Brindisi, 16/03/2011
Albano e Monetti sull'affidamento dell'impianto CDR
Gli affidamenti diretti, senza gara, relativi alla gestione dell'impianto CDR sono all'oggetto di una interrogazione che Vincenzo Albano (Pd) e Antonio Monetti, hanno inoltrato al Sindaco e al Presidente del Consiglio comunale di Brindisi.
Di seguito ne riportiamo integralmente il testo:
Con determinazione n. 1121 del 7 marzo 2011 del dirigente dell’Ufficio contratti del comune di Brindisi, la società Nubile s.r.l. è stata dichiarata aggiudicataria del servizio di custodia e manutenzione conservativa dell’impianto di biostabilizzazione dei rifiuti e di produzione di CDR, collaudato nel 2004 e mai entrato in funzione.
Un affidamento aggiudicato con un ribasso del 51,77%, rispetto alla base d’asta, che comporterà per il comune di Brindisi un onere mensile di 19.382.8 euro.
Un bel risparmio rispetto alle somme definite nei precedenti affidamenti diretti, disposti senza gara dall’Amministrazione Comunale, che invece hanno comportato, il versamento alla società Emit del corrispettivo mensile di 36.000 euro, dal 2004 a luglio del 2010, per complessivi 2 milioni e 600 mila euro e, successivamente, dall’agosto 2010 in poi, di 34.040 euro mensili , alla società Monteco.
E come dire che il comune di Brindisi, ove avesse espletato dal 2004 una regolare gara, come richiedono le norme fissate a garanzia della correttezza delle procedure e della tutela della concorrenza, verosimilmente avrebbe potuto risparmiare quasi 1.300.000 euro.
Che fosse anomala la procedura di affidamento senza gara, lo abbiamo ribadito in diverse circostanze, facendo riferimento alle regole stabilite dalla legge, che consentono la procedura negoziata senza gara, solo in determinati casi eccezionali, che, a nostro parere, non ricorrevano in questa fattispecie, che ha comportato l’emissione di quasi 25 delibere di giunta.
Una anomalia confermata successivamente dal Tar di Lecce che, su ricorso di una società interessata, con ordinanza n. 677/2010 del 9 settembre 2010, aveva sospeso l’efficacia della ennesima delibera di affidamento diretto ( la n. 337 del 29/7/2011) , in quanto non c’era stata gara ed era stata estromessa un società, che a parere del giudice amministrativo, sembrava potesse proporre una offerta economicamente più vantaggiosa per il comune.
Una supposizione confortata dal successivo esito della gara, che ha fatto emergere nelle sue risultanze, un risparmio mensile di oltre 16.000 euro al mese, rispetto alle somme pagate precedentemente dal comune. Una somma rilevante che misura la dimensione dello spreco di denaro pubblico, che si è concretizzato in questa vicenda .
A conti fatti, si può ragionevolmente dedurre che si sono buttati al vento circa 1.300.000 euro ( oltre duemiliardi e mezzo di lire) di denaro pubblico, che poteva essere utilizzato proficuamente per le necessità e i bisogni dei cittadini, ma anche per disporre, in questo e nel prossimo anno, la riduzione della ta.r.s.u. per le persone in difficoltà, gli anziani, i cassi integrati, le piccole imprese, il commercio.
E ‘ naturale poi che si possa eccepire la mancanza di risorse per ridurre i tributi, se si spreca il denaro in questo modo.
Noi crediamo che non si possa ulteriormente sorvolare sulla vicenda, facendo finta che niente sia successo e che va invece chiarita sotto il profilo della responsabilità, che deve sempre connotare ogni attività amministrativa, affidando la valutazione della correttezza delle procedure adottate, eventualmente anche all’organo regionale di controllo delle attività degli enti locali.
Una vicenda che, come prescrivono le norme, va chiarita e giustificata anche rispetto alla peculiarità di un rapporto contrattuale diretto, che potremmo definire fiduciario, protratto per 72 mesi, con una società che dal novembre del 2004, per problemi connessi all’impianto di CDR, aveva attivato un contenzioso giudiziario contro il comune di Brindisi, con la richiesta di un risarcimento danni per oltre 2 milioni di euro, oltre iva ed interessi legali, di mora e rivalutazione.
Per quanto sopra, le rinnoviamo la richiesta di informazione sulle ragioni che hanno impedito l’attivazione della regolare gara, a cominciare dal 2004 e i motivi che hanno determinato l’Amministrazione comunale di Brindisi a reiterare rapporti contrattuali diretti, senza gara, con una società con la quale era in atto un contenzioso giudiziario di rilevante importo economico.
Ma le chiediamo anche quando e finalmente entrerà in funzione l’impianto che, costato 23 miliardi e terminato nel 2003, non è stato mai trasferito all’ATO Br/1, è stato escluso per molti anni da qualsiasi programma di trattamento dei rifiuti.
Vincenzo Albano - Antonio Monetti
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