Brindisi, 23/05/2011
Rigassificatore, Cisl Uil e Ugl scrivono al Ministro Romani
Di seguito riportiamo integralmente una lettera aperta al Ministro dello Sviluppo Economico
Paolo Romani, firmata dai Segreteri Territoriali di Cisl, Uil e Ugl,
De Pascalis, Licchello e Saponaro
Signor Ministro,
con grande attenzione abbiamo letto la Sua nota inviata al
quotidiano SOLE 24 ORE, relativamente alla questione del rigassificatore previsto
nella zona portuale di questa Città.
Preliminarmente vorremmo sottolineare che
siamo assolutamente d’accordo con Lei, rispetto alle questioni di carattere
generale ed in particolare sul fatto che veti, spesso immotivati, di soggetti attenti
più alla costruzione di proprie fortune politiche o mediatiche, stanno impedendo i
necessari investimenti per il rilancio della nostra economia: il caso di Porto Tolle è
in questo senso emblematico.
Riteniamo che Ella abbia coraggio e senso dello Stato quando denuncia con
forza l’assoluta ingovernabilità di un sistema che non si preoccupa affatto del
benessere generale, ma cerca solo il consenso politico, rinviando sine die scelte
fondamentali per l’economia del Paese che, in questo modo, viene condannato al
declino, senza nessuna prospettiva di crescita e di sviluppo.
Il nostro territorio, da alcuni anni, è alle prese non solo con la sindrome
NINBI, ma soprattutto con un altro e più subdolo fenomeno per il quale la classe
politico istituzionale, in maniera fortemente trasversale, rifiuta di assumersi le
proprie responsabilità, barricandosi di volta in volta con fantomatici “nuovi modelli
di sviluppo”, i cui benefici economici e sociali nessuno vede anche a distanza di
sette anni, oppure con processi penali nei quali gli eventuali reati commessi, così
come prevede ogni civiltà giuridica, sono in capo ai singoli e non certamente alle
Istituzioni o alle associazioni e comunque non possono ricadere o determinare le
linee guida dello sviluppo di un territorio.
A Brindisi da anni subiamo pesanti condizionamenti, a causa di veti e di
pressioni di lobby pseudo ambientaliste che, ad esempio, hanno devastato il
territorio attraverso l’aggressione selvaggia del fotovoltaico che ha determinato addirittura fenomeni talmente gravi di sfruttamento della manodopera, da essere
ipotizzata la riduzione in schiavitù.
La questione mai risolta delle bonifiche, la
mancanza del piano regolatore della zona industriale, la fuga di importanti
aziende dal territorio, l’assenza di qualsiasi richiesta di nuovo insediamento
industriale e nel raro caso in cui ciò sia avvenuto, l’immediato svilupparsi di fazioni
pro e contro. Tutto questo, Signor Ministro sta determinando il collasso della
economia brindisina, con la disoccupazione al 28%, il lavoro nero in continua
crescita, la crisi economica che sta divenendo emergenza sociale.
Sulla specifica vicenda del rigassificatore Le abbiamo rivolto per il tramite
delle nostre strutture nazionali una richiesta d’incontro a cui, speriamo, Ella vorrà
rispondere al fine di darLe la possibilità di ascoltare e toccare con mano le
strumentalizzazioni che in questi anni si sono sviluppate intorno ad un progetto i
cui benefici per Brindisi e la Puglia solo soggetti in malafede non colgono.
In
questi giorni siamo certi Le verranno a raccontare di una popolazione in rivolta, di
proteste diffuse, di rischi di una rivolta sociale.
Signor Ministro, è tutto falso. Una minoranza, certamente organizzata e
strumentalizzata da chi ha costruito sulla vicenda il suo consenso politico,
ribadiamo in maniera trasversale, non può rappresentare un’intera collettività.
Chieda, infatti, agli ottantamila disoccupati brindisini, ai circa cinquemila
cassintegrati e in mobilità, chieda ai giovani che sono costretti ad emigrare,
chieda insomma non ai garantiti da professioni e patrimoni, chieda a loro cosa
pensano della possibilità di avere nel territorio un impianto che, attraverso la
catena del freddo, può generare migliaia di posti di lavoro.
Qualche giorno fa sono stati ospiti a Brindisi tecnici e dirigenti del
rigassificatore di Osaka, i quali ci hanno raccontato di come vengano utilizzate le
frigorie per la produzione del ghiaccio secco, attraverso un processo di sintesi
della CO2, il principale problema di Brindisi in tema ambientale, data la presenza
di importanti centrali termoelettriche. Questa opportunità, attraverso l’impianto
della cattura della CO2 in fase di sperimentazione alla Centrale ENEL Federico II,
sarebbe veramente un modo nuovo di chiudere i cicli della produzione, un “vero
nuovo modello di sviluppo” in grado di tutelare l’ambiente e creare tantissimi posti
di lavoro.
Signor Ministro queste OO.SS. lanciano anche a Lei l’ennesimo grido di
dolore, per una economia disastrata che produce oramai solo disoccupati di
ritorno e che non può dare alcuna speranza ai suoi ragazzi.
Per questo Le chiediamo di non abbandonarci al nostro destino né di
prestare orecchio alle tante voci stonate che in queste ore stanno cercando di
farLe vedere uno scenario diverso da quello che invece è la realtà.
Al contrario confidiamo molto nella Sua esperienza di imprenditore prima
che di politico, per sostenere una causa che fa bene al Paese ma soprattutto può
rilanciare l’economia di una provincia con tante difficoltà.
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