Valentino (DeR): "imprenditoria portuale a rischio di colonizzazione"
Nell’Italia dei “professori” Brindisi ha avuto il merito di aver fatto da apripista affidando la sua più importante infrastruttura, il porto, al professor Haralambidis docente universitario in quel di Rotterdam.
Col decisionismo tipico dei cattedratici nell’ultima riunione annuale del Comitato portuale del 22 dicembre 2011 Haralambides, nonostante il parere sfavorevole degli enti locali, ha fatto approvare una delibera che affiderà in esclusiva per dieci anni il servizio di assistenza portuale alle navi da crociera ad una società da definirsi con apposito bando di gara. L’aspetto discutibile di questa decisione, che qualcuno ha etichettato come un “golpe”, è quella che tra i requisiti richiesti alle società che intendessero partecipare alla gara sarebbe inclusa una clausola capestro (consistente in almeno 5 anni di esperienza nel campo delle crociere) che escluderebbe a priori qualsiasi impresa od associazione di imprese brindisine. Questo ci sembra davvero troppo ed è giusto che la nostra classe politica, che ha eletto l’attuale presidente, faccia sentire la sua voce prima che per l’imprenditoria marittima e portuale locale sia troppo tardi. Non ci permettiamo infatti di contestare la collocazione del terminal crociere a Costa Morena Est. Comprendiamo che il porto interno non consentirebbe l’accesso di navi di grande tonnellaggio anche se accogliere i turisti tra i cumuli di carbone che viene scaricato nelle vicinanze ed i gessi di risulta potrebbe non essere un bel biglietto da visita per la città. Idee alternative come quella di allargare il canale Pigonati per far accedere le navi più grandi nel porto interno hanno il sapore di una “boutade” sia per i tempi di realizzazione che richiederebbero sia per la attuali ristrettezze economiche che creerebbero difficoltà perfino ad allargare il vecchio “Canalicchio” dell’ex-Saca. Non contestiamo nemmeno la necessità di investire fondi pubblici per un terminal crociere provvisorio a Costa Morena Est (in attesa che si definisca il contenzioso legale per punta Riso) per non perdere ipotetici traffici crocieristici che a giudicare dalla fretta il professor Haralambidis avrà sicuramente in serbo già per la prossima stagione. Quello che non capiamo è perché il terminal debba essere costruito con i soldi della nostra collettività mentre la gestione dovrebbe invece essere affidata a privati non brindisini. E’ notorio che S. Teodoro è amante dei forestieri e l’aver chiamato a presiede l’Authority un professore greco-olandese ne è l’ennesima testimonianza. Ma da qui ad aver scambiato la nostra città ed il nostro porto come terra di conquista ce ne corre. Ed è bene che questo concetto venga ribadito con chiarezza e nella lingua più gradita al presidente dell’Authority prima di escludere per i prossimi dieci anni le nostre aziende e le nostre professionalità dalla gestione del nostro porto.
COMUNICATO STAMPA SALVATORE VALENTINO - CONSIGLIERE COMUNALE DEI “DEMOCRATICI E REPUBBLICANI”
