di adoperarsi seriamente a migliorare i nostri sistemi di teleconduzione per imparare dalle disgrazie altrui e non per deriderli.
QUESTE SONO ALCUNE NOTE TECNICHE RELATIVE AL BLACK OUT DELL'ALTRO GIORNO. SE A TUTTO QUESTO AGGIUNGIAMO UN DEVASTANTE PROCESSO DI PRIVATIZZAZIONE E' ABBASTANZA PER DIRE CHE L'ENERGIA NON E' UNA MERCE MA UN SERVIZIO PUBBLICO
E CHE DEVE ESSERE LO STATO A FORNIRE TALE SERVIZIO.
Dalla redazione giornalistica di Puglia Tv |