Brindisi, 20/10/2011
CGIL per il confronto aperto tra istituzioni e parti sociali
La crisi economica continua a produrre effetti devastanti sul piano occupazionale, con aumenti da record dei disoccupati e delle ore di Cassa integrazione tanto da rendere invisibile la nuova occupazione registrata, sia nei settori industriali che in quelli dei servizi.
Tanto è dovuto all’incapacità del Governo di adottare misure atte a fronteggiare la crisi e a determinare condizioni di crescita per il Paese, in assenza delle quali c’è il rischio che la Cassa integrazione possa trasformarsi in ulteriore espulsione di manodopera e dunque in nuova disoccupazione.
La gravità della situazione impone, quindi, una forte capacità di iniziativa del nostro territorio tutto, per delineare una prospettiva chiara e certa di sviluppo, da un lato salvaguardando i siti produttivi esistenti e dall’altro definendo strategie d’intervento che possano attrarre nuovi investimenti. Mai, comunque, per quanto ci riguarda, attraverso la riduzione dei salari che, viceversa, vanno sostenuti e tutelati per salvaguardarne il potere d’acquisto e per far ripartire i consumi.
Sul versante industriale, i dati del rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente - recentemente pubblicati su “ Il Sole 24 Ore “ – confermano quanto da sempre sosteniamo come CGIL circa la possibilità di conciliare LAVORO ed ECO- SOSTENIBILITA’, come dimostrano gli esempi delle città più virtuose, superando un antico pregiudizio che per troppo tempo ha rappresentato un vero e proprio ricatto occupazionale per l’intero territorio.
Mentre attendiamo con preoccupazione di conoscere le criticità rilevate dall’Arpa alla Sanofi Aventis e le eventuali conseguenze sul ciclo produttivo, ribadiamo che l’ambientalizzazione dei processi produttivi è possibile e, pur comportando dei costi, rappresenta davvero un investimento indispensabile ed utile che, attraverso l’innovazione e la ricerca può rilanciare non solo i siti esistenti ma, finalmente, realizzare le tante invocate filiere, sia della chimica che dell’energia, con l’utilizzo anche dei reflui di produzione.
Un percorso virtuoso quindi, quello dell’ambientalizzazione, peraltro obbligato dalle prescrizioni dei decreti A.I.A. già emessi per alcune aziende del nostro sito industriale e che ci auguriamo possano intervenire quanto prima per tutte quelle in attesa.
In particolare desta preoccupazione la situazione della Centrale Brindisi Nord, dove all’incertezza dell’assetto societario si aggiunge l’impossibilità di rivendicare la piena attuazione del piano industriale. Ciò pesa terribilmente sul destino dei 115 lavoratori attualmente occupati presso detta Centrale, oltre che di quelli dell’indotto. L’emanazione del decreto A.I.A. potrà introdurre elementi di certezza sugli impegni e sugli investimenti aziendali.
Ma la necessità degli anzidetti decreti A.I.A. deriva anche dalla circostanza che solo in presenza di questi, a nostro avviso, si potrà finalmente procedere alla sottoscrizione delle convenzioni che, lo ribadiamo ancora una volta, dovranno interessare tutte le aziende di produzione di energia, muoversi nell’ottica degli obiettivi del PEAR e fissare impegni precisi per Enel, circa il rilancio del Centro Ricerca ed il finanziamento di tutti i progetti previsti nella bozza di Protocollo Istituzionale.
In tale contesto, non va trascurato un impegno preciso e sinergico per rivendicare l’esigibilità immediata delle risorse economiche destinate a Brindisi per le bonifiche delle quali, al momento, non si hanno notizie.
Così come riteniamo non più rinviabile la pianificazione dell’intero ciclo dei rifiuti, prima che la situazione divenga emergenziale.
Da un approccio attento e responsabile con questi temi può scaturire il terreno di confronto tra istituzioni e parti sociali finalizzato a definire un progetto di sviluppo condiviso per promuovere nuova e buona occupazione, senza contrazione di diritti e tutele. Un confronto necessariamente scevro da qualsivoglia pregiudizio e reciproco sospetto, attento alle idee di ciascuno senza mai criminalizzarle e, soprattutto, senza alcuna fuga in avanti con la pretesa che altri debbano poi adeguarsi.
Sono questi, a ben guardare, i veri limiti che hanno impedito, da sempre, a questo territorio, di fare sistema, con tutte le conseguenze negative che da tanto ne derivano.
COMUNICATO STAMPA CGIL - SEGRETERIA CONFEDERALE DI BRINDISI
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