Brindisi, 31/08/2011
Fiamme petrolchimico, No al Carbone: "Arpa, rapporto preoccupante"
Abbiamo letto il rapporto dell’ARPA relativo all’accensione delle torce del 28 agosto. Lo riteniamo preoccupante da un lato perché evidenzia una situazione di grave inquinamento raggiunta in alcuni quartieri in particolare Cappuccini dall’altro lato poiché incompleto nelle informazioni necessarie per avere un quadro corretto di quanto accaduto.
Ma andiamo per ordine.
Nonostante l’intervento dell’Arpa a tutt’oggi non è dato sapere quali sostanze e in che quantità sono state bruciate nelle torce. Inquietante il fatto che l’Arpa non ha effettuato nessun prelievo al collettore delle torce limitandosi ad acquisire informazioni dalla Polimeri che dichiara di aver effettuato prelievi su tre delle quattro torce accese, mentre nessun prelievo è stato effettuato dalla Basell sulla torcia di sua competenza.
Rimane quindi inevasa una delle principali informazioni da fornire ai cittadini oltre che agli organi preposti: Cosa e in che quantità si è bruciato a lungo nelle torce.
Tale informazione non è secondaria o ininfluente , poiché è di tutta evidenza che solo sapendo cosa si sta bruciando posso individuare le tipologie di sostanze che devo monitorare.
Ma continuiamo.
Dal rapporto si evince che l’Arpa non ha effettuato alcun prelievo sulla sorgente emissiva (torcia) né della nuvola nera che si spargeva nel nostro territorio sospinta dai venti.
Non è stato quindi prelevato nessun campione che opportunamente analizzato in laboratorio ci possa dare una seconda informazione di fondamentale importanza: Cosa e in che concentrazione è stato emesso il 28 agosto da ciascuna delle torce.
Arriviamo quindi ai dati forniti dall’Arpa: essi si limitano alle concentrazioni dei principali inquinanti rilevati nelle stazioni fisse di monitoraggio. E’ di tutta evidenza che è stata una rilevazione general-generica non mirata alla caratterizzazione dell’evento specifico (accensione torce) ma di routine, utile solo per un normale screening della qualità dell’aria. Ma non è difficile immaginare che nella combustione delle torce, in cui si sono bruciate tonnellate di idrocarburi e altre sostanze dannose per l’ambiente e la salute, si siano prodotti un numero notevole di composti, a partire dalle pericolosissime e dannosissime diossine e furani, che non sono stati assolutamente monitorati.
Vediamo quindi questi dati della relazione dell’Arpa. Da tali dati si evidenzia un aumento delle polveri sottili in particolare uno sforamento, come valor medio giornaliero, pari a 67 rispetto al limite di 50 nel quartiere Cappuccini. A ben vedere se analizziamo le medie biorarie nel corso della giornata possiamo notare che alle ore 8 del mattino si è raggiunto il valore di 149 ovvero triplo rispetto al limite, quindi con il cambio di vento avvenuto proprio in quell’ora, le polveri diminuiscono non perché scompaiono ma perché evidentemente trasportate in altre zone non coperte dalle centraline ARPA.
Inquietante il dato per i valori di IPA (idrocarburi policiclici aromatici), sostanze cancerogene tra le più pericolose, che raggiungono un valore di picco di 15 nella stazione Sisri unica stazione in cui vengono monitorati. Ma incrociando i dati sulle Polveri che raggiungono il picco nella zona Cappuccini, si può con forti ragioni prevedere che essendo quel quartiere sottovento è lì che si è raggiunto il picco di concentrazione dell’IPA. Solo che nella stazione Cappuccini gli IPA non sono monitorati. Qual è quindi il valore massimo raggiunto dagli IPA? In realtà non c’è risposta, sicuramente molto più dei 15 rilevati nella stazione Sisri.
In definitiva emerge un quadro drammatico, con aziende Polimeri e Basell che a tre giorni dall’evento non sentono il bisogno di confrontarsi con la città comunicando anche a mezzo stampa cosa è successo, cosa hanno bruciato e in che quantità.
Infine abbiamo un rapporto ARPA che ci fa comprendere come l’Agenzia, anche perché probabilmente non ha i mezzi, non è stata in grado di fornire un quadro chiaro esauriente e dettagliato di cosa è successo il 28 agosto.
Inoltre segnaliamo che le torce continuano ad intermittenza a sfiammare, ma il black- out non è terminato?
Chiudiamo con una domanda che non possiamo non porci: ma le numerose torce del petrolchimico accese per oltre 10 ore saranno più inquinanti dei camini di Torchiarolo?
COMUNICATO STAMPA NO AL CARBONE
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