Mesagne, 15/12/2011

Ospedale: Nip chiede discussione pubblica

A distanza di mesi, nel silenzio più assoluto delle istituzioni locali, Nuova Italia Popolare, dopo il rincorrersi di voci sul futuro dello storico nosocomio mesagnese, continua a interrogarsi su quali siano i reali sviluppi della vicenda e chiede che il Primo cittadino e l’amministrazione intera forniscano nell’ambito di una doverosa discussione pubblica, in consiglio comunale, notizie concrete sulle decisioni adottate dalle istituzioni regionali.
Le indiscrezioni poco rassicuranti che sono arrivate dalla stampa, qualche settimana fa, fanno temere il peggio e cioè una dolorosa chiusura del nostro nosocomio già a partire dal 2012. Il Sindaco sulla vicenda è apparso sereno ma, come abbiamo ribadito sin dall’inizio è necessario, a nostro avviso, non abbassare mai il livello di attenzione e soprattutto non lasciare nulla di intentato per scongiurare infauste ipotesi di smantellamento del “San Camillo”.
Nell’aprile u.s. il consigliere delegato alla sanità Indolfi, insieme al’ex direttore generale Rodolfo Rollo, avevano fatto un sopralluogo della struttura e prospettato una rapida implementazione del polo specialistico geriatrico a Mesagne. Tutto però è rimasto come prima e da allora il paese non ha più avuto alcuna notizia. Un’amministrazione, vogliamo ricordarlo, che in un primo momento era contraria a quella ipotesi di riconversione – ipotesi respinta in particolare proprio dal PD - poi, inspiegabilmente, diventata dopo sole due settimana, per lo stesso PD e l’intera maggioranza, l’unica ipotesi percorribile.
Le opposizioni, sul punto hanno sempre mantenuto una posizione decisa e responsabile, invitando a più riprese l’amministrazione a cambiare strategia in quanto la scelta del polo geriatrico avrebbe comportato una serie di grossi investimenti improponibili in un momento in cui si chiedeva esattamente il contrario, e cioè tagliare le spese sanitarie.
All’epoca i partiti di opposizione proposero un’alternativa credibile alla insostenibile proposta dell’amministrazione Scoditti. Si affermò, in particolare, che la strada maestra, che avrebbe consentito di scongiurare una prematura chiusura dell’ospedale, era quella di accorparlo al Perrino di Brindisi - liberando così il nosocomio provinciale da tutte quelle attività che non avrebbero avuto bisogno di elevata intensità di cura come la chirurgia generale a basso rischio per pazienti a basso rischio - e di avviare reparti assolutamente necessari nel territorio provinciale, che per ragioni diverse non potevano essere implementati negli altri nosocomi, come un reparto di riabilitazione cardiologica e polmonare, uno di lungodegenza e geriatria cronica e uno di riabilitazione geriatrica e ortopedica.
Ciò avrebbe consentito di utilizzare al meglio le risorse infrastrutturali disponibili. Non bisogna infatti dimenticare che lo stabilimento mesagnese ospita sale operatorie e apparecchiature diagnostiche all’avanguardia che quindi all’occorrenza avrebbero potuto soddisfare con alta professionalità la domanda di salute proveniente dal nostro territorio.

COMUNICATO STAMPA NUOVA ITALIA POPOLARE