Brindisi, 13/04/2011
Albano (Pd): "dimissioni Mennitti? una crisi per... appuntamento"
È una situazione, per certi versi, surreale. Siamo in presenza di una crisi mai formalmente aperta, ma che ha tutte le caratteristiche per essere definita tale. Possiamo considerarla un nuovo tipo di crisi, una crisi a tempo, una crisi quasi per appuntamento.
I cittadini possono andare in ferie tranquilli, ogni provvedimento rinviato a dopo l’estate, in autunno.
Il sindaco si dimette, il consiglio comunale si scioglie, tutti a casa, tutto risolto.
Un avviso anticipato di sfratto, recapitato alla grande come si conviene nelle occasioni più importanti, con le televisioni, la stampa, e non invece come io credo dovesse accadere nella sede propria, nella sede istituzionale, dove queste vicende devono essere immediatamente affrontate ed discusse nelle loro implicazioni, che non riguardano fatti privati, ma fatti pubblici importanti, che non possono ignorati o sottovaluti.
Eppure, occasione e tempo per informarci ci sono stati, anche perché non credo che il sindaco abbia maturato questa decisione in poco tempo, avvezzo com’è a valutare puntigliosamente, in ogni occasione, tempi, modi ed effetti di ogni sua decisione.
Bisogna aggiungere, ma forse sottolineare, che la buona politica insegna, che dimissioni si danno o non si danno, non si preannunciano, altrimenti si corre il rischio di barare.
Forse diventa un tantino stravagante, se addirittura si preannunciano con tanti mesi di anticipo.
Per il convegno si dice. Che può essere ritenuto credibile, se si va alla ricerca di una motivazioni plausibile. Ma mi chiedo, nel frattempo che si fa?Che fa un sindaco che sta con un piede dentro e uno fuori? Per allungare il brodo? Per tirare a campare? Con quale autorevolezza, considerato che ormai si pensa a chi viene dopo e si sta già organizzando il trasloco?
Dal punto di vista formale niente è accaduto. Però non si può fare finta che niente sia accaduto, anche perché i nostri concittadini hanno il diritto di sapere quello che accade nei palazzi, le prospettive future della nostra città e noi abbiamo il dovere di informarli adeguatamente.
In realtà, siamo in presenza di una crisi, che è iniziata all’indomani della costituzione di questa Giunta, formalizzata nella prima seduta del consiglio comunale, con la minaccia di dimissioni del sindaco, folgorato da quella realtà che si ostinava a non voler vedere.
Era accaduto, infatti, che dopo aver ostentato per tutta la campagna elettorale i contenuti di novità della sua maggioranza e la discontinuità con i cinque anni precedenti, ha dovuto prendere atto che niente era diverso. Ognuno aveva interpretato, come sempre, l’appartenenza alla maggioranza nel modo che riteneva più utile e più opportuno.
Alla prima prova, che riguardava l’elezione del Presidente del Consiglio, si era dimostrata per quella che effettivamente era. Una maggioranza numerica, non politica, fragile, insicura, litigiosa. Interessata ai soliti giochetti dei reciproci dispetti, delle dissociazioni, delle tante latitanze su questioni importanti di questa città.
Su questo credo si debba concentrare la nostra riflessione ed il nostro impegno. Sul bilancio negativo di questi due anni di consigliatura, ma anche dei cinque anni precedenti, in cui non si è fatto praticamente nulla.
Sulle condizioni di estrema difficoltà che vive questa città, sul lavoro che manca, sui giovani ai quali viene negato il lavoro ed il futuro, sulla povertà, sulla condizione dei tanti pensionati, sull’ambiente, sul traffico, sulla pulizia, sulla sicurezza, le strade, gli alloggi, gli edifici scolastici. L’elenco è purtroppo lungo.
Su questo si deve ragionare, se non si vuole allontanare ulteriormente la gente da questa politica, politicante?
Credo che la questione debba concludersi ora, non si possono tenere in sospeso questioni di una simile rilevanza, così importanti.
Se c’è la voglia e una maggioranza, si vada avanti, sulla base di programmi concreti da sottoporre al Consiglio Comunale, senza condizionamenti di sorta. Altrimenti dopo aver votato il bilancio, si prenda la decisione di liberare la città dall’agonia del tormentone delle dimissioni a futura memoria, che potrebbe essere realizzata ove, il consiglio, recuperando la dignità del ruolo e dell’impegno “ sociale” al limite di almeno 21 suoi componenti, formalizzasse le dimissioni utili a definire la questione. Solleveremmo il Sindaco dal sacrificio a cui si è votato procrastinando le dimissioni, ma, nel contempo, proteggeremmo città da tutti quei pericoli e danni a cui sarebbe esposta a causa dal perdurare di una situazione di incertezza e dalla mancanza di una guida sicura.
Tutto comunque sarebbe meglio, della situazione attuale.
COMUNICATO STAMPA VINCENZO ALBANO - CONSIGLIERE COMUNALE PARTITO DEMOCRATICO
|