Brindisi, 29/01/2011
Giannoccaro (Femca) sta con Marinò: "agevolare nuovi investimenti"
In qualità di Segretario della Femca Cisl di Brindisi, negli interessi dei Lavoratori, iscritti, che mi onoro di rappresentare nel Settore Industriale, in particolare nei Comparti Chimico ed Energia, sento di condividere le dichiarazioni del Presidente di Confindustria Brindisi, Giuseppe Marinò, anche se forse spettava più alle Organizzazioni Sindacali che operano all’interno di questo settore difendere i lavoratori e con essi le attività industriali.
Infatti è molto facile e puerile attribuire alle Convenzioni il mancato sviluppo economico della nostra Provincia o le eventuali prospettive future, quando invece le responsabilità sono tutte da distribuire alla Politica e alle Amministrazioni, che in questi anni si sono succedute.
Non capire che oggi sottoscrivere le Convenzioni è una opportunità per il Territorio affinché le Aziende Energetiche non continuino a produrre, anche se nel rispetto delle normative, senza che il Territorio possa porre alcuna condizione sull’uso del combustibile, è solo demagogico e strumentale, e giova solo alle Aziende.
Per cui le discussioni in atto, che stanno provocando divergenze e conflitti lasciano il tempo che trovano, bisogna invece in maniera strategica sfruttare questa opportunità, contrattando con le Aziende produttrici, il miglioramento dell’Ambiente, gli Investimenti ecologici, la riduzione della quantità di Carbone, compensando la produzione, senza mettere in discussione l’occupazione degli addetti, attraverso anche l’utilizzo del Gas e di Fonti Rinnovabili, visto lo scempio già perpetrato nelle campagne di tutta la Provincia.
Il CDR non è l’alternativa, per alimentare le Centrali presenti, così come invece dalla Regione vogliono imporci, mentre il Protocollo per la Sicurezza e la Legalità del Lavoro, sottoscritto in Prefettura, considerato da tutti un accordo quasi nazionale, attraverso la costituzione di una Commissione è un ottimo strumento di verifica sul rispetto dei criteri imprescindibili di Sicurezza e Legalità anche nelle installazioni di rinnovabili già implementate ed in corso di realizzazione.
E’ forse colpa delle Convenzioni che non si sottoscrivono e dell’industria che negli ultimi 50 anni nessuno mai ha proposto, progettato e realizzato nuovi modelli di sviluppo integrati?
Ancora oggi dei progetti quali “Città d’acqua”, “Sviluppo sostenibile” e “Per una Puglia migliore”, rimangono solo le presentazioni e le pubblicizzazioni. Con questo non si vuole dire che non si devono realizzare, anzi bisogna dare una accelerata, anche perché lo sviluppo economico della Provincia non può continuare ad essere sostenuto solo dalle Grandi Industrie, visto che le Piccole e Medie Imprese stanno ormai morendo.
Si dice forse il falso che a Brindisi oltre che la crisi economica contingente, dovuta alle problematiche internazionali, vi è ormai da tempo una crisi economica strutturale? Non è sotto gli occhi di tutti la crisi del Commercio, dell’Agricoltura e del Terziario oltre che una massiccia desertificazione di attività ed emigrazione, non solo di giovani, verso altri territori? Ed ancora, Brindisi non è l’ultima Provincia della Regione ed una delle ultime d’Italia, in termini di sviluppo?
Brindisi rimane ancora la città delle occasioni perdute, dove non si è stati capaci di far realizzare a quelle aziende che volevano venire ad investire, le loro attività industriali, che avrebbero in qualche maniera ammortizzato la crisi del territorio, eccezione fatta per la Centrale dello Zuccherificio. Chissà perché? Non solo non vengono realizzati nuovi investimenti, ma addirittura ci viene scippato quanto avevamo, senza che nessuno intervenga a difesa, Banca d’Italia, Acquedotto Pugliese, Inail, Alenia…
Anzi questa continua demonizzazione del settore industriale non fa altro che mettere in discussione oltre alle attività produttive esistenti, anche l’occupazione stabile che ancora adesso viene garantita e che sostiene l’economia del territorio. Altro che essere succubi del Sistema Industriale!
Allora in maniera franca costoro devono avere il coraggio di dire che l’Industria nella nostra Provincia deve scomparire, però con altrettanta chiarezza devono anche indicare quale è il futuro del territorio e quale è l’alternativa per le migliaia di lavoratori occupati in questo settore, tutto ciò no tra 50 anni, ma da subito.
Dal momento che nessuno, fino ad oggi, è stato all’altezza di realizzare alcun progetto integrativo all’industria, emerge chiaramente che la posizione assunta è solamente ideologica e strumentale.
Invito Tutti, pertanto, a guardare in faccia la realtà e le difficoltà che il nostro Territorio sta vivendo, affinché ognuno per i propri ruoli invece di ostacolare, agevoli i nuovi investimenti attraverso lo snellimento degli iter autorizzativi, soprattutto per quelli destinati ai miglioramenti ambientali.
COMUNICATO STAMPA EMILIANO GIANNOCCARO - SEGRETARIO FEMCA CISL BRINDISI
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