Brindisi, 16/02/2011
Convenzioni, Uil: "eterne incompiute"
Si continua a parlare del sesso degli angeli non accorgendosi che come sempre la situazione è sfuggita di
mano a tutti.
Distinguo, prese di posizione, pregiudizi ed accese discussioni sulla loro utilità si sprecano, mentre le
difficoltà aumentano facendo allontanare una delle possibili soluzioni per il problema dell'economia locale,
ferma ed addirittura in forte regressione, della disoccupazione, dell'impoverimento delle attività commerciali
e di interi settori produttivi ridotti ormai allo stremo, senza commesse e senza futuro.
Una città ed un territorio che non riescono a liberarsi dalla deleteria mancanza di decisioni condivise per
superare questa situazione, dove ognuno si fa le sue ragioni per non fare niente, senza accorgersi che il
tempo passa e le opportunità si perdono.
La UIL e la UILCEM di Brindisi, come è loro abitudine, intendono ricordare a tutti come è nata l'esigenza di
regolamentare attraverso accordi scritti, appunto le convenzioni con l'ENEL, la produzione di energia nella
nostra provincia.
Nel 2002 le Istituzioni locali, le parti sociali ed i rappresentanti dei settori produttivi convennero di vincolare
l'ENEL con la sottoscrizione di un accordo-convenzione i cui contenuti determinarono impegni e
responsabilità reciproche di produzione e di controllo.
L'ENEL con 4 gruppi in marcia: 2 ad orimulsion e 2 a carbone (2.400milioni di tonn/anno).
Nel 2004 con la svolta della liberalizzazione del mercato elettrico (le cosiddette leggi salva centrali) l'attività
produttiva della centrale di Cerano è andata gradualmente modificandosi con 4 gruppi alimentati a carbone.
Siamo convinti che tutti sono rimasti a guardare.
Ci chiediamo: le condizioni di ieri sono quelle attuali? Ed ancora: quanto produce oggi veramente la centrale
di Cerano?
Vorremmo tanto avere le giuste risposte a queste domande.
Secondo la UIL e la UILCEM di Brindisi preoccuparsi della quantità di carbone utilizzato e sull'impatto
ambientale è importante, ma riduttivo. Riteniamo anche fondamentale soffermarsi su come la società
calendarizza le fermate, sui tempi e sugli interventi di manutenzione e quali ricadute questo provoca nella
produzione complessiva attuale e di prospettiva.
Questa premessa serve per richiamare l'attenzione sui veri problemi perché, negli anni, i dipendenti diretti ed
indiretti sono diminuiti e l'indotto con le sue aziende metalmeccaniche, edili ecc., soffre per la mancanza di
commesse.
È chiaro che il core business dell'ENEL oggi è diventata la centrale di Civitavecchia che per la sua posizione
geografica non ha concorrenti in grado di mettere in discussione la sua attività produttiva.
Cerano non è la tanto decantata centrale strategica che produce per mezza Italia. Non è più così anche se
pochi se ne sono accorti.
Se così è tra poco tempo ci troveremo coinvolti su altre più assillanti preoccupazioni che riguarderanno la
probabile messa in discussione della produzione della stessa.
Chiediamo: a nulla è servita l'esperienza dell'Alenia, della EVC, della DOW, ecc., ecc.?
Dovremmo rivolgere più attenzione nei confronti della ENIPOWER che con i suoi impianti a turbo gas
produce energia a costi notevolmente inferiori. Perciò una sfida impari in un mercato che importa energia
elettrica dall'estero e mette in grossa difficoltà aziende dello stesso territorio
Ed ancora: quando si realizzerà la centrale di Porto Tolle si manifesteranno altri problemi per quella di
Cerano!
È evidente che non c'è più tempo da perdere.
Alla luce di quanto sopra occorre invece che chi è delegato ad assumersi responsabilità politiche deve
prendere decisioni di merito subito, senza ulteriori indugi ed TUTTI INSIEME affrontare la situazione
contingente senza nascondersi dietro normative e leggi che non determinano grandi cambiamenti. È un film
già visto. Lo stesso film che ci ha portato in questa situazione disastrosa.
COMUNICATO STAMPA UIL - UILCEM
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