Brindisi, 14/04/2011
Legambiente: "esiste la volontà di tutelare il territorio?"
La Conferenza conclusiva del procedimento di Autorizzazione Integrata Ambientale
(AIA) per la centrale termoelettrica di Brindisi Sud è stata (fortunatamente?) rinviata e nel
corso della prossima settimana è previsto il pronunciamento sul tema del Consiglio
Regionale e di quello Comunale.
Le istituzioni locali si sono presentate in ordine sparso e sbagliato nella Conferenza;
da un lato (Provincia) dando priorità ad un inaccettabile protocollo d’intesa con l’ENEL,
dall’altro (Comune) prospettando la per nulla condivisa combustione del CDR nella centrale.
Il protocollo d’intesa fa sostanzialmente soltanto gli interessi dell’ENEL che potrebbe
ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2) nel 2011 di appena un 10% e di un altro
aleatorio e non concretamente realizzabile 5% entro il 2020; ciò porterebbe le Istituzioni a
legittimare la violazione del protocollo di Kyoto e del conseguente decreto legislativo del
04/05/2006 che assegna, fra l’altro, all’impianto quote ben più basse (ben più di 4 milioni di
tonnellate in meno nel 2011!!!).
La riduzione di carbone “proporzionale” del carbone è perfino indefinita rispetto ad
un misero -10% che, peraltro, l’ENEL, visti gli attuali livelli e costi di produzione per la
domanda di energia elettrica, non sarebbe affatto un sacrificio, ANZI!!!
L’introduzione in Conferenza dei servizi di una possibile combustione in centrale di
CDR è altrettanto assurda, non discussa in sede di Consiglio Comunale e largamente
rigettata a livello sociale.
Un eventuale utilizzo da parte dell’ENEL del CDR dei 2 bacini di
utenza provinciale, risulterebbe insignificante rispetto alla riduzione da conseguire col
carbone e niente affatto giustificato da una ipotizzata emergenza ambientale, a meno che – e
sarebbe gravissimo – non si stia preparando una strada alla combustione anche del CDR
prodotto dalle altre province pugliesi.
Il compito del sindaco, in quanto ufficiale di governo in materia sanitaria, è quello di
ridurre l’inquinamento in un territorio in cui la capacità di carico è ben presente nel documento di scoping preparativo alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano
Urbanistico Generale (PUG).
Vista l’attuale raccolta differenziata da RSU, (appena superiore al 12% nella provincia
di Brindisi e lontanissima dal 55% da garantire entro il 2011) sono evidenti i rischi di
emissione di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), di benzene e benzopirene, di furani ed
anche di diossina nella combustione di CDR che, invece, se di qualità, potrebbe essere
sottoposto ad un trattamento a freddo con recupero di alcune componenti importanti
evitando impianti “a caldo” di pirolisi e/o gassificazione.
Nella Conferenza dei servizi le Istituzioni avrebbero ben altro da sostenere, quali il
rispetto degli impegni ENEL del 2007 (copertura carbonile, aspirazione carbone dalle navi,
trasporto nel nastro in depressione, ecc), la quantificazione dei livelli di emissione vantati
complessivamente nell’intero polo energetico con rilevamento del PM 2,5 (come direttiva
europea e legislazione italiana impongono) più che del meno pericoloso PM 10 e, finalmente,
l’attivazione del piano di monitoraggio globale.
Le Istituzioni potrebbero chiedere investimenti per aumentare il rendimento e
l’efficienza della centrale da portare dal 35% almeno al 45%, per avere carbone a più basso
tenore di zolfo ed a più alto valore calorifico.
Ma c’è la voglia di ottenere il massimo a tutela della comunità e del territorio?
COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE BRINDISI
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