Riduzione costi politica: Valentino (Der) aderisce alla proposta di Albano e Brigante
E’ di questi giorni la lodevole proposta di due colleghi consiglieri del PD di cominciare a ridurre “dal basso” i costi della politica. E’ inutile infatti attendere che da Roma parta spontanea l’iniziativa di onorevoli e senatori di tagliare uno dei due rami del parlamento e di ridursi gli emolumenti. Sarebbe come attendersi che i tacchini facessero festa a Natale. Il ragionamento che i colleghi fanno è quello di iniziare a dare il buon esempio dai comuni cominciando a ridurre i gettoni di presenza per i consiglieri e le indennità degli assessori. Restando a casa nostra va ricordato come i gettoni di presenza dei 40 consiglieri comunali di Brindisi costino alla collettività circa 400.000 euro l’anno. La media italiana (tenuto conto che i gettoni dei comuni più piccoli sono di entità minore) è intorno ai 6.550 euro l’anno per consigliere. In Italia sono in carica 152.155 consiglieri comunali. La spesa complessiva a livello nazionale che ne deriva è prossima di 1.000.000.000 (un miliardo di euro). Sempre restanto a casa nostra la spesa annuale per sindaco e giunta comunale (in base a dato ricavati dal “Sole 24 ore” e relativi all’anno 2008) ammonterebbe a circa 4 milioni di euro. Ma oltre agli amministratori brindisini in Italia risultano in carica 14.242 sindaci, vicesindaci e presidenti del consiglio comunale.
Se poi ci spostiamo dai comuni alle province ed alle regioni andranno conteggiati gli emolumenti dei 3.933 amministratori provinciali, 1.129 consiglieri regionali, 125 assessori regionali (non consiglieri). Ed infine, “dulcis in fundo” ci sono i costi esorbitanti relativi ai 952 deputati e senatori.
Il tutto per un totale di 179.485 persone che a vario titolo ricevono indennità dallo Stato e cioè da noi cittadini per una cifra stimata intorno ai 23 miliardi di euro per anno.
Alla luce di queste cifre è davvero demagogico chiedere che parte dei sacrifici che la nazione dovrà sostenere nei prossimi anni venga sostenuta anche dalla classe politica? La politica si dice che sia una passione, un po’come può esserlo la caccia o la pesca. Nessun cacciatore e nessun pescatore chiederebbe mai di essere pagato perché ama appostarsi all’alba sulle foglie umide dei boschi o godersi il tramonto mentre ruota da una barca il mulinello di una canna da pesca. Solo se la politica tornerà ad essere vissuta come autentica passione e spirito di servizio questa nazione potrà lentamente risollevarsi. In alternativa restare sordi al moto di rabbia che avanza dal basso esporrà tutti inevitabilmente a derive anarchico-pulistiche od a tristi riedizioni di quelli che furono etichettati come gli “anni di piombo”.
COMUNICATO STAMPA SALVATORE VALENTINO - DEMOCRATICI E REPUBBLICANI