Brindisi, 23/02/2011
Verdi: considerazioni sul documento di scoping
Il documento di scoping, che attiva la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del nuovo PUG, rappresenta un percorso di democrazia partecipata fortemente voluto dalla CE nel momento in cui si sviluppano progetti e/o piani che individuano l’attivazione di politiche strategiche di “sviluppo sostenibile” che, per non ingenerare dubbi sulla identificazione è secondo il rapporto “Caring for the Earth” definito come: “il soddisfacimento della qualità della vita, mantenendosi entro i limiti della capacità di carico degli ecosistemi che ci sostengono”.
Quindi ancor prima della bozza di PUG va fatta la Valutazione Ambientale in quanto vi sono scelte di trasformazione del territorio che possono avere implementazioni dell’attività umana ma con l’obiettivo ineludibile di ottenere sempre uno “sviluppo sostenibile”.
Riteniamo che la VAS in una programmazione vasta quale quella di un PUG, non può che essere la valutazione degli effetti ambientali rivenienti dall’attuazione del Piano programmatico ed ha sostanzialmente due obiettivi:
- garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente negli atti di programmazione e pianificazione che prevedono la trasformazione del territorio;
- contribuire, da parte di Cittadini e terzi qualificati, alla integrazione di azioni di carattere ambientale che possano essere ulteriormente significativi nello sviluppo sostenibile.
E’ bene ricordare, inoltre, che la VAS non consiste nella semplice verifica della conformità di un PUG a soglie stabilite e/o a standard di legge, ma deve rappresentare una simulazione ed una previsione di quello che accadrebbe all’ambiente a seguito delle trasformazioni territoriali previste nel Piano.
E’ altresì evidente che la VAS deve anche porre basi solide affinché i concetti soliti dello “sviluppo sostenibile” si possano realmente concretizzare attraverso: la progettazione eco-compatibile delle strutture, l’uso razionale delle risorse naturali, il risparmio del suolo verde ed il riutilizzo del suolo già utilizzato, la certificazione ambientale, ecc.
La VAS è, quindi, l’utilizzo politico di uno strumento che vede direttamente interessate le comunità locali, le uniche vere portatrici d’interessi comuni fondamentali per la conservazione e ed il miglioramento della qualità ambientale del territorio.
Essendo anche noi “portatori di interessi” come tutti i Cittadini, intendiamo partecipare sia al processo di realizzazione della VAS che a quello del PUG con lealtà civica e politica, contribuendo alla creazione di uno strumento che dovrà essere un reale volano di “sviluppo sostenibile” per i prossimi decenni, compensando gli errori fatti, questa volta solo dalla politica, nell’attuale Piano regolatore.
Il documento di scoping, anche se precedentemente richiamato sia nel “Piano d’azione locale” che nel “Primo Rapporto sullo Stato dell’Ambiente”, ambedue del 2003 ed ambedue elementi sostanziali del processo di “Agenda 21–Brindisi”, è il primo di questa gestione politica che riporta la grave crisi ambientale che subisce il territorio di Brindisi a causa degli insediamenti industriali.
Finalmente verifichiamo che si acquisisce una presa di coscienza sul grave stato ambientale in cui versa il territorio e si introduce il concetto di “città post-industriale” con il chiarimento che non si intende boicottare l’industria ma la si deve indurre ad una reale presa di coscienza della grave criticità ambientale nella quale opera, modificando e migliorando le proprie performance ambientali e la propria “impronta”.
Nessuno di noi vive in grotta e né intende vivere; si desidera soltanto che l’uso del territorio da parte delle aziende sia: limitato, sostenibile, coerente con gli indirizzi di sviluppo programmati e là dove esistenti.
Auspichiamo che la SFIR costituisca l’ultimo obbrobrio ambientale, paesaggistico e di mancata seria verifica della “sostenibilità” che una classe politica incapace e condizionata è stata in grado di autorizzare, pur sapendo che il nostro ecosistema ha superato, da tempo, la propria capacità di carico”.
In definitiva, nel ritornare al documento di scoping, affermiamo di ritenerci sostanzialmente favorevoli nel percorso intrapreso, che segue le procedure della normativa e partecipiamo contribuendo con le succinte considerazioni che qui di seguito si riportano, riservandoci di ampliarle e di proporle come nostro contributo; riteniamo che:
- è necessario riportare l’adeguamento alla normativa vigente che è il DLgs 128/2010 del 28/06/2010; tale decreto non modifica nella sostanza l’apparato normativo del DLgs 152/2006 ma introduce nuove definizioni e chiarisce definitivamente che la valutazione del Piano regolatore del Porto e delle rispettive varianti deve essere effettuata nel rispetto di quanto approvato dalla VAS del PUG. Infatti, in accordo con le linee guida Enplan, non si riscontra alcuna analisi di influenza del PUG (VAS) con l’attuale Piano regolatore del porto, anche se si valutano oggettive criticità ambientali e logistiche.
- Non si definisce quale è la volontà progettuale in merito alla necessità di effettuate “valutazioni di incidenza” sulle zone ZPS e SIC o se far rientrare il tutto nella VAS;
- Manca totalmente l’analisi di SWOT che altro non è che uno strumento di pianificazione strategica usato per valutare i punti di forza (Strengths), debolezza (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) di un Piano in cui è necessario prendere una decisione per raggiungere un obiettivo; mancando dell’analisi si evidenzia anche l’assenza della “matrice” di SWOT nella quale sono rappresentati e corredati i 4 punti richiamati (forza-debolezza-opportunità e minacce) e differenziati in “analisi interna ed esterna”;
- Vanno meglio definiti gli obiettivi strategici generali della sostenibilità;
- Ecc.
Nel riconoscere che il documento di “scoping” presenta una giusta ed adeguata impostazione per la definizione progettuale di un Piano strategico di rilancio socio-economico del nostro territorio, si constata anche e positivamente che non vi è una contrapposizione netta fra le due soluzioni dicotomiche «sviluppista» e «ambientalista; riscontriamo che la valutazione «ambientalista» è basata sulla sostenibilità ambientale del Piano e sulla realtà degli inquinamenti presenti e quindi secondo matrici di valutazione in linea con gli indirizzi della Comunità Europea e secondo il protocollo di Kyoto-Copenaghen, mentre la valutazione «sviluppista» è basata prioritariamente sulla individuazione del territorio quale “bene d’investimento e non più come risorsa da sprecare”.
COMUNICATO STAMPA VERDI PER LA COSTITUENTE ECOLOGISTA - CIRCOLO DI BRINDISI
A FIRMA DEL PRESIDENTE FRANCESCO MAGNO E DEL COORDINATORE ALESSANDRO CALO'
|