Brindisi, 15/03/2011
Accoglienza albanesi: Magno ricorda l'impegno delle suore dell'IPAI
Nel riconoscere efficienza organizzativa al Comune, a Legambiente ed a quanti altri si sono prodigati nel ricordare il ventennale dello sbarco dei vicini albanesi, sento la necessità di colmare una lacuna, a me molto viva, che ho rilevato nel novero dei ringraziamenti verbali e cartacei che sono stati fatti sull’evento.
Ancor di più questa lacuna appare in tutta la sua ampiezza nel momento in cui vedo apporre il riconoscimento lapideo dell’UNICEF alla popolazione brindisina, leggo quanto i media riportano, ascolto le varie interviste e rilevo che non vi è alcun riferimento a quanto fatto, allora, dall’Amministrazione provinciale e dalle Suore dell’IPAI.
Avendo vissuto intensamente i momenti dello sbarco, assolvendo alla funzione di amministratore provinciale, non posso fare a meno di rammentare e ringraziare la Provincia, sia nella disponibilità delle proprie scuole che ed ancor più nell’apertura dell’Istituto IPAI (Istituto Per l’Assistenza all’Infanzia), gestito allora da un gruppo di Suore.
L’IPAI fu, ancor prima della fuga degli albanesi dal piazzale di attracco della nave, immediatamente reso disponibile alle giovani mamme con neonati al seguito recuperate; grande fu la dedizione e l’abnegazione delle Suore che, nel pieno della notte, si prodigarono ad una accoglienza amorosa, dolce, materna ed indelebile nel mio ricordo.
Quello stesso gruppo di Suore che, in virtù di quella intensa esperienza di partecipazione, solo alcuni mesi dopo, decise di trasferirsi del tutto in Albania, là dove ancora oggi operano al servizio delle mamme e della prima infanzia.
Il medesimo impegno fu profuso da tutto il Personale provinciale distaccato all’IPAI.
Pur nella consapevolezza che la partecipazione cristiana rifugge dalla rappresentazione di sé e pur non soffrendo di protagonismo, nella dimenticanza di tutti, non posso non continuare a ringraziare quelle Suore e quel Personale della Provincia che hanno permesso di fissare in me immagini indelebili di gioia, felicità ed amore rivenienti da volti di mamme e neonati stravolti dalla sofferenza.
Tanto era necessario nel ricordo di un gruppo di Suore sante e di Personale sensibile ed amorevole, dimenticato nella bagarre dell’apparire.
Francesco Magno
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