Oria, 23/04/2011
Catturato Francesco Campana
Gli Agenti della Questura di Brindisi, diretti dal Dott. Vincenzo Carella, hanno catturato il boss Francesco Campana, 38 anni, di Mesagne, ritenuto l'attuale capo della Sacra Corona Unità.
Il noto esponente della SCU era latitante dal 2009 ed è stato catturato alle prime luci di oggi in agro di Oria.
Francesco Campana, assieme alla famiglia Buccarella, costituiva il punto di riferimento per una branca della Scu; dall’altra vi era il decimato clan dei Mesagnesi, comporto da Massimo Pasimeni, Ercole Penna, Antonio Vitale e Daniele Vicentino; dall’altra ancora la famiglia Bruno.
L'influenza di Campana continuava ad essere avvertita nel territorio con particolare riferimento ai più grossi interessi dell'organizzazione malavitosa: traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, gioco d’azzardo, attentati e danneggiamenti
Sul suo capo pendono diversi ordini di arresto, a partire da una condanna definitiva a nove anni per associazione a delinquere di stampo mafioso e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
La cattura arriva dopo due anni di serrate indagini. Il 27 Settembre scorso era stato arrestato il fratello Sandro, scoperto in una villetta di Porto Cesareo (Lecce).
Il nome di Francesco Campana è accostato all'agguato al mesagnese ed era presente nel lungo elenco di destinatari dell'ordinanze di custodia cautelare in carcere emessa nell'ambito dell'operazione "Last Minute" del Dicembre 2010.
Per il Questore Vito Carella, l'arresto di Campana rappresenta "il colpo definitivo alla Sacra Corona Unita e corona lunghe e complesse indagini dopo i 18 arresti di dicembre".
Il dott. Carella ha specificato che "durante la latitanza, Campana ha continuato a reggere le fila dell'organizzazione attiva nelle zone di Brindisi e Mesagne in tante attività criminali, a partire dalle estorsioni e gravi intimidazioni".
Ma non finisce qui. "Gli investigatori e la Direzione distrettuale Antimafia di Lecce - conclude il questore - continuano a indagare per scoprire appoggi e connivenze che hanno tra l'altro favorito la sua latitanza".
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