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Brindisi, Legambiente: "nessuna combustione per il CdR"



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Brindisi, 15/12/2011

Legambiente: "nessuna combustione per il CdR"

Alle ore 13 del 12/12/2011 è scaduto il termine per la presentazione delle offerte relative alla gara per l’affidamento, da parte del Comune di Brindisi, della gestione dell’impianto di biostabilizzazione e produzione del CDR e della discarica di soccorso in Contrada Autigno, ambedue di proprietà dello stesso comune. Abbiamo rilevato dalla stampa che le aziende che hanno presentato la propria offerta migliorativa sono solo tre, di cui una in associazione temporanea con una grande azienda del nord.
I dubbi su questo appalto sono tanti, a cominciare appunto dal basso numero di partecipanti, pur in presenza di una somma globale che il Comune dovrà sborsare nei prossimi 15 anni, pari ad oltre 200 milioni di euro. I dubbi, in effetti, sorgono proprio nella lettura del bando stesso, ove nel “Disciplinare di gara e Capitolato d’oneri” e già nell’art. 1, punto 1.1 si legge che l’aggiudicazione è anche funzione “dell’impiego energetico del CDR prodotto”.
Il concetto relativo alla combustione finale del CDR prodotto, palesemente camuffato come “recupero energetico”, si ripete in altri articoli, fino a quando all’art. 2, punto 2.4, assurdamente si riporta che: “ il CDR prodotto, deve essere trasferito, con ogni spesa a carico dell’affidatario, agli impianti di produzione di energia disponibili…. Pertanto il concorrente è tenuto ad assumere l’impegno……, espressamente ed a pena di esclusione e/o decadenza, dichiarando la ubicazione dell’impianto/i per l’impiego energetico del CDR prodotto per tutta la durata del servizio”.
Siamo all’assurdo che, non solo si obbliga a portare in combustione il CDR prodotto ma, ancor più, si impone di conoscere l’impianto nel quale il CDR dovrà essere bruciato per tutti e quindici gli anni di gestione.
Ancora più strano, enigmatico ed assurdo risulta quanto riportato al successivo punto 2.6, nel quale testualmente si legge: “La stazione appaltante si riserva la facoltà di trattenere la titolarità del CDR prodotto nella sola ipotesi che la verifica di fattibilità tecnica su impianti esistenti presenti sul territorio abbia esito favorevole anche a seguito di consultazione con la popolazione residente; in tal caso al gestore sarà riconosciuto il solo costo per la produzione del CDR”.
E allora, abbiamo l’impressione che ci sia qualcosa di poco chiaro e proprio in funzione della necessità di portare in combustione il CDR prodotto; infatti, ove si ipotizzasse una consultazione popolare con esito favorevole in merito alla combustione del CDR da bruciare in un impianto “nuovo”, oppure ove il Comune verificasse che gli impianti esistenti “sul territorio” fossero adeguati, allora lo stesso comune prenderebbe in gestione il CDR prodotto.
Ma una consultazione popolare non sarebbe stato più logico realizzarla a “monte” della gara e sulla destinazione finale del CDR prodotto?? E allora si intuisce bene perché il numero di concorrenti è così basso!! Perché in fondo e per non incidere in maniera esorbitante sulla tariffa che porta alla vittoria del bando (spese di trasporto), le possibilità di poter bruciare il CDR prodotto sono solo quattro:
1. Nell’impianto di termodistruzione sito a Massafra e gestito da uno dei concorrenti;
2. nella centrale ENEL di Cerano;
3. nell’inceneritore dell’ASI, sito alla zona industriale di Brindisi;
4. nella possibilità di realizzare un nuovo inceneritore e/o gassificatore, nella zona industriale di Brindisi.
In merito a termoinceneritore di Massafra è del tutto legittimo, a prescindere dalla nostra opinione, che questo bruci ciò che è consentito dalla Legge; diverso è il nostro parere sulle altre tre possibilità ed infatti:
- per l’ENEL di Cerano i giochi li ha chiusi la stessa Regione che ha deliberato in merito al divieto di utilizzo; nessun CDR si può più bruciare in centrale!!!;
- per l’inceneritore dell’ASI, a prescindere dai “giochi” della politica, riteniamo che VADA SUBITO BONIFICATO E ROTTAMATO PER ESTREMA PERICOLOSITA’.
Neppure una ristrutturazione totale dell’impianto, progettato nel 1986, potrà mai permettere di “bruciare” CDR e rispondere alle BAT (migliori tecnologie disponibili) ed ancor più bruciare i “rifiuti pericolosi” per i quali era autorizzato.
- Per questa quarta possibilità, non si tratta soltanto di ipotesi in quanto: l’ultimo atto della precedente giunta è stato una Delibera con la quale si paventava la possibilità di realizzare un “piccolo” termovalorizzatore a Brindisi, a servizio del CDR prodotto.
Il presidente Ferrarese, nel settembre scorso e durante una festa associativa, ha affermato che era sua volontà realizzare, congiuntamente all’ASI, un “gassificatore” per bruciare “ecologicamente” i rifiuti di tutta la provincia; lo stesso assessore regionale all’ambiente, nella stessa festa ha affermato che per Brindisi, rispolverando il vecchio Piano Regionale Fitto, era prevista la realizzazione di un termovalorizzatore.
In definitiva, riteniamo che il bando, per come proposto è in contrasto con la Direttiva 2008/98/CE che, nella “gerarchia” della gestione dei rifiuti, pone “il recupero energetico” dopo la “prevenzione”, il “riutilizzo”, il “riciclaggio” e lo stesso “recupero non energetico”.
Ed allora da parte nostra vi è una forte opposizione nella sola eventualità che il CDR prodotto debba essere bruciato, senza alcun beneficio ambientale; ciò con il riferimento non solo al territorio di Brindisi ma, come concetto generale!!
Infatti, riteniamo che il CDR ottenuto dall’impianto della zona industriale, opportunamente migliorato nella tecnologia, sia in grado di produrre un Combustibile Solido Secondario (CSS) che, secondo la stessa direttiva 2008/98/CE, sia considerato un “prodotto” e come tale debba seguire la “gerarchia” dell’art. 4.
Riteniamo, con grande certezza e fermezza, che il CSS finale POSSA E DEBBA ESSERE PORTATO TUTTO A “RIUTILIZZO” e “RICICLAGGIO”; solo così si avrà il beneficio ambientale auspicato.
Quindi un NO FERMO alla combustione del CSS prodotto a Brindisi e NESSUNA COMBUSTIONE, NE’ A BRINDISI NE’ in altri siti !!! Impariamo, una volta per tutte a valorizzare quanto riusciamo a produrre, migliorando la compatibilità ambientale e l’impronta ecologica dei nostri impianti!!!

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE BRINDISI






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