Sandonaci, 14/06/2006

Un anno fa rapinò la BPP. Individuato il responsabile

Ha un volto ed un nome il rapinatore che il 18 maggio 2005, a San Donaci, si introdusse nell’agenzia locale della Banca Popolare Pugliese con il volto travisato da una calzamaglia, intimando agli impiegati di consegnargli il denaro contenuto nelle casse dell’istituto. In quella circostanza, però, apprendendo che l’apertura delle casseforti era gestita da un temporizzatore il malvivente si dileguò a piedi.
Non erano molti gli elementi a disposizione del personale del Nucleo Operativo e Radiomobile di Francavilla Fontana e della Stazione Carabinieri di San Donaci, comandata dal Maresciallo Giancarlo ABBRACCIAVENTO: solo le dichiarazioni degli impiegati ed un berrettino in lana, rinvenuto poco distante dall’agenzia sulla via di fuga del malvivente, segnalata al 112 da un anonimo cittadino, giacchè tutti gli impiegati erano stati minacciati dal rapinatore di uscire dall’agenzia non prima che egli stesso si fosse allontanato.
La svolta pochi giorni dopo.
Nell’ambito della circolarità info-investigativa propria dell’Arma dei Carabinieri, personale del Nucleo Operativo intuiva che il rapinatore immortalato dal sistema di videosorveglianza di un istituto di credito di Castellana Grotte, fotogrammi fatti circolare tra tutti i Reparti dell’Arma pugliese dai Carabinieri della Compagnia di Monopoli, potesse essere lo stesso descritto minuziosamente dagli impiegati dell’istituto di credito di San Donaci.
Allo stesso personale, inoltre, evidentemente ben avvezzo alle indagini a lungo respiro e, in barba alle barzellette che furoreggiano nella coscienza popolare sul tema delle capacità dei Carabinieri, abituato a memorizzare, “a futura memoria”, circostanze, luoghi e persone che quotidianamente condizionano il suo variegato operare, non sfuggiva che nel gennaio precedente, due individui, tra i quali uno corrispondente per fattezze e caratteristiche fisiche a quello stesso rapinatore, erano stati controllati sulla S.S.7 “Brindisi/Taranto”, all’altezza dell’uscita “Latiano Est”, in possesso, guarda caso, di un passamontagna costituito da calza da donna di colore nero annodata.
Purtroppo, in quei giorni, non potendo fare il processo alle intenzioni, i due uomini, entrambi leccesi, vennero fatti oggetto di un provvedimento di rimpatrio con F.V.O. con diffida di far ritorno nel Comune di Latiano, per la durata di anni tre, senza la preventiva autorizzazione dell’Autorità. Il collage investigativo, a quel punto, era fatto: le sembianze del rapinatore immortalato a Castellana Grotte e quelle del leccese controllato sulla S.S. “Appia”, coincidevano perfettamente.
Era arrivato, quindi, il turno dei Reparti Speciali dell’Arma dei Carabinieri. La prova del nove, il tassello che ha inchiodato definitivamente Giuseppe MANNA, 39enne, di Lecce, questo il nome del rapinatore indagato, alle sue responsabilità.
Gli esami sul DNA effettuati dai Carabinieri del R.I.S. – Raggruppamento Investigazioni Scientifiche – infatti, hanno fornito agli investigatori la prova che il berrettino in lana ritrovato nei pressi dell’agenzia sandonacese della Banca Popolare Pugliese, era stato indossato proprio da Giuseppe MANNA, in questi giorni ancora detenuto per altre rapine presso la Casa Circondariale di Borgo San Nicola a Lecce.
E’ stato proprio lì, nella sua cella, che gli è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari firmato dal Sostituto Procuratore della Repubblica che le ha dirette, Dott.ssa Myriam IACOVIELLO.

COMUNICATO STAMPA REGIONE CARABINIERI PUGLIA - COMPAGNIA DI FRANCAVILLA FONTANA - NUCLEO OPERATIVO E RADIOMOBILE