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Brindisi, Dimissioni Mennitti: il "saluto" dei No al Carbone



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Brindisi, 22/08/2011

Dimissioni Mennitti: il "saluto" dei No al Carbone

Abbiamo ben chiara la distinzione tra l'uomo e il politico e se al primo,doverosamente, va la nostra umana solidarietà e l'augurio di una piena e pronta ripresa, al secondo (ed a tutta la sua amministrazione) il disappunto per aver fatto poco o nulla per il bene di questa città.
Con sospetto,in questi ultimi giorni, abbiamo assistito alla parata delle facce finte messa in scena da politici di ogni ordine e grado pronti a ringraziarla per il lavoro svolto. Tutta questa gente ha dimenticato che le Sue dimissioni hanno soltanto subito un leggero anticipo ma che erano già da Lei annunciate per ottobre da tempo.
A noi invece sembra doveroso che si faccia un bilancio politico di questo periodo della vita di Brindisi durato sette anni. Paradossalmente,non sarà facile racchiudere in poche righe sette anni di nulla.
L'opposizione strenua al rigassificatore (unico bagliore in sette anni di buio) è un dito troppo sottile dietro il quale mal si celano mancanze e lacune gravi e comportamenti imprudenti se non omissivi.
Quel dito sottile non impedisce di vedere che ha vietato con una ordinanza la coltivazione nei terreni di Cerano (il 28 Giugno 2007) ma anche divieti di caccia e pesca come per l’area “micorosa” dei veleni del Pertolchimico senza preoccuparsi di analizzare cause e responsabilità di quell'inquinamento.
Quel dito sottile non impedisce di vedere l'indifferenza rispetto alla necessità di finanziare una indagine epidemiologica volta ad accertare i danni sanitari collegati all'inquinamento. Nemmeno di fronte a nuovi studi scientifici che raccontano delle malformazioni neonatali a Brindisi che risulterebbero al di sopra della media europea.
Quel dito sottile non impedisce di vedere che non si è pensato alla dotazione, del “Piano dei Rischi di Incidente Rilevante” previsto per legge e, per una città come Brindisi, vitale.
Quel dito sottile non impedisce di vedere la sconcertante malagestione della vicenda convenzione con Enel. Dal parto di una bozza di convenzione ridicola quanto offensiva per la città, per la quale si profilava un futuro fatto non solo di carbone ma anche di spazzatura da bruciare, a svariati consigli comunali monotematici andati deserti e quindi mai svolti. Il miglior favore che si poteva fare a Enel era quello di non fare niente, senza rendersi conto che il potere contrattuale del Comune (ma anche degli altri enti,provincia e regione) ,oggi che l'Enel ha intascato la certificazione AIA , è davvero ridotto se non nullo.
Quel dito sottile non impedisce di vedere che questa amministrazione ha concesso una transazione con l’ENEL attraverso la Delibera di Giunta con cui si è rinunciato ad un risarcimento danni di 5 milioni di euro richiesti, da tutti, per i danni ambientali nell’inchiesta giudiziaria “Coke”, accontentandosi, autonomamente, di poco più di 1 milione di euro per gli alberi del nuovo Parco Magrone, dedicato a Tonino Di Giulio, un combattente del Carbone. E pare che i soldi non siano stati nemmeno spessi tutti.
Quel dito sottile non impedisce di vedere la miopia di questa amministrazione nella gestione del ciclo dei rifiuti. Evidentemente per il sindaco Mennitti e la sua giunta la presenza a Brindisi di due centrali a carbone ed una a gas, un impianto petrolchimico tra i più grandi d’Europa, l’imminente avvio di una centrale a biomasse connessa allo zuccherificio SFIR, l' autorizzazione per un’altra centrale a biomasse da parte dell’azienda Brundisium, non sono motivi sufficienti per invertire la rotta, ma anzi si può ancora aggiungere qualcosa bruciando i rifiuti nella centrale di Cerano, trincerandosi dietro lo spettro di una crisi dei rifiuti che non può essere raccontato come un accadimento inatteso in sette lunghi anni.
L'imbarazzo per l'inadeguatezza della gestione diventa vergogna in questi ultimi giorni di mandato:non solo non si è mai pensato di avviare un impianto di compostaggio con cui smaltire la frazione umida ma si scopre che l'impianto di destinazione della frazione umida raccolta a Brindisi è chiuso per ferie e la differenziata fatta dai cittadini finisce in discarica.
Quel dito sottile non impedisce di vedere che Sbitri e la sua baraccopoli di amianto sono ancora li, monumento alle aspettative disattese.
Quel dito sottile non impedisce di vedere che la città ha dovuto attendere l'intervento della Procura per chiarire la questione delle torce del petrolchimico che per questa amministrazione, non rappresentavano un rischio per la salute dei cittadini e per l'ambiente.
Quel dito sottile non impedisce di vedere che nelle linee programmatiche del nuovo Piano Urbanistico Generale, all’apparenza più uno strumento elettorale anticipato, ci si spinge anche a parlare di “molo Carbonifero a Cerano” (e quindi chiusura della Centrale Edipower anche se, alla faccia della coerenza,incredibilmente “rimandata a settembre” per la certificazione AIA), a scapito della bellezza paesaggistica e condannando, definitivamente, tutta la popolazione (compresa quella dei comuni limitrofi) ad altri decenni di Carbone da respirare.
Quel dito sottile non impedisce di vedere che in una notte d'agosto il consiglio comunale ha votato (complice anche parte dell'opposizione) a favore di uno sperpero indicibile di denaro pubblico (14milioni di euro) per la costruzione di un palaeventi che non servirà solo a giocare partite di pallacanestro ma anche molto probabili gare di speculazione edilizia.

Quel dito è lo stesso che Lei, sindaco Mennitti, sollecitato su questi argomenti, puntò contro di noi gridando rabbioso: “candidatevi voi a sindaco”! Ma, quando punti il dito per condannare qualcuno, tre dita rimangono puntate verso di te.
Sindaco Mennitti, la Brindisi che vi apprestate a lasciare Lei e la sua Amministrazione è una “città malata e sette anni di silenzio non hanno rappresentato la cura”.

COMUNICATO STAMPA NO AL CARBONE - BRINDISI






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