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Brindisi, Fotovoltaico, Mevoli: "le responsabilità vanno ricercate altrove"



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Brindisi, 28/02/2011

Fotovoltaico, Mevoli: "le responsabilità vanno ricercate altrove"

L’Italia è un paese davvero strano, dove si ha l’abitudine di far scappare nel disinteresse generale le mucche, per poi correre in massa tutti quanti a richiudere le stalle.
La polemica di questi giorni sul fotovoltaico ne è un esempio lampante.
E’ forse il caso di sottolineare che quanto realizzato sino ad oggi è stato autorizzato negli scorsi anni, quando lo scrivente si occupava di tutt’altra materia.
Sono stato attaccato , ritengo ingenerosamente e senza ragione, per la pubblicazione di una intervista telefonica , -incompleta per perdita del segnale e quindi monca di significativi passaggi, - nella quale rispondevo circa il mio pensiero in relazione a quanto sta avvenendo con la diffusione selvaggia del fotovoltaico nelle nostre campagne.
In quella sede ho affermato che i comuni, e quindi non solo il nostro, sono stati letteralmente investiti da valanghe di DIA, e che la legge , come sotto meglio specificato, non consentiva e ancora non consente agli stessi di negare tali ingombranti presenze.
Aggiungo in questa sede che molti comuni, sopratutto i più piccoli, hanno bilanci nettamente inferiori a quelli vantati dalle multinazionali del solare, e che eventuali contenziosi avrebbero rischiato di creare seri problemi economici in caso di sconfitta giudiziale. Non si spiegherebbero altrimenti neanche le tantissime autorizzazioni rilasciate dalla provincia per il passaggio di cavidotti che, nel distruggere completamente la viabilità provinciale e rurale, hanno causato un grave incidente sulla ss 379 alcuni giorni fa, incidente che avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi.
A livello nazionale la produzione di energia da fonte solare fotovoltaica, è disciplinata dalla normativa tecnico/amministrativa dettata daI Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, numero 387, dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 19 febbraio 2007, “criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare, in attuazione dell’articolo 7 del Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, numero 387” e dal decreto del Ministro delle attività produttive 28 luglio 2005. “criteri per l’incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare”.
A livello regionale, invece, lo sviluppo di impianti fotovoltaici industriali è disciplinato dalla legge regionale n. 31/2008, che stabilisce le aree nelle quali non è possibile realizzare impianti fotovoltaici con la relativa procedura di Autorizzazione Unica ex art. 12 d.lgs. 387/2003 da parte della Regione Puglia ovvero dalla c.d. DIA (dichiarazione inizio lavori) fino ad 1 MWe per procedimenti semplificati.
L’art.5 della Legge Regionale n° 31/2008 dispone che gli impianti fotovoltaici con potenza nominale elettrica superiore a 10 MWe debbono essere assoggettati a verifica di VIA (valutazione di impatto ambientale), liberalizzando, di fatto, tutti gli impianti inferiori a tale limite.
La procedura di approvazione degli impianti si svolge mediante una conferenza di servizi, che si tiene in regione, nella quale le amministrazioni coinvolte si esprimono in forma definitiva.
Il Comune di Brindisi ha individuato la titolarità del procedimento di specie nell’Assessorato all’Urbanistica, riservando la competenza dell’Assessorato all’Ambiente alla sola valutazione di interventi da assoggettare a verifica di VIA.
Abbiamo quindi assistito in questi ultimi anni ad una parcellizzazione delle potenze nominali degli impianti fotovoltaici mirate ad eludere la normativa di riferimento. Diversi impianti proposti in un dato sito, da società diverse, possono costituire un mega impianto senza aver scontato la procedura in materia ambientale.
L’Assessorato all’Ambiente, quindi, ha gestito solo procedimenti che ricadevano nelle potenze previste per legge.
Per porre rimedio a questo scempio, la Provincia di Brindisi e la Regione Puglia hanno abbassato il limite di potenza nominale per l’assoggettabilità a VIA in modo da attuare un controllo più capillare delle richieste da parte delle società.
Il nostro territorio ha subito maggiormente questo fenomeno dal momento che le reti di connessione elettrica, ossia la distanza tra l’impianto fotovoltaico e la cabina di immissione dell’energia è limitata e quindi i costi di allaccio risultano contenuti.
Per le ragioni su riportate, quindi, nessuna colpa è imputabile all’assessorato all’ecologia, e tanto meno allo scrivente.
Le responsabilità vanno ricercate altrove, anche in un Presidente della regione che ancora oggi si vanta, in giro per l’Italia, di aver dato alla Puglia il primato di regione leader nella produzione elettrica da fonti alternative, ignorando o fingendo di non sapere, a quale scempio ha sottoposto il nostro paesaggio rurale.

COMUNICATO STAMPA CESARE MEVOLI - ASSESSORE COMUNALE ALL'AMBIENTE






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