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Brindisi, Operazione Cellophane: arrestati sei dipendenti delle poste



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Brindisi, 03/11/2011

Operazione Cellophane: arrestati sei dipendenti delle poste

Nelle prime ore del mattino di oggi, 3 novembre 2011, il Personale della Sezione di Brindisi del Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Puglia ha eseguito nn. 6 ordinanze che applicano misure cautelari personali (4 arresti domiciliari e 2 custodie in carcere) ad altrettanti dipendenti di Poste Italiane s.p.a., addetti al servizio smistamento della corrispondenza di Brindisi, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Brindisi su richiesta di questa Procura della Repubblica.
Le persone attinte dalle misure (5 uomini ed una donna) sono M.F. di anni 63, di Brindisi; M.G. di ani 53 di Sandonaci; P.G. di anni 51, di Brindisi; C.G. di anni 57 di Sandonaci; M. G. di anni 57, di Brindisi; S.G. di anni 59 di Brindisi.

I reati contestati sono i seguenti:
artt.61 n.11, 81 1° e 2° comma, 314 c.p. (peculato continuato ed aggravato commesso da incaricato di pubblico servizio) e 616 - 619 c.p. (Violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza, continuata ed aggravata, commessa da persona addetta al servizio postale), perché, con più azioni perpetrate in tempi diversi, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, e violando con lo stesso comportamento diverse disposizioni di legge, agendo nella qualità di incaricati di pubblico servizio (dipendenti di Poste Italiane S.p.A. con mansioni di addetti allo smistamento della corrispondenza), si impossessavano di corrispondenza, documenti e valori vari, contenuti in buste e plichi inviati per posta, di cui erano venuti in possesso in ragione del loro ufficio di addetti alla linea di produzione e smistamento, dopo averla sottratta o distratta, ed averne preso indebitamente cognizione, spesso sopprimendola o distruggendola.
Con l’aggravante di aver commesso i fatti con abuso di prestazione d’opera.
Fatti accertati in Brindisi dal 18.05.2011 al 17.06.2011

Le misure cautelari sono state chieste solo per il reato di peculato, non anche per il reato di violazione di corrispondenza, punito dalla legge con una pena la cui entità è inferiore a quella richiesta per l’applicazione di misura cautelare personale.
Questa Procura ha ritenuto di contestare ai dipendenti infedeli il reato di peculato (tale valutazione è stata condivisa dal G.I.P.), anche se l’ente Poste ha carattere di società per azioni dall’anno 1996, in quanto il servizio svolto deve essere considerato pur sempre di natura pubblica, in quanto assicura e tutela l’interesse pubblico alla libertà e segretezza delle comunicazioni, che è di rilievo costituzionale (art. 15 Cost.).
L’indagine ha avuto inizio su segnalazione del Direttore del CPD di Brindisi di Poste s.p.a., che nel febbraio 2011 ha denunziato un vistoso incremento del danneggiamento di corrispondenza contenente gadget ed oggetti di valore, verificatosi all’interno del CPD, ed inoltre di aver rinvenuto nel cestino raccolta rifiuti del reparto smistamento corrispondenza una busta mezzo foglio lacerata e priva del contenuto.
Tali avvenimenti facevano sorgere seri e ragionevoli sospetti circa la possibile presenza, all’interno del C.P.D., di alcuni operatori infedeli che, al fine di assicurarsi un ingiusto profitto, approfittando delle mansioni rivestite di addetti alla lavorazione della posta, erano soliti appropriarsi della corrispondenza loro affidata per la lavorazione, avviandola poi alla consegna aperta e/o priva di contenuto, oppure distruggendola, in ogni caso sottraendone il contenuto di valore.
In considerazione di quanto esposto, sussistendo gravi indizi della commissione dei reati di peculato perpetrato da incaricati di pubblico servizio e violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza continuata, posti in essere da persone addette al servizio delle poste, all’epoca da identificare, questa Procura d’intesa con la Polizia Postale, riteneva opportuno svolgere ulteriori e stringenti indagini dirette ad accertare le modalità concrete di tale attività criminosa, e ad individuarne i responsabili, attraverso lo strumento della captazione e videoregistrazione delle immagini relative all’attività svolta all’interno dei locali del C.P.D, poiché appariva del tutto certo che le operazioni di illecita sottrazione della corrispondenza si verificavano all’interno di tali locali al riparo dal pericolo di essere scoperti.
A tale scopo, il P.M. autorizzava l’ installazione di idonee microcamere presso i locali adibiti alla lavorazione della corrispondenza presso il C.P.D. di Poste Italiane ubicato a Brindisi in piazza Crispi.
Le operazioni di captazione delle immagini, delegate ad Ufficiali di P.G. della Polizia Postale di Brindisi, si protraevano per circa un mese, consentendo di raccogliere prova documentale di numerosi e ripetuti comportamenti appropriativi e/o distruttivi da parte dei dipendenti, spesso nel corso della stessa giornata. Ad ulteriore conforto delle immagini captate, il Direttore rinveniva e consegnava alla P.G. (che li sequestrava) gli involucri lacerati e svuotati del contenuto, gettati dagli operatori nel cestino dei rifiuti, in violazione macroscopica del protocollo previsto da Poste Italiane per il caso in cui gli operatori rinvenissero prodotti postali danneggiati o violati.
Le immagini acquisite, grazie alla qualità delle apparecchiature utilizzate, ma soprattutto grazie alla competenza ed all’abilità degli operatori che hanno realizzato l’installazione ed i collegamenti , risultano nitide, chiare e di ottima definizione.
All’esito dell’attività investigativa, sono stati documentati, a carico di ciascun indagato, numerosi episodi di rilevanza penale.
Le esigenze cautelari che hanno determinato l’applicazione delle misure consistono nel pericolo delle reiterazione in futuro di condotte analoghe da parte degli imputati.
A giudizio di questa Procura, infatti le immagini riprese attestano di una situazione individuale ed ambientale di diffusa, reiterata e grave violazione dei doveri di ufficio, favorita probabilmente dall’ impunità fino ad ora conseguita.
La corrispondenza giaceva infatti alla mercè dei dipendenti infedeli, che la manipolavano senza alcun ritegno allo scopo di individuarne il possibile contenuto di valore, per poi appropriarsene.
Le buste ed i plichi venivano aperti, sottratti, a volte perfino sulla linea di produzione; del contenuto di valore l’agente si appropriava, il rimanente veniva disinvoltamente distrutto, accartocciato, in ogni caso sottratto al legittimo destinatario. Gli operatori oggetto di osservazione apparivano del tutto inconsapevoli sia dei propri doveri di ufficio che della rilevanza costituzionale della libertà e segretezza della corrispondenza, che sacrificavano, per i loro bassi fini personali, anche più volte al giorno, con grave e disinvolta violazione della fiduciarietà dell’incarico loro affidato.
Tali valutazioni hanno consentito di ritenere del tutto prevedibile che essi avrebbero continuato anche in futuro a tenere gli illeciti comportamenti oggetto di osservazione e di contestazione.

COMUNICATO STAMPA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI BRINDISI






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