Brindisi, 22/07/2011
La "moda critica" approda al Marina di Brindisi
Si è aperta al Marina di Brindisi l’esposizione di manufatti di “moda critica e sostenibile” il nuovo stile estetico che è anche il nuovo stile di vita: tessuti bio, materiali riciclati e da recupero, design innovativo, lavorazioni artigianali. “Un’altra moda” quindi, lontana dalla produzione in serie, dal circuito delle grandi firme e del consumismo, capace di proporre percorsi alternativi, siano essi economici, produttivi, sociali, relazionali.
“Consumare moda critica” significa dedicare attenzione non solo allo stile e alle tendenze, ma anche e soprattutto alle caratteristiche etiche dei capi che si indossano; è moda etica perché autoprodotta e non si ricorre a sfruttamento di forza lavoro : è moda ecologica perché si usano materiali biologici , di riciclo e di recupero.
La moda critica è fatta di stilisti indipendenti, giovani creativi, capaci di coniugare etica ed estetica, abili nel trasformare i prodotti e giocare con la materia, è una moda non moda:la chiamano anche LA MODA CON L’ANIMA.
Presso il locale del Marina di Brindisi sono esposte borse, collane, cappellini realizzati da Patrizia Capriotti, architetto di Matera che utilizza materiale bio e da recupero quali fibre di cocco, cotone ricavato dalla fibra del latte, scampoli derivanti da salottifici e campionari da tappezzeria; molto apprezzate le borse in carta di giornale usate in sostituzione dei sacchetti di plastica.
L’architetto Capriotti recupera la capacità manuale e la tradizione coniugandole ai trend più contemporanei: crea pezzi unici e rigorosamente made in Italy, reinterpretando in modo originale anche le tradizionali sporte per la spesa.
Anche l’arredo del locale è in linea col rigore ecologico in quanto sono stati utilizzati materiali ed oggetti poveri come cassette della frutta, tronchi d’albero spiaggiati ecc..
L’esposizione è aperta al pubblico dal martedì alla domenica dalle ore 18,30 alle ore 22,00, un’occasione da non perdere per scegliere noi cosa indossare e non essere schiavi di una moda che impone i suoi canoni, i suoi tempi, i suoi colori.
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