Brindisi, 04/11/2011
CDR affidato senza gara: interessata la magistratura contabile
L'impianto CDR è stato affidato senza gara. Per questo
Vincenzo Albano e Antonio Monetti, consiglieri comunali del Partito Democratico, si sono rivolti alla Procura Generale della Corte dei Conti, alla Ragioneria Generale dello Stato, al Servizio ispettivo di Finanza Pubblica.
Questo il testo della lettera con cui si porta la vicenza all'attenzione della magistratura contabile.
Per l’esame e le valutazioni di competenza si trasmette, in allegato, carteggio concernente l’affidamento diretto, senza gara, disposto dal comune di Brindisi alle società Emit e Monteco, per la manutenzione conservativa dell’impianto di biostabilizzazione dei rifiuti e di produzione CDR, che potrebbe aver comportato anche un rilevante danno economico per le casse comunali.
Un impianto finanziato con 12.044.394,64 ( 23.3 miliardi di lire) di fondi CIPE, collaudato nel luglio 2004 e mai entrato in funzione.
Nel corso di questi anni, per mezzo di numerose interrogazioni, sono state rappresentate le perplessità sulla correttezza della procedura di affidamento adottata dal comune di Brindisi, che non ha mai inteso chiarire i motivi che hanno impedito all’Amministrazione Comunale, a cominciare dal 2004, di attivare la prescritta procedura concorrenziale fra le diverse società abilitate alle manutenzioni impianti, considerati sia l’entità economica dell’affidamento, sia la durata complessiva dei diversi affidamenti temporanei, sia la natura della prestazione, sia l’insussistenza dei motivi d’urgenza.
Infatti, non sembrano rintracciabili i presupposti previsti dall’articolo 57 del decreto legislativo n. 163 del 2006, che consentono di aggiudicare contratti pubblici mediante procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara … qualora per ragioni di natura tecnica o artistica ovvero attinenti alla tutela di diritti esclusivi, il contratto possa essere affidato unicamente ad un operatore economico determinato …. ”ovvero. “nella misura strettamente necessaria, quando l’estrema urgenza, risultante da eventi imprevedibili per le stazioni appaltanti, non è compatibile con i termini imposti dalle procedure aperte, ristrette o negoziate previa pubblicazione del bando di gara.
Sempre che le circostanze invocate a giustificazione della estrema urgenza non siano imputabili alle stazioni appaltanti”.
Non va peraltro sottaciuta la circostanza, che la società affidataria Emit aveva attivato, fin dal 2004, un contenzioso giudiziario contro il comune di Brindisi per questioni inerenti la costruzione e la consegna dell’impianto, con una richiesta di risarcimento danno di notevole entità economica, superiore a due milioni di euro.
Cosi come non sono stati svelati i motivi che hanno determinato il comune di Brindisi ad accettare la competenza del foro di Bari, per qualsiasi controversia con la Emit, riguardante l’impianto CDR.
Nel merito i fatti possono essere sintetizzati come segue.
La giunta comunale di Brindisi a partire dalla delibera n. 35 del 16 agosto 2004, senza sentire la necessità di effettuare una normale gara, ogni due , tre mesi, senza soluzione di continuità, ha replicato l’affidamento del servizio di manutenzione conservativa e di vigilanza dell’impianto di biostabilizzazione dei rifiuti e di produzione CDR, alla società Emit. La stessa che aveva realizzato l’impianto.
Nella circostanza fu concordato il corrispettivo mensile di 36.000 euro, iva compresa, rispetto al quale non è dato conoscere in base a quale valutazione o parametri oggettivi sia stato ritenuto congruo quell’importo.
Un affidamento che è andato avanti per 72 mesi, alle medesime condizioni, fino al luglio 2010, quando la predetta società ha chiesto l’adeguamento del corrispettivo a 48.000 euro mensili.
Dal 1 agosto 2010, con delibera di Giunta n. 337 del 29.VII.2010, il servizio è stato affidato per 5 mesi alla Monteco, che nel frattempo si era proposta, avanzando la richiesta di un corrispettivo mensile di 34.040 euro.
Alla gara si è arrivati solo in seguito alla pronuncia della terza sezione del Tar di Lecce, che con ordinanza n.667/2010 del 9 settembre 2010, aveva sospeso l’efficacia della delibera di affidamento alla Monteco, per la mancata valutazione dell’offerta della società ricorrente, che non era stata sentita o invitata a partecipare alla gara di manutenzione dell’impianto e che veniva ritenuta, a prima vista, economicamente più vantaggiosa di quella affidataria.
Una supposizione confermata dalla successiva determina n. 90 del 16 febbraio 2011 del settore affari generali, con la quale il dirigente dell’Ufficio contratti del comune di Brindisi, al termine delle procedure di gara, dichiarava la società Nubile s.r.l. aggiudicataria del servizio di custodia e manutenzione conservativa dell’impianto, con un ribasso del 51,77% sulla base d’asta, che riduceva considerevolmente l’ onere mensile a carico del comune portandolo a 18.115,90 euro.
Un importo mensile inferiore di 17.884,10 euro ( 34,6 milioni di lire ), rispetto a quello corrisposto per 72 mesi alla Società Emit e di 15.924,10 euro, rispetto a quello corrisposto alla Monteco.
E’ come dire che il comune di Brindisi, ove avesse espletato la regolare gara a cominciare dal 2004, come richiedono le norme fissate a tutela della correttezza delle procedure, della imparzialità e della tutela della concorrenza , verosimilmente avrebbe potuto risparmiare, oltre un milione di euro ( oltre 2 miliardi di lire).
Si sarebbero tutelati adeguatamente gli interessi dell’Amministrazione Comunale evitando lo spreco di denaro pubblico.
C’è anche da aggiungere che il contenzioso giudiziario in atto contro il comune di Brindisi, attivato dalla società Emit dal 2004, non poteva non incidere negativamente sul rapporto contrattuale “fiduciario”, che il comune ha inteso protrarre per 7 anni e che doveva, in base alle regole, comportare l’obbligo disatteso, di una motivazione dettagliata a giustificazione della decisione di stipulare altri rapporti contrattuali diretti con la predetta società.
Non va sottaciuta la circostanza, che nonostante la società Nubile s.r.l. sia stata dichiarata aggiudicataria nel febbraio 2011, sia stata immessa nel contratto solo nel luglio successivo, a seguito del sopralluogo presso l’impianto CDR, resosi necessario per verificare il ripristino delle cabine di media tensione MT e MT/BT e la funzionalità dell’impianto.
Infatti, non era stato, infatti, possibile procedere tempestivamente al passaggio di consegna fra la Monteco e la Nubile, a causa della impossibilità a verificarne la funzionalità, per la mancanza di energia elettrica determinata da un guasto alla cabina di alimentazione.
In pratica, per diversi mesi, la ditta affidataria non aveva eseguito quella manutenzione costante, senza la quale, si scrisse nella delibera del 2004, l’impianto sarebbe andato in rovina.
Una previsione non confortata dall’esito delle prove di funzionalità effettuate dopo il ripristino delle cabine elettriche “ risultate positive, salvo piccoli problemi dovuti al tempo”. Una costatazione che ha fatto sorgere perplessità sulla effettiva necessità di quella manutenzione costante, che è costata al comune tre milioni di euro circa ( quasi 6 miliardi di lire).
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