Brindisi, 21/04/2011
Sequestro Sfir, Uil: "recuperare confronto sindacale"
Brindisi è diventata una città del terzo mondo. Una città usata per imporre decisioni utili per
affossarla ancora di più senza regole e controlli che, in un contesto appena civilizzato, sono il pane
quotidiano.
La politica ha le sue gravi responsabilità. In questi anni ha permesso il possibile e l'impossibile per
degradare la vita sociale ed il territorio in un baraonda di interessi personali che, politicamente,
hanno creato rapide carriere e successi ed hanno consentito ad alcuni amministratori di favorire
molte iniziative imprenditoriali rischiose, fuori dalle leggi e dalle norme che regolano il mercato del
lavoro.
Il risultato è quello che arriva agli onori della cronaca in questi giorni.
Quanto sta succedendo nel settore fotovoltaico è la testimonianza di quello che affermiamo da
tempo. Si vivono situazioni di vera schiavitù in un comparto che è in fase di crescita a macchia di
olio nel nostro territorio che alla fine, probabilmente, non determinerà neanche una buona
occupazione.
Così dicasi dello stabilimento SFIR che è stato realizzato a tamburo battente, grazie ad una leggera
visione politica che ha permesso di farlo insediare facendolo passare per zuccherificio, mentre
invece si tratta di una centrale di produzione di energia con bio-masse che, se non adeguatamente
gestita, potrebbe produrre danni ambientali.
La UIL provinciale, non da oggi, ha manifestato tutta la sua insoddisfazione per come queste
situazioni si sono sviluppate.
Sono mancati confronti preventivi e risposte adeguate alle tante domande ed ai molti dubbi sulla
organizzazione del lavoro e sull'investimento industriale che, secondo noi, meritava una attenzione
particolare prima di essere autorizzato. Era ed è ancora necessario un tavolo di discussione per
capire, non solo gli aspetti produttivi, ma anche le conseguenze che avrebbe determinato sul
territorio sia sotto l'aspetto ambientale, che in quello organizzativo ed occupazionale.
Ad autorizzare ed a vigilare su alcuni di questi investimenti ci fu qualche sceriffo di buona
memoria, oggi assente dalla scena politica, che si rese garante di tali iniziative, escludendo le parti
sociali territoriali e fornendo garanzie dirette!
Adesso che il danno è stato procurato i cittadini si preoccupano delle conseguenze.
La UIL provinciale qualche tempo addietro evidenziò le lamentele degli abitanti del rione Perrino
che avvertivano strani odori provenienti dalla zona industriale senza che ci fossero risposte chiare
da parte degli enti preposti. Oggi prendiamo atto che avevamo ragione!
Nella SFIR i lavoratori vivono, come abbiamo già messo in evidenza, una situazione di sofferenza
organizzativa e dal punto di vista della sicurezza personale perché non è stata data, volutamente
da parte dei dirigenti aziendali, la possibilità al Sindacato di discutere su argomenti importantissimi
che riguardano il piano della sicurezza, la formazione e gli aspetti operativi. Non stiamo parlando di
una piccola realtà produttiva, ma di una importante azienda che opera in un settore molto delicato
dal punto di vista dell'impatto ambientale con personale che deve essere messo in condizione di
operare con tranquillità. Questo non è ancora avvenuto.
Riteniamo quindi, e ci rivolgiamo alle Istituzioni, che è necessario recuperare subito il normale
confronto sindacale per rimuovere la situazione sopra denunciata.
COMUNICATO STAMPA UIL
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