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Brindisi, Impianto CDR: Albano, Giunta e Luperti chiedono lumi sulla spesa



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Brindisi, 28/05/2011

Impianto CDR: Albano, Giunta e Luperti chiedono lumi sulla spesa

La spesa relativa alla manutenzione e custodia dell'impianto CDR mai entrato in funzione è all'oggetto di una interrogazione che i consiglieri comunali Vincenzo Albano (Pd), Antonio Giunta (IdV) e Pasquale Luperti (ApI) hanno inoltrato al Sindaco e al Presidente del Consiglio comunale di Brindisi.
Di seguito ne riportiamo integralmente il testo:

Non c’è limite al peggio. La conferma ci viene dagli ultimi fatti che stanno interessando l’impianto di produzione CDR. Un impianto collaudato nel luglio 2004 e mai entrato in funzione, che è costato circa 23 miliardi, ai quali si sono aggiunti negli anni altri 2,8 milioni di euro circa ( 5,5 miliardi di lire) per la manutenzione e custodia . Almeno fino ad oggi.
Tutto parte dalla delibera n. 35 con la quale la Giunta Comunale di Brindisi, affidò a trattativa privata, per tre mesi, il servizio di manutenzione conservativa dell’impianto di biostabilizzazione dei rifiuti e di produzione CDR, situato in contrada Pandi, per un importo complessivo di 144.000 euro.
Un affidamento che sappiamo è durato molti anni, prorogato ogni 2/3 mesi, fino a quando il TAR di Lecce, su ricorso di una ditta interessata all’appalto, ha sospeso l’ efficacia della delibera di giunta n.337 del 29.7.2010, con la quale aveva disposto l’ennesimo affidamento senza gara.
Un richiamo al rispetto delle regole stabilite dalla legge, la cui inosservanza ha prodotto, a conti fatti, un danno economico rilevante per le casse comunali, atteso che, dopo l’espletamento della gara regolare, l’appalto è stato assegnato per l’importo mensile di 19.382,8 euro, molto inferiore alle 36.000 euro mensili corrisposte per 72 mesi alla società EMIT ed alle 34. 040 mensili contrattate con la società Monteco, a partire dall’agosto 2010.
Un servizio di custodia e di manutenzione che era necessario, si disse nella delibera del 2004, in quanto essendo un impianto ad alta tecnologia, non poteva essere lasciato in stato di abbandono, sia per evitare danneggiamenti e furti, sia perché necessitava, anche nel periodo di fermo, di interventi di manutenzione conservativa, al fine di evitarne la rovina.
Una manutenzione che, come puntualizzato in delibera, doveva comprendere fra le altre le attività di avviamento delle macchine per verificarne il funzionamento comprendenti gli elevatori, i nastri trasportatori, i trituratori, le presse CDR, ventilatori d’aria, pompe, vasche di riciclo, l’avviamento generale delle macchine, verifica dell’impianto di rilevazione dei fumi, verifica relè, verifica correnti e tensioni di esercizio, verifica impianto irrigazione, funzionamento impianto di illuminazione interno ed esterno, verifica gruppo di lavaggio automezzi. Attività dipendenti dalla disponibilità di energia elettrica.
Ora vorremmo sapere se l’impianto è andato in rovina, ovvero si siano solo prodotti danni e di quale entità.
Una domanda che ci sembra lecita considerato che il 17 maggio u.s., all’atto del passaggio di consegne dell’impianto dalla ditta Monteco, alla ditta Nubile, che era stata giudicata assegnataria nell’ormai lontano 7 marzo 2011, non si è potuto procedere al passaggio di consegne, in quanto non si poteva effettuare la verifica della funzionalità dell’impianto per mancanza di energia elettrica, causata da un guasto alla cabina elettrica di alimentazione.
Una situazione che, stando alle dichiarazioni riportate, sembrava risalire a diversi mesi precedenti ed alla quale non era stato posto rimedio, con la conseguenza che da quel momento l’attività di manutenzione risulta sospesa da quella data.
La stessa ditta subentrante, dopo aver rilevato il ritardo nella consegna dell’impianto, la mancanza delle schede di manutenzione, la mancata manutenzione delle aree verdi, la necessità di interventi di derattizzazione, si è riservata di agire per la richiesta di risarcimento danni.
Non è dato sapere quando riprenderà il servizio di manutenzione, che corriamo il rischio di dover pagare in sede giudiziale, anche se non viene effettuato.
Ora, fermo restando che nulla sappiamo sulla precedente attività di manutenzione e sul sistema di controlli attivato dal comune per la verifica del rispetto delle prestazioni contrattualizzate , ci chiediamo quali effetti abbia prodotto il fermo di questa attività per tanti mesi.
Stando a quanto rappresentato in delibera l’impianto se non in rovina, dovrebbe aver subito danni notevoli, altrimenti quella che veniva descritta come attività assolutamente necessaria, quasi indispensabile, non lo fosse assolutamente o almeno non lo fosse con la stessa frequenza stabilità in delibera e nel contratto, con la conseguenza di aver sprecato, anche su questo versante, una grande quantità di denaro.
Per quanto sopra, le chiediamo di volerci informare sullo stato effettivo della situazione, unitamente ai dati relativi ai danni riportati dall’impianto, se alla società Monteco sia stata corrisposto in questi mesi il corrispettivo relativo alla manutenzione dell’impianto, a chi fa carico la responsabilità di aver lasciato per tanti mesi l’impianto disalimentato che ha impedito la manutenzione e l’eventuale danno, il sistema di controllo attivato dal 2004 ad oggi per verificare la effettiva manutenzione dell’impianto e lo svolgimento delle attività contrattualizzate, con la delle relative schede o relazioni.

Distinti saluti
Vincenzo Albano Consigliere Comunale Partito Democratico
Antonio Giunta Consigliere Comunale Italia dei Valori
Pasquale Luperti Consigliere Comunale Alleanza per l’Italia






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